Il 22 settembre 2017, a Palermo si è tenuta una manifestazione per “l’amnistia per tutti i detenuti”; in vista di questo evento, nei giorni scorsi striscioni che invocano l’amnistia sono comparsi in tutta la città.
La rivendicazione portata avanti dal Centro Sociale Anomalia di Palermo è anche la nostra. Per questo, striscioni che invocano l’amnistia per tutti i detenuti sono apparsi anche tra Napoli e provincia e nei pressi delle carceri di Pozzuoli, Nisida, Poggioreale e Secondigliano.
La situazione nelle carceri italiane è tornata ad essere insostenibile. Il sovraffollamento è tornato a farsi sentire portando allo sfinimento, aggravato dalla stagione estiva, tutta la popolazione detenuta. Il numero dei detenuti è tornato a superare i 57mila, con un tasso di sovraffollamento pari al 113,6%, in costante crescita. Dall’inizio dell’anno i reclusi sono aumentati di quasi 3000 unità, a fronte di una riduzione significativa dei reati commessi: diminuite dell’11,4% le rapine e del 10,3% i furti.
La riforma del processo penale e l’inasprimento delle pene, ancora una volta per furti e rapine, peggiorerà ulteriormente la situazione. Le condizioni igieniche nella maggior parte delle carceri sono al limite o ampiamente oltre. Nel 70% delle carceri le celle sono sprovviste di doccia. A causa del sovraffollamento si torna a vivere al di sotto dello spazio di 3 metri quadri per detenuto. In carceri come Poggioreale vi sono celle in cui sono stipate 8, 10, 12 persone.
Al 31 agosto, solo in Campania i detenuti superano di 1000 unità i posti disponibili. I detenuti provenienti dalla Campania, inoltre, costituiscono la percentuale più alta della popolazione detenuta in Italia; seguono le altre regioni del Sud: ciò è indice di un carcere utilizzato sistematicamente come unico rimedio alla disoccupazione e alla miseria, in una dimensione che appare coloniale. A fronte di 10.029 detenuti campani, ad esempio, 100 sono i detenuti nati invece in Trentino Alto Adige. Dove non si riesce a – o meglio, non si vuole – garantire delle condizioni di vita dignitose, c’è il carcere a garantire un assorbimento degli esclusi dal mercato del lavoro.
A dimostrazione di ciò, anche la tipologia di reati per cui la maggior parte delle persone finiscono in carcere: il 56% dei detenuti è in carcere per reati contro il patrimonio, il 34,7% per reati legati alla droga. Dei 57.393 detenuti al 31 agosto 2017, inoltre, più di un terzo (35,6%) è in attesa di giudizio. I suicidi si sono susseguiti ad una velocità impressionante, ed ammontano a 43 dall’inizio dell’anno, oltre alle morti per altra causa che ammontano ad altre 44, per un totale di 87 decessi in carcere in meno di 9 mesi. Persone che sono tenute in custodia dallo Stato vengono meno all’affetto dei propri cari, in una strage silenziosa di cui solo lo Stato è responsabile.
Alle condizioni già disumane patite dai detenuti comuni vanno aggiunte quelle ulteriormente aggravate dalla “pena di morte in vita” che è l’ergastolo e dai circuiti di Alta Sorveglianza, fino all’apice del 41bis, che costituisce una tortura a tutti gli effetti. Proprio pochi giorni fa si è tenuta un’udienza del processo che vede imputata Nadia Desdemona Lioce, in 41-bis a L’Aquila dal 2003, per “disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone”, poiché in seguito ai ripetuti ed ingiustificati sequestri di libri, quaderni e penne – gli unici compagni di vita nella tortura del 41-bis – questa aveva osato protestare battendo una bottiglia di plastica sulle sbarre. A questo si aggiunga la sanzione disciplinare del 14-bis o.p., che consente di tenere un detenuto in totale isolamento a tempo indeterminato, come per Maurizio Alfieri, attualmente murato a Poggioreale, in regime di 14-bis da quasi un anno.
Rivendichiamo la necessità più che mai urgente di un provvedimento di amnistia per tutti i detenuti, che possa porre fine ad una situazione di grave violazione dei più elementari diritti umani, verso l’abolizione del carcere.
Parenti e amici delle detenute del carcere di Pozzuoli – Mensa Occupata
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