Menu

Stato di eccezione e diritto penale del nemico: il nuovo spazio giuridico europeo

Dopo le elezioni tedesche, dopo la conferenza di Macron del 26 settembre, l’Unione Europea assume ancor più, in forme ufficiali, la funzione di istituzione tesa a difendere l’oligarchia neoliberista da conflitti anticapitalistici ( o, solo, da ribellioni , rivolte).

L'”ordoliberismo”, con un sofisticato salto di qualità, proclama la “guerra alla democrazia”. Gli arresti e le carcerazioni vergognose di Amburgo nei confronti dei nostri attivisti altermondialisti sono metafora abnorme della stretta repressiva preventiva.

La “rete europea per il diritto al dissenso” deve, quindi, anch’essa compiere un salto di qualità: costruendo, intorno alla difesa delle libertà dei corpi, delle menti, dei comportamenti individuali e collettivi, un asse strategico internazionalista. Tenendo, insieme, repressione dei movimenti e ” stragismi di Stato” contro i migranti. Le quali sono due facce della stessa medaglia. Qui siamo all’inumano. A cui non possiamo solo contrapporre il racconto umanitario. Noi democratici e marxisti dobbiamo difendere reddito, lavoro, diritto all’abitare se non vogliamo che i diritti sociali vilipesi e negati dei “penultimi” si proiettino contro gli “ultimi”, contro i migranti.

Le leggi Minniti/Orlando devastano la formazione sociale, perché costruiscono marginalizzazione sociale. In nome di una astratta legalità formale a cui ci opponiamo nel nome di Antigone. Viene, infatti, sancito che la solidarietà è un reato, in terra e in mare. Berlusconi, Salvini ( con le truppe naziste di CasaPound e di Forza Nuova ), Renzi, Grillo fanno a gara per attaccare accoglienza e “meticciato”.

Viene lasciata mano libera alla polizia (come in piazza Indipendenza contro migranti e attivisti del diritto all’abitare). Ha ragione Gino Strada : “Minniti ha una storia di sbirro…Per lui ammassare donne e bambini nei lager libici è compatibile con i suoi valori“. Per noi no. La politica estera italiana è tipica di uno “stato di polizia”. Nei confronti dell’Africa è una politica precisamente neocoloniale . Del resto il mito degli ” Italiani brava gente” è un falso storico ,nel Nordafrica come nel Donbass.

La democrazia dell’Unione Europea è oggi questo: organizza e finanzia i lager in Libia, Nigeria, ecc. Questo è stragismo. Come giuristi democratici abbiamo, innanzitutto, deciso di promuovere eccezioni di incostituzionalità  contro le leggi Minniti/Orlando, in base, innanzitutto, agli articoli 10, 24 e 111 della Costituzione. Viene, infatti, stravolto il rapporto tra statualità e cittadinanza. Il diritto penale subisce la massima torsione autoritaria ( come ha giustamente scritto Italo Di Sabato ). Basti pensare alle misure personali preventive. Questo è il “diritto del nemico”.

Vengono attribuiti ai sindaci poteri di ordinanza in materia di ordine pubblico oltre i limiti di garanzia costituzionale. Ci si prefigge di “eliminare la marginalità sociale”, criminalizzando, nell’articolo 4, i soggetti più deboli e favorendo il proliferare di nuovi ghetti nelle periferie con il loro allontanamento (“daspo urbano”) dai luoghi turistici per tutelare il ” decoro di particolari luoghi”.

Il ” diritto comune europeo” del Manifesto di Ventotene diventa, in Francia, introduzione in Costituzione dello “stato di eccezione permanente“, in Spagna la ” legge bavaglio“, scaricando crisi e spaesamenti sociali sui “capri espiatori” ( migranti, antagonisti, border line, ecc.). Il mercato assoluto, che abbatte la sovranità popolare, si fa esso stesso norma giuridica, abbattendo le Costituzioni antifasciste. I territori vivono uno stato di assedio permanente. In Val Susa vige la legge marziale.

Vi è una deriva biopolitica del potere contemporaneo. Aveva ragione Deleuze: ” lo stato di eccezione contemporaneo diventa direttamente Stato del Controllo“. Cresce, quindi, la recrudescenza autoritaria di tutte le segregazioni che colpisce innanzitutto gli attivisti sociali. Nessuno si salverà da solo. Se lasceremo che crescano le gabbie contro i migranti, se volgeremo lo sguardo dall’altra parte, costruiremo l’ingabbiamento anche del nostro antagonismo, della nostra critica del potere. E’ lo Stato Penale Globale. Agamben parlò di ” nuovo maccartismo“. Il pugno di ferro dell’Unione Europea è il complemento istituzionale del mercato del lavoro precarizzato.

Per questo, da anni, come Osservatorio Repressione proponiamo una campagna politica italiana ed europea sull’amnistia sociale e sull’abrogazione di quell’insieme di norme ( penso ai reati di “devastazione e saccheggio”, ad esempio) che costituiscono un arsenale repressivo che viene utilizzato, quando il potere lo ritiene necessario, contro i movimenti più combattivi. Sempre più spesso, nello spazio giuridico europeo, non si viene puniti per un reato commesso, ma in base ad uno stigma, la “pericolosità sociale “, stabilita dai poteri militari e di polizia. Prevale non il diritto ma la ragion di  Stato.

L’amnistia sociale va vista come corollario del diritto di resistenza, di cui, giustamente, Dossetti ed altri, nell’Assemblea Costituente, chiesero l’esplicita introduzione in Costituzione. Lotte e democrazia, insomma, sono connesse: “il neoliberismo è attivamente impegnato a sfasciare la democrazia”. Viene svuotata la democrazia nella sostanza lasciandone in piedi un simulacro. Ma noi sappiamo che il re è nudo.

Giovanni Russo Spenagiurista e membro dell’Osservatorio Repressione