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Dopo i vergognosi fatti di Piazza Indipendenza, sabato vedremo se siamo ancora capaci di indignarci e, soprattutto, re/agire

Il comportamento delle forze che tutelano “l’ordine minnitiano”, ieri particolarmente ignobile, costituisce un ulteriore passo avanti nel processo di sottrazione sempre più palese e sfrontata degli spazi di libertà e dei diritti e di repressione violenta di ogni protesta.

C’é quindi da sperare in una grande risposta popolare già domani che costituisca un significativo momento di unità e di lotta contro chi non ha perso la capacità di indignarsi e non é disposto a rassegnarsi. Il prodigarsi di volontari e militanti anche ieri in Piazza Indipendenza lascia ben sperare.

Molto interessante e tempestivo il comunicato di ieri del Movimento per il Diritto all’Abitare, di cui  riporto la parte iniziale, rimandando al sito per il testo integrale (qui), dal titolo significativo:

NON CI FAREMO DIVIDERE: INSIEME IN CORTEO DA PIAZZA ESQUILINO SABATO 26 AGOSTO ORE 16.00

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In un clima di tensione innalzato alle stelle dai gravi fatti di Barcellona, Prefettura e Campidoglio sotto l’egida del Ministero dell’Interno, scelgono di gettare altra benzina sul fuoco. Inseguendo la pancia del paese (almeno per come viene rappresentata dai più “potenti” mezzi di informazione), si vuole mostrare all’opinione pubblica il pugno duro del governo.

Peccato che lo si faccia contro il nemico sbagliato: poveri, migranti e rifugiati. Il risultato, dopo gli sgomberi di via Quintavalle e di via Curtatone, sono centinaia di persone accampate in zone nevralgiche della città, decine di donne, uomini e bambini costretti a vivere all’addiaccio in piazza Indipendenza e in piazza SS Apostoli. Un’operazione ancora più odiosa se si considera che i nuclei familiari di queste due realtà erano inseriti all’interno di quella Delibera Regionale per l’Emergenza Abitativa che il Campidoglio ancora oggi rifiuta di attuare, nonostante i fondi messi a disposizione dalla Regione Lazio. Nelle scorse ore appreso la notizia dell’apertura di un tavolo permanente fra una rappresentanza degli sgomberati di via Curtatone e l’assessore alle Politiche Sociali Laura Baldassarre…..”

Può essere interessante, alla luce di quanto accaduto in Piazza Indipendenza, riportare un passaggio della dichiarazione rilasciata dalla sindaca Raggi a Il Sole 24 Ore il 28 luglio a proposito dell’emergenza siccità: “Sono preoccupata soprattutto per la fornitura di acqua ad ospedali e per l’approvvigionamento ai Vigili del Fuoco che in un periodo come questo risulta di fondamentale importanza“. Non cita però le forze dell’ordine: dimenticanza?

Oltre ai mass media di regime, di cui é doveroso diffidare sempre, molti media indipendenti hanno documentato quanto accaduto in Piazza Indipendenza. Ne segnalo tre, con un criterio assolutamente personale e libero che non pretende certo di essere esaustivo.

L’emittente romana Radio Ondarossa, attiva dal 1977, ha seguito i fatti in diretta con i suoi giornalisti e con le immagini attraverso il sito. “Qui” la testimonianza di una donna eritrea e qui una ricostruzione della vicenda, a partire dal 13 agosto.

Qui invece trovate i servizi di DinamoPress, nata nel novembre del 2012, dalla presentazione stralcio un passaggio significativo: “La Dinamo, come sappiamo tutti, è un trasduttore: si trattava, con la sua invenzione, di trasformare il lavoro meccanico in energia elettrica. Oggi, nell’epoca del web 2.0 e della crisi del capitalismo globalizzato, si tratta di combinare (o tradurre) lotte eterogenee e di trasformare la potenza delle parole e della cooperazione produttiva in atti e istituzioni sovversivi.”.

Un’altra lettura consigliata é quella di Osservatorio Repressione che, in una pagina titolata L’estate di Minniti e della sindaca Raggi: Idranti e manganellate sul presidio dei rifugiati in Piazza Indipendenza propone testi e brani audio di particolare interesse anche per la varietà delle fonti (qui).

Assolto il “dovere di cronaca”, per quanto può fare un piccolo blog artigianale come questo, provo a mettere insieme due riflessioni.

 Alex Zanotelli  – missionario in Kenia e direttore di Mosaico di Pace dopo essere stato direttore di Nigrizia dal 1978 fino al 1987, quando fu rimosso su richiesta di esponenti politici e vaticani – é ormai da decenni impegnato a cercare di scuotere un po’ le coscienze con le sue analisi, documentate e precise. Nello scorso mese di luglio Zanotelli é tornato alla carica  lanciando un appello ai mass media che inizia così: ”

Scusatemi se mi rivolgo a voi in questa torrida estate, ma è la crescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo. Per questo come missionario uso la penna (anch’io appartengo alla vostra categoria) per far sentire il loro grido, un grido che trova sempre meno spazio nei mass-media italiani.

Trovo infatti la maggior parte dei nostri media, sia cartacei che televisivi, così provinciali, così superficiali, così ben integrati nel mercato globale. So che i mass-media , purtroppo, sono nelle mani dei potenti gruppi economico-finanziari, per cui ognuno di voi ha ben poche possibilità di scrivere quello che vorrebbe. Non vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli stanno vivendo.

L’appello era rivolto anche al sindacato dei giornalisti, FNSI, che l’ha rilanciato sul suo sito (qui) senza che questo abbia prodotto però significativi riscontri sui media “main stream”, o comunque a me così é sembrato.

Dopo l’introduzione, Zanotelli elenca una nutrita serie di cose inaccettabili che ripropongono quell’inferno che é l’Africa, cioé a cui l’abbiamo ridotta noi occidentali. E ne trae la sua conclusione con queste parole: “Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la propria vita per arrivare da noi. Questo crea la paranoia dell’“invasione”, furbescamente alimentata anche da partiti xenofobi.
Questo forza i governi europei a tentare di bloccare i migranti provenienti dal continente nero con l’Africa Compact , contratti fatti con i governi africani per bloccare i migranti.
Ma i disperati della storia nessuno li fermerà.
Questa non è una questione emergenziale, ma strutturale al sistema economico-finanziario. L’ONU si aspetta già entro il 2050 circa cinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa. Ed ora i nostri politici gridano: «Aiutiamoli a casa loro», dopo che per secoli li abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, dall’ENI a Finmeccanica.
E così ci troviamo con un Mare Nostrum che è diventato Cimiterium Nostrum dove sono naufragati decine di migliaia di profughi e con loro sta naufragando anche l’Europa come patria dei diritti. Davanti a tutto questo non possiamo rimane in silenzio. (I nostri nipoti non diranno forse quello che noi oggi diciamo dei nazisti?).”

Il 20 ottobre 2010 fece clamore in Francia, e subito dopo anche nel nostro paese, “Indignatevi”, un pamphlet di Stephan Hessel – nato nel 1917 a Berlino ma naturalizzato francese – che fu partigiano riuscendo a sfuggire più volte ai nazifascisti, nominato “Ambasciatore di Francia” da François Mitterrand nel 1981, per il suo impegno politico a tutto campo, dalla militanza in favore dei sans-papiers alla causa palestinese.

93 anni. È un po’ l’ultima tappa. La fine non è più lontana. Quale fortuna potere approfittare per ricordare ciò che ha servito di zoccolo al mio impegno politico: gli anni della resistenza ed il programma elaborato sessantasei anni fa per il Consiglio Nazionale della Resistenza!“.

Purtroppo la sua previsione si rivelò esatta, morì infatti nel febbraio del 2013. “Indignatevi” (qui il pdf) suscitò un’entusiastica accoglienza per la lucidità e la capacità di coniugare l’esperienza vissuta con l’attenzione al presente: ”

Constato con piacere che nel corso degli ultimi decenni si sono moltiplicate le organizzazioni non governative, i movimenti sociali come Attac (Associazione per la tassazione delle transazioni finanziarie), il FIDH (Federazione internazionale dei Diritti dell’uomo), Amnesty. che sono attive e ad alto rendimento. È evidente che per essere efficaci oggi, bisogna agire in rete, approfittare di tutti i mezzi moderni di comunicazione. Ai giovani, dico: guardate intorno a voi, voi ci troverete i temi che giustificano la vostra indignazione – il trattamento riservato agli immigrati, agli illegali, ai Roms. Troverete delle situazioni concrete che vi portano a dare corso ad un’azione civica forte. Cercate e troverete! “

Fortemente impegnato a favore della causa palestinese, Hessel è stato strenue sostenitore della campagna BDS (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni) nei confronti di Israele. (Il testo nella foto dice: “La campagna BDS in tutto il mondo propone il modo più promettente per superare il fallimento dei governi del mondo nel far fronte all’intransigenza di Israele e al suo comportamento fuori dalla legge”.

Qui un passaggio, tratto da “Indignatevi”.

La mia indignazione a proposito della Palestina

Oggi, la mia principale indignazione riguarda la Palestina, la striscia di Gaza, la Cisgiordania. Questo conflitto è causa per me di grande indignazione. Occorre assolutamente leggere il rapporto Goldstone del settembrc 2009 su Gaza, nel quale questo giudice sud-africano, ebreo che si dice anche sionista, accusa l’esercito israeliano di avere commesso, durante l’operazione “Piombo fuso” durata tre settimane, “atti assimilabili a crimini di guerra e forse, in certe circostanze, a crimini contro l’umanità“.

Io stesso sono tornato a Gaza, nel 2009, dove sono potuto entrare con la mia donna grazie ai nostri passaporti diplomatici, per valutare de visu ciò che questo rapporto sosteneva. Le persone che ci accompagnavano non sono state autorizzate ad addentrarsi nella striscia di Gaza e in Cisgiordania. Abbiamo visitato anche i campi di profughi palestinesi assegnati fin da 1948 dall’Agenzia delle Nazioni unite, l’UNRWA, dove più di tre milioni di Palestinesi, cacciati dalle loro terre da parte d’Israele, aspettano un rientro sempre più problematico. In quanto a Gaza, è una prigione a cielo aperto per un milione e mezzo di Palestinesi. Una prigione dove si organizzano per sopravvivere. Più delle distruzioni materiali come quella dell’ospedale della Mezzaluna rossa da parte di “Piombo fuso”, è il comportamento degli abitanti di Gaza, il loro patriottismo, il loro amore del mare e delle spiagge, la loro costante preoccupazione del benessere dei loro bambini, innumerevoli e ridenti, che persiste nella nostra memoria. Siamo stati impressionati dal loro ingegnoso modo di fare fronte a tutte le penurie che devono sopportare. Li abbiamo visti preparare dei mattoni senza cemento per ricostruire le migliaia di case distrutte dai carri. Ci è stato confermato che durante l’operazione “Piombo fuso” condotta dall’esercito israeliano, ci sono stati millequattrocento morti – donne, bambini, vecchi confinati nel campo palestinese – contro solamente cinquanta feriti israeliani. Condivido le conclusioni del giudice sud-africano. Che gli Ebrei possano perpetrare, proprio loro, dei crimini di guerra, è insopportabile. Ahimè, la storia offre pochi esempi di popoli che traggano insegnamento dalla propria storia.”

da Becco di ferro