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24 settembre 2005 – Verona

Al termine della partita Verona – Brescia alla stazione ferroviaria di Verona la polizia lancia una carica “a freddo” contro i tifosi del Brescia. Non si è mai capito il motivo di quella carica.

Per terra rimane Paolo Scaroni stordito prima con lo spray urticante, illegale, poi selvaggiamente picchiato con pugni e manganelli. Finito il pestaggio il ragazzo riesce a scappare sul treno; pochi minuti, il tempo necessario a raccontare l’accaduto agli amici, poi perde i sensi.

Paolo rimane in coma per due mesi e al risveglio si rende conto che i suoi ricordi partono dal pestaggio. Dei suoi 34 anni di vita non ha più memoria. Infanzia, adolescenza, lavoro, fidanzata: tutto è svanito. Comincia un calvario fatto di riabilitazioni, visite mediche e lunghe visite dal logopedista. E poi i suoni e i rumori che nel suo cervello danneggiato rimbombano in maniera insostenibile; la gamba claudicante, le cicatrici sul cranio.

Per tutto questo gli viene riconosciuta una pensione di invalidità di appena 280 euro. Si arriverà ad un processo che vedeva indagati otto celerini del reparto di Bologna, processo che è stato l’ennesima beffa per Paolo.

Gli imputati sono stati assolti perché il fatto non sussiste. In mancanza del numero identificativo sulla divisa non si sono potuti riconoscere con certezza gli aggressori di Paolo.