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10 settembre 1994: il corteo dell’opposizione sociale a Milano

La polizia sta retrocedendo! La polizia sta retrocedendo!” Queste le parole della diretta radio di quel magnifico 10 settembre ’94, che nella mente di chi non c’era quel giorno, rimangono impresse abbinate ai frame del filmato che riprende centinaia di poliziotti scappare inseguiti dalla furia della piazza.
Per chi c’era rimangono i ricordi di una magnifica giornata di lotta e rabbia, l’odore dei lacrimogeni, i boati dei petardi, la gioia di essere aver combattuto e vinto.

Opposizione sociale. Opposizione allo sgombero del Centro sociale Leoncavallo, difesa degli spazi sociali milanesi ma di tutta Italia.

Con queste parole il centro convocava la manifestazione: “Non possiamo dunque maggiormente indugiare dal mettere in campo un impegno che assuma la forma, nei mesi a venire, di una mobilitazione generale della variegata presenza autogestionaria, autorganizzata, anticapitalista. Gia’ nei mesi passati quest’area politico sociale ha avuto la forza di formulare, nel complesso, una rinnovata capacita’ progettuale alla ricerca di un tessuto possibile tra i fili delle sue molte componenti. Una duttile allenza, dicemmo, in grado di rispondere alla necessita’ di opposizione radicale che questa fase politica ci consegna.”
È il 10 settembre 1994 ed in 20.000 arrivano al concentramento delle 15 e 30 a Porta Venezia del corteo indetto dal Leonka. Il percorso è autorizzato fino a piazza Cavour anche se la richiesta compagni è di concludere in piazza Duomo.

Fin dal principio tutti sanno che quel giorno la risposta al governo cittadino dovrà essere forte e determinata, e cosi è.
Si parte. In testa aprono il corteo le mamme del Leonka. Dietro, il servizio d’ordine: decine e decine di compagni vestiti con le tute bianche e i fazzoletti che coprono il volto; dietro di loro la moltitudine.
All’appello lanciato dal Leoncavallo rispondo moltissime realtà antagoniste e una significativa fetta di cittadinanza milanese.
Durante il percorso viene bersagliato il Tribunale e altri luoghi simbolo delle repressione che ormai da mesi fa da cappa alle lotte sociali milanesi e agli spazi sociali.
“O LA LEGGE E’ GIUSTA O LA GIUSTIZIA E’ COSTRETTA NELL’ILLEGALITA’ ” queste sono le parole d’ordine che vengono praticate, e senza mediazioni.
Arrivato in piazza Cavour il corteo, che ritiene inaccettabile il divieto imposta dalla Questura di raggiungere Piazza Duomo, forza diversi blocchi della polizia e la mette in fuga in via Turati dando vita agli scontri più incredibili degli anni ’90, che ancora oggi vivono nel nostro immaginario.

“La manifestazione e gli scontri di settembre a Milano possono essere visti, senza forzature e trionfalismi, come un momento particolare e significativo. Bisogna allora che questa esperienza rimanga,e si rafforzi nella memoria collettiva di decine di migliaia di giovani e compagni, come una tappa importante che rappresenta, con le forme di lotta espresse e con la partecipazione di massa raggiunta, non un accadimento eccezionale, ma un passaggio di crescita e di rafforzamento del movimento, che si può e bisogna ripetere” – Dall’opuscolo 10 settembre 1.9.9.4 dei compagni di Torino (da Infoaut)