Si torna a protestare contro le disumane condizioni di vita nel Cara di Mineo
Dopo oltre 3 anni i richiedenti asilo tornano a protestare; nel dicembre 2013 scesero in lotta in migliaia, dopo che all’interno del Cara di Mineo, si era ucciso il ventunenne eritreo Mulue Ghirmay, per protestare contro i lunghi tempi d’attesa per l’audizione in commissione, per i troppi ed ingiustificati dinieghi, per il sovraffollamento nelle case (anche se in alcune stranamente ci vivevano in pochi), per la corresponsione del pocket money in sigarette anzichè in denaro.
Da allora la situazione all’interno del Cara si è incancrenita, ma le reali condizioni in cui sono costretti a vivere migliaia di richiedenti asilo non hanno più trovato spazio nei mezzi di informazione.
Nei giorni scorsi in Prefettura si è riunito il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, che a fronte dei problemi legati alla criminalità organizzata che controlla interi quartieri a Catania e nel Calatino, ha deciso due nuove regole per il Cara: il divieto di cucinare negli alloggi e quello di vendere merci all’interno della struttura.
Sin dall’apertura del Cara, dal 2011, denunciamo che il pessimo catering ( visti i diffusi disturbi gastro-intestinali) è servito e serve ad ingrassare il mega-business della pseudo-accoglienza delle cooperative coinvolte in mafia-Capitale. Non si comprende quale sia la motivazione legata alla sicurezza visto che le famiglie dei militari di Sigonella cucinavano, come se in altri continenti non fossero in grado d’usare il gas in casa o il barbecue all’esterno.
La denuncia della vendita di merci all’interno del Cara l’ha lanciata Salvini, che vuole la chiusura del Cara per motivi diametralmente opposti a quelli delle associazioni antirazziste. Secondo i deliri razzisti della Lega i richiedenti asilo si “arricchirebbero” con il commercio illegale. Noi pensiamo che le condizioni d’indigenza a cui sono costretti i/le richiedenti asilo (parcheggiati per anni dentro il Cara contro la loro volontà) li spingano a guadagnare qualche euro vendendo la loro forza-lavoro ai caporali (10/15 euro per 9/10 ore di lavoro). Tantissime donne sono indotte alla prostituzione. Non sono chiari quali siano i criteri nella distribuzione degli alloggi, se vige la legge del più forte anzichè i reali bisogni abitativi con standard paritari e non clientelari. Tornando a Salvini vorremmo sapere come mai dopo l’ultima ispezione dentro il Cara, vi abbia pernottato per poi filmare la vita all’interno e lanciare una campagna xenofoba, ampiamente ed irresponsabilmente ripresa dai maggiori media nazionali, contro i richiedenti asilo che “ruberebbero” il lavoro agli indigeni, “delinquono con spaccio e scippi” e quando va peggio “sgozzano gli anziani”; a fronte di queste affermazioni tendenziose, chiediamo alle istituzioni di far rispettare la legge Mancino ( n.205 del ’93) contro l’istigazione all’odio razziale.
Le condizioni di vita all’interno del Cara di Mineo, si inseriscono nel quadro delle gravissime conclusioni del recente rapporto del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, in cui si denunciano le pessime condizioni di vita e la mancanza del rispetto dei diritti fondamentali delle persone trattenute in diversi centri governativi italiani.
Le seguenti associazioni esprimono il loro incondizionato sostegno solidale alle giuste proteste dei/lle richiedenti asilo auspicando che le istituzioni accolgano le loro richieste, anzichè risolvere il problema come questione inerente all’ ordine pubblico ed invitano i media a dar visibilità e voce a chi da anni non ne ha più avuta.
Rete Antirazzista Catanese, Comitato NoMuos/NoSigonella, Città Felice, Cobas Scuola- Ct, LasciateCIEntrare, Borderline Sicilia, Laici missionari comboniani -Pa, Osservatorio contro le discriminazioni razziali Noureddine Adnane-Pa
Info-adesioni : catanianofrontex@gmail.com