«Il calore e la solidarietà che arrivano all’interno del carcere stanno aiutando Emiliano ad affrontare la detenzione con maggiore forza e dignità nella consapevolezza di essere dalla parte del giusto». Giacomo Minore è un compagno di partito e un amico di Emiliano Puleo, il giovane di Partinico che a distanza di quasi due mesi dal G20 di Amburgo, rimane ancora in carcere a Billwerder. Sin da subito Giacomo ha seguito il caso dell’amico, arrestato mentre stava andando in ostello e soprattutto dopo le manifestazioni contestate dalla polizia teutonica. Pochi giorni fa una delegazione del circolo di Rifondazione Comunista si è recata ad Amburgo.
«L’incontro con Emiliano si è svolto in un clima di forte emozione – racconta ancora Minore -. Nonostante la prigionia si trova però in buone condizioni anche se la lunga detenzione comincia ormai a farsi sentire. Le lunghe giornate di noia sono alleviate dalle numerosissime lettere che gli arrivano dai compagni siciliani e da ogni parte d’Europa». Fino a pochi giorni la direzione del carcere aveva imposto una serie di restrizioni che avevano creato polemiche, tra le quali il divieto di poter ricevere libri: da qui appunto il gesto per aggirare, in un certo modo, la misura che aveva reso particolarmente pesante la detenzione di Emiliano e degli altri quattro italiani (tra cui i due catanesi Orazio Sciuto ed Alessandro Rapisarda) a Billwerder.
La delegazione comunista ha poi incontrato il deputato della Die Linke Martin Dolzer, portavoce Giustizia del gruppo della sinistra tedesca nel Parlamento di Amburgo. «Il parlamentare ci ha spiegato – racconta Minore – che, proprio a ridosso del vertice, sono state inasprite le norme che regolano le manifestazioni di piazza; ha sottolineato come il capo della polizia tedesca si sia contraddistinto per la sua linea dura e poco rispettosa dei diritti umani. Ha inoltre rilevato un atteggiamento di accanimento, soprattutto nei confronti degli stranieri, da parte dei giudici tedeschi. Questa linea dura proprio ieri ha fatto la prima vittima. Il processo nei confronti di un manifestante olandese si è concluso infatti con la condanna – continua ancora Giacomo – senza il beneficio della condizionale, a due anni e sette mesi di detenzione, pena perfino più elevata di quella richiesta dal pubblico ministero stesso che era di un anno e nove mesi. Cogliamo l’occasione per esprimere la nostra solidarietà e vicinanza al compagno olandese, vittima designata di una giustizia che, in questa occasione, si sta dimostrando estremamente iniqua».
La preoccupazione adesso è che questo metro di giudizio possa essere applicato ai prossimi processi. Nel caso specifico di Emiliano le indagini dovrebbero concludersi il 31 agosto, mentre prosegue la detenzione per via di non meglio specificati pericoli di fuga. Nei prossimi giorni a difenderlo arriverà un secondo avvocato. Nel frattempo continuano le manifestazioni di solidarietà, necessarie a tenere alta l’attenzione su un caso che lo stesso Martin Dolzer ha definito «un attacco inaccettabile e preoccupante sui diritti fondamentali».
Dopo l’iniziativa di domenica scorsa a Partinico, un presidio simile si terrà domenica tre settembre a Palermo, in piazza Verdi, e in contemporanea al sit-in che si svolgerà direttamente davanti al carcere di Billwerder.
da meridionews