Simone La Penna aveva 32 anni, di Viterbo. È morto in carcere, soffriva di anoressia nervosa e, dalle analisi, risultava una carenza di potassio nel sangue. A Regina Coeli era arrivato il 28 giugno 2009 dal reparto medico per detenuti dell’ospedale Belcolle di Viterbo. E subito, viste le sue condizioni, era stato trasferito nel centro clinico del penitenziario romano. Sembra che avesse chiesto l’aiuto di uno psichiatra. Ma Simone è stato ucciso dall’incuria e dalla inefficienza. Lasciato morire, come fu per Stefano Cucchi. Morire di fame, questa volta e senza “l’aiuto” delle percosse. Sei persone tra medici e infermieri dell’ospedale romano Sandro Pertini e dell’infermeria del carcere Regina Coeli sono indagati dalla Procura di Roma per omicidio colposo Simone è morto per negligenze imputabili a chi doveva garantirne lo stato di salute. «Un’altra morte nelle carceri italiane e del Lazio che poteva essere evitata e su cui è necessario fare immediatamente chiarezza». Lo afferma in una nota il consigliere provinciale di Sel e coordinatore del Gruppo Federato della Sinistra in Provincia, Gianluca Peciola. «Un caso che si va ad aggiungere alle altre 12 morti nel Lazio e 159 in Italia, dall’inizio dell’anno – aggiunge -. Tra l’altro, come nel caso di Stefano Cucchi, anche il giovane morto a Regina Coeli si trovava in stato di custodia cautelare in carcere per reati di droga. Ma soprattutto soffriva di anoressia nervosa per cui le sue condizioni di salute erano assolutamente incompatibili con il regime detentivo. Le misure cautelari troppo spesso diventano un’anticipazione della misura afflittiva della carcerazione, in stridente contrasto con il dettato costituzionale del principio della presunzione di non colpevolezza».
Il ragazzo era stato arrestato per detenzione di stupefacenti nel gennaio 2009. In passato era stato malato di anoressia e da quando era entrato in carcere aveva iniziato a perdere molti chili di peso. Ricoverato anche al Pertini, era stato rimandato in carcere, dove poi è morto per un arresto cardiaco imputabile alla denutrizione. La Penna era in carcere per reati legati alla droga (doveva scontare una pena fino al 2011).
Share this: