Polizia di nuovo sotto i riflettori, nonostante i filtri ed i silenzi dei pestaggi di turno, delle violenze di branco, delle prepotenze quotidiane. Non bastano le fiction televisive ed i romanzi avvincenti per celare la natura delle forze dell’ordine nostrane, il loro agire anche attraverso un mezzo di comunicazione come quello di Facebook denuda malefatte e correlati…
La vicenda di oggi è torinese, ardita da un caposquadra delle volanti e da un suo collega, che commentano le immagini di operazioni di polizia di qualche settimana fa. Online le immagini del conflitto a fuoco con ostaggi la mattina del 13 ottobre, in corso Moncalieri, a Torino, quando, anche per mano degli poliziotti, si è sfiorata la tragedia, in mezzo al traffico. I poliziotti sono accorsi dietro segnalazione di una rapina alla posta e hanno aperto il fuoco…
La Repubblica Torino questa mattina ripropone quanto rintraccibile nella pagina di Facebook degli sbirri:
“Di chi sarà questa manina di fata….?”. Nella foto trovata in Internet, ripresa e pubblicata nella bacheca personale, le dita dell’uomo in divisa sono poggiate sul finestrino della macchina crivellata di colpi, il vetro forato, il lunotto posteriore abbattuto, il parabrezza in frantumi. La mattina del 13 ottobre, in corso Moncalieri, si è sfiorata la tragedia, in mezzo al traffico, in un’ora affollata. Una sparatoria da Far West, a senso unico. Roba succulenta da magnificare sul web. I poliziotti sono accorsi in forze per la segnalazione di una rapina alle Poste. Gli agenti hanno sparato 14 colpi contro una Saab con a bordo un ostaggio, alla guida, e due banditi con una pistola che sembrava vera. Altri poliziotti hanno usato le armi contro una Panda rossa, il terzo rapinatore a bordo, la guidatrice prigioniera nell’abitacolo. Uno si vanta: “Contare i fori (quelli dei colpi esplosi contro i fuggitivi, ndr) non è da tutti”. Il collega risponde: ” Finché li conti i buchi va bene, il peggio è se li contano gli altri”. Altra posa con didascalia, posticcia: “Io do le disposizioni ed il socio guardingo impara, restando impassibile”. Il collega che ha sparato durante il blitz antirapina aggiunge, da poliziotto duro e puro: “Sai che non piego e non chino la testa, ancor più quando sono pienamente nel giusto”.
Che vi sia dell’inascoltabile nelle parole e nei vanti dello sbirro non vi è dubbio, così come è innegabile la riproposizione dell’endemico dna dei poliziotti nostrani, prepotenza di potere e rozza miserabilità… Dalla questura di Torino, per ora, nessuno proferisce parola, nessuno si è finora preso l’onere di dare spiegazioni, in fin dei conti li conoscono bene “i loro ragazzi”… e tempo per meravigliarsi troppo non ce n’è!
fonte: InfoAut
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