L’indipendentista aveva 74 anni e da fine aprile portava avanti lo sciopero della fame e della sete. Era stato arrestato il 28 aprile a Terralba (Oristano), raggiunto dalle condanne definitive relative alle frodi fiscali legate alla sua ampia attivita imprenditoriale.
Doddore Meloni venne fermato mentre andava spontaneamente a consegnarsi al carcere di Massama. Dal giorno stesso aveva iniziato lo sciopero della fame e della sete dichiarandosi “detenuto politico belligerante”. Un’iniziativa che aveva fatto storcere il naso a molti, l’ennesimo episodio in cui l’eccentrico Doddore la “sparava grossa”. Come la volta che occupò l’isola di Malu Entu proclamando la “Repubblica Indipendente di Malu Entu”, dando comunicazione alle Nazioni Unite e stampando moneta propria, is “soddus sardus”, meglio noti come “doddollari”. Come quando finì inguaiato a processo con i Nuovi Serenissimi per averli aiutati, pare, a costruire il carro armato che occupò piazza San Marco raccogliendo la solidarietà di leghisti del calibro di Borghezio. Come la volta che nel 2013 denunciò di essere stato sequestrato per via della sua militanza indipendentista e costretto alla roulette russa dai “Guardiani della Nazione”, un gruppo eversivo legato e forze armate e fascisti, protetti dall’Arcangelo Michele.
Una figura irrecuperabile a qualsiasi martirologio ma tant’è, Doddore Meloni resta un uomo fatto morire in carcere. A inizio giugno era stato trasferito al carcere di Uta, vicino a Cagliari. Qui gli veniva forzatamente somministrato mezzo litro d’acqua al giorno. Alle numerose richieste degli avvocati difensori di tradurre Meloni agli arresti domiciliari il tribunale di Cagliari aveva ripetutamente risposto negativamente per mancanza di una relazione medica dal Carcere di Uta. Quando poi i medici di Uta hanno prodotto la loro relazione hanno dichiarato che le condizioni di Meloni, al cinquantesimo giorno di sciopero della fame, non erano incompatibili con il regime carcerario. A un primo ricovero al Ss. Trinità di Cagliari Doddore era stato poi ricondotto dietro le sbarre di Uta. Due giorni fa il coma e oggi la morte.
Solo nel 2017, al 30 giugno, sono 55 i morti nelle carceri italiane, di cui 23 suicidi. A maggio un detenuto cagliaritano si è impiccato nella sua cella nel carcere di Uta che, pur essendo considerata una struttura all’avanguardia (sic!), ospita più del doppio dei detenuti per i quali è attrezzata.
Il carcere fa schifo, lasciar morire in carcere come successo a Doddore Meloni è inaccettabile.
da InfoAut