Taner Kiliç fermato nella sua abitazione a Smirne con l’accusa di legami col movimento dell’imam esule Gulen. Anche le organizzazioni umanitarie nel mirino della repressione avviata da Erdogan dopo il fallito golpe. E’ stato anche l’avvocato di Gabriele Del Grande, il giornalista italiano trattenuto per giorni al confine con la Siria
Il presidente di Amnesty International Turchia, Taner Kiliç, è stato arrestato questa mattina nella città di Smirne. Insieme a lui, sono stati fermati anche 22 avvocati. L’accusa, per tutti, è di aver avuto legami col movimento guidato da Fethullah Gülen, l’imam sospettato di aver ideato il fallito colpo di stato del luglio 2016 e da anni rifugiatosi negli Stati Uniti.
L’arresto di Kiliç è avvenuto nella sua abitazione alle 6.30 del mattino, poco prima che si recasse al lavoro. Sia l’abitazione che lo studio sono stati perquisiti. Attualmente si trova in una stazione di polizia del quartiere di Yesilyurt. Al momento, l’arresto non pare collegato all’azione di Amnesty International o avere per obiettivo l’associazione.
Il mandato fa riferimento a un’indagine su presunti membri della cosiddetta ‘Organizzazione terroristica di Fethullah Gülen’, “ma non è neanche chiaro se Taner Kiliç sia sospettato di avere tali legami”, si legge nel comunicato stampa rilasciato dall’organizzazione umanitaria.
Taner Kiliç ha fatto parte del direttivo di Amnesty International Turchia per vari periodi di tempo a partire dal 2002 e ne è stato eletto presidente nel 2014. “Nel corso di decenni di attività in favore dei diritti umani nell’ambito delle organizzazioni turche per i diritti umani, si è sempre fatto riconoscere per l’incessante impegno in favore dei diritti umani”, riferisce Amnesty Italia. E’ stato anche uno degli avvocati che hanno seguito la vicenda di Gabriele Del Grande, il giornalista italiano trattenuto dalla polizia turca nei pressi del confine con la Siria e rilasciato dopo diversi giorni.
Immediata anche la reazione dei vertici dell’organizzazione: “Il fatto che la purga successiva al tentato colpo di stato abbia raggiunto persino il presidente di Amnesty International dimostra fino a che punto il governo turco sia arrivato. La storia di Taner Kiliç parla chiaro: è quella di un uomo che ha sempre difeso quelle libertà che le autorità di Ankara stanno cercando di annullare. In assenza di ogni credibile e ammissibile prova del loro coinvolgimento in reati riconosciuti dal diritto internazionale, chiediamo alle autorità turche di rilasciare immediatamente Taner Kiliç e gli altri 22 avvocati e di annullare ogni accusa nei loro confronti“, ha dichiarato Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International.
Dopo quasi un anno, la repressione del governo di Erdogan non accenna infatti a placarsi: nel mirino c’è l’intera società, avvocati, magistrati, professori universitari, giornalisti, imprenditori e militari. Più di 47mila le persone imprigionate fino ad ora con accuse di partecipazione al golpe o comunque di ‘complicità’ con Gulen. Ad esse se ne aggiungono altre 100mila che hanno perso il posto di lavoro per lo stesso motivo.