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Omicidio Cucchi, chiesti 12 rinvii a giudizio

Processo Cucchi, chiesto il rinvio a giudizio per 12 tra secondini e sanitari e la condanna per l’unico imputato ad aver chiesto il rito abbreviato. Per i legali della famiglia Cucchi la perizia su cui si basa il processo è «inaccettabile, misera e contraddittoria» ma i pm credono che non sia necessario ripeterla. E hanno detto anche che contro i carabinieri avrebbero sventato molti tentativi di depistaggio. Per questo l’Arma resterà fuori dal processo.
Chiesto ieri il rinvio a giudizio di 12 persone e la richiesta di condanna a due anni per un tredicesimo imputato che aveva chiesto il rito abbreviato. La condanna è stata chiesta per Claudio Marchiandi, funzionario del Prap, il Provveditorato regionale amministrazione penitenziaria. Nel corso della requisitoria di ieri i due pm hanno ricostruito le tappe della vicenda: dall’arresto per pochi grammi di fumo la notte del 15 ottobre 2009 all’arrivo al reparto protetto dell’ospedale Pertini, dove Cucchi morirà il 22 ottobre. Proprio in merito al trasferimento al reparto penitenziario, il pm Barba, ha affermato che «non doveva stare lì, le sue condizioni cliniche imponevano che Stefano dovesse essere trasportato al pronto soccorso». Per l’accusa quella decisione è fatta per «porre Cucchi lontano da sguardi Indiscreti. Stefano viene isolato dal resto del mondo: non gli viene concesso neanche di parlare con il proprio avvocato, non vengono informati i genitori della sue condizioni di salute. Ascoltando l’audio dell’udienza di convalida si sente la sua voce sofferente, si sente che ha subito qualcosa ma nessuno fa riferimento a lesioni visibili». Per il magistrato, inoltre, sono «evidenti anche le inadempienze del personale del Pertini: ciò che viene riportato nella sua cartella clinica è in aperto contrasto con quanto riscontrato dai medici del pronto soccorso del Fatebenefratelli e dal personale medico di Regina Coeli». Da parte dei medici e infermieri «c’è stato un disinteresse totale». Il pm ha poi affermato che sono stati molti i tentativi di depistaggio volti ad accusare i carabinieri ma le indagini non hanno riscontrato nulla in tal senso. L’altra pm, Maria Francesca Loy, ha spiegato che nei confronti degli agenti penitenziari non è stato contestato di omicidio preterintenzionale in quanto la consulenza dei medici legali «ha dimostrato che non vi sia alcun nesso causale tra la morte e le lesioni. Non è necessaria altra perizia: gli aspetti della morte di Cucchi sono stati esaminati senza lasciare dubbi».