Da tempo la città di Bologna non aveva avuto modo di rivedere con cotanta chiarezza lo sposalizio che lega questura e fascisti. Ieri infatti è stata permessa la presentazione di un fumetto da parte di un gruppo di neo-fascisti nostrani (ospitati infine in luogo privato e di proprietà di Laganà, vecchio picchiatore degli anni ’70, ma il cui nome è tristemente noto in città più per la pasticceria che per le sue mani pasticciate) mentre la celere schierata bloccava l’ingresso di due spazi sociali antifascisti del quartiere.
Non solo dunque una presentazione. Le strade di Bologna ieri sera hanno visto qualcosa di molto più triste ed inaccettabile: slogan “boia chi molla” declamati a gran voce da decine di militanti neo-fascisti, polizia e celere che scortano una manifestazione non autorizzata che si lascia passeggiare nelle adiacenze di porta Santo Stefano mentre si scaglia contro il Circolo Anarchico Berneri. Tutto questo avviene dopo che la stessa celere nel pomeriggio aveva caricato manganellando alcun* compagn* alle porte del Labas, impedendogli di uscire dal proprio spazio.
E’ chiara la doppia misura con la quale vengono gestite le operazioni di “degrado” e “sicurezza”: si manganellano gli antifascisti che operano da anni in quartiere, mentre si scortano e proteggono neofascisti che gridano “boia chi molla” facendo bracci tesi. Non è una novità l’affetto che lega questura e neo-fascisti, in continuità con i tempi oscuri della storia, tristemente noti specialmente nella nostra città. Non smetteremo per questo di lottare contro tutti i fascismi: quel fascismo declamato ieri sera a gran voce da nostalgici in camicia nera, ma anche quello che più strisciante stanno continuando a costruire con un regime di segregazione nelle nostre città, come anche il nuovo cantiere dell’hub, le carceri, i fogli di via e le cariche poliziesche ci ricordano.
Al fianco dei compagni e delle compagne colpiti dai manganelli della questura e dagli assalti delle camicie nere, al fianco di chi difende i propri spazi e non permette ai fascisti di strisciare sulle strade della città, al fianco di chi si oppone ad ogni forma di autorità. Al fianco di chi pensa e agisce, si organizza e risponde al concreto pericolo derivante direttamente dal fascismo mai scomparso delle istituzioni.
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