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Catalogna: La guardia civil attacca i seggi elettorali

Alle prime ore del mattino, nonostante la pioggia battente, ai 200 seggi occupati venerdì se ne sono aggiunti altri 1000 aperti a furor popolare. I Mossos d’Esquadra che si sono presentati ai seggi per chiuderli e sgomberarli hanno dovuto fare marcia indietro tra gli applausi dei presenti. Le urne sono arrivate a tutti i seggi aperti, che sono la metà dei 2400 previsti, e alle nove dovrebbero iniziare le operazioni di voto. Per aggirare la chiusura di alcuni seggi la Generalitat catalana ha creato un censo elettronico universale che permette ad ogni elettore di votare in qualsiasi seggio. Si segnalano aggressioni fasciste a Badalona, Casteldefels e Hospitalets, grandi centri della cintura ex industriale di Barcellona

La Guardia Civil di Madrid, in assetto antisommossa e con modalita’ fasciste irrompe in un palazzetto dello sport nel seggio di Sant Julia de Rumis a Girona!

Porte a vetri sfondate, cittadini catalani rastrellati e buttati fuori dal seggio elettorale con una violenza di antica memoria, decine di persone ferite!

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I catalani, increduli, oppongono una resistenza passiva cantando il loro inno!

Centinaia di poliziotti incappucciati entrano nel ministero catalano per l’istruzione sspintonando i presenti, la gente canta e e lancia slogan. Alla fine la polizia si ritira.
In totale sono dispiegati in Catalogna un totale di 12.000 effettivi della Polizia Spagnola

https://twitter.com/rominapenate/status/914376354216341504

Molti feriti a causa di una carica della polizia contro un seggio nell’Eixample di Barcellona. La televisione aggiorna a 40 il numero dei feriti in varie città del paese.

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Cariche a Barcellona contro la gente inerme e gli anziani. In un seggio di Barcellona la polizia sequestra le urne. La folla intona Els Segadors, l’inno catalano.

Quattro persone sono rimaste lievemente ferite dopo che ignoti hanno sparato contro un seggio con un fucile da caccia la notte scorsa a Manlleu in Catalogna. Lo riferisce il giornale La Vanguardia. I feriti si trovavano sulla porta della scuola Puig Agut, parte di un gruppo di occupanti dei Comitati di difesa del referendum intenzionati a difendere il seggio. La polizia sta indagando, ma non ci sono stati al momento arresti.

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La corrispondenza di Victor Serri,  corrispondente da Barcellona per Radio Onda d’Urto e fotografo del settimanale catalano “La Directa”, che  racconta del clima in città alla vigilia del voto. Ascolta o scarica

Il portavoce del governo catalano Jordi Turull ha affermato che ‘dai tempi del franchismonon si vedeva una repressione e una ‘violenza di Stato” come quella esercitata oggi dalle forze spagnole “contro la democrazia’ in Catalogna.

Il sindaco di Barcellona, Ada Colau, ha usato Twitter per commentare “un capo del governo codardo ha inondato di polizia la nostra città. Barcellona città di pace, non ha paura”.  L’esito del referendum non è dato comunque scontato, la popolazione catalana sta difendendo il diritto di votare, e anche molte persone contrarie all’indipendenza sono in strada a garantire che il referendum si possa svolgere.

A Sabadell la Guardia Civil è costretta ad arretrare sotto la spinta di una folla straripante.

Finora negli ospedali catalani sono stati curati circa 40 tra attivisti e votanti a causa della violenza della polizia, tre i feriti gravi.
Il ministero degli interni spagnolo difende la”proporzionalitá” dell’intervento della polizia. A Placa de Catalunya è in atto una provocazione da parte di un gruppo di fascisti. Nei seggi dove si può votare ci sono lunghissime file, precedenza viene data alle persone disabili e agli anziani.

Si stanno verificando aggressioni da parte di fascisti spagnoli:

Aggressione a un giovane indipendentista in Plaça Catalunya

A Cornellà aggredito un ragazzo che stava andando a votare

La polizia sequestra le urne in una scuola. Tanto la polizia nazionale quanto la Guardia Civil stanno usando le pallottole di gomma contro la folla che difende i seggi, nonostante in Catalogna una legge regionale ne proibisca l’uso dopo i morti causati negli scorsi anni. Secondo la Generalitat si starebbe votando nel 72% dei seggi previsti, anche se nelle città più grandi i seggi presi d’assalto e chiusi dalla polizia sono molti

Una delle pallottole di “gomma” sparate dalla PN

 

Video de “La directa” del momento in cui viene ferito all’occhio un manifestante

Video di Catalan News della stessa carica

 

 

 

Come promesso nei giorni scorsi, in alcuni casi i pompieri catalani hanno formato cordoni per proteggere elettori e attivisti e impedire così lo sgombero dei seggi. La Guardia Civil manganella anche loro.

polizia civil

La solidarietà internazionalista si sta muovendo: nello Stato spagnolo sono stati convocati presidi in almeno 30 città (singolare che gli spagnoli spalleggino i catalani che vogliono andarsene per non pagare le tasse allo Stato); in Italia, oltre al presidio di Napoli, tra poco ne comincerà un altro a Palermo (ore 18 al Consolato spagnolo); a Londra manifestazione a Piccadilly Circus; anche a Edimburgo centinaia di persone manifestano in favore del Referendum.

  • Una delle pallottole di “gomma” sparate dalla PN

 

Quando mancano pochi minuti alla chiusura dei seggi (alle 20), la notizia più importante viene dal Governo catalano: la Policia Nacional e la Guardia Civil sono riuscite a chiudere solamente 92 collegi dei 2315 totali, ovvero giusto un 4 %. In questo link una mappa interattiva che descrive la situazione dei seggi aperti (in verde) e chiusi (in rosso). Non vengono ancora rilasciati dati ufficiali dell’affluenza, anche se si vocifera che abbia raggiunto il 50 % nei seggi in cui tutto si è svolto senza incidenti e repressione.

La Generalitat e le organizzazioni indipendentiste hanno invitato la popolazione a resistere ancora in queste ore per portare a casa il risultato del Referendum: a questo proposito in molti municipi alcuni seggi sono già stati chiusi e le urne concentrate in quelli ancora aperti. In questo modo si cerca di raggruppare quante più persone possibile per resistere alle cariche della polizia spagnola.

Il numero dei feriti pare essere salito a 500, di cui alcuni gravi.

Questo è accaduto a Sabadell: i manifestanti hanno ricacciato indietro la Policia Nacional.

Nel frattempo, iniziano ad arrivare le prime critiche ufficiali alla repressione del governo Rajoy: il vicepresidente del Parlamento europeo Dimitris Papadimoulis ha definito l’operato della polizia spagnola come una vergogna per l’Europa. I primi ministri di Belgio, Slovenia, Scozia hanno condannato la repressione.

La partita di calcio tra Barcellona e Las Palmas si giocherà a porte chiuse: in un primo momento il Barcellona aveva deciso di non giocare come gesto di protesta verso la repressione, poi è ritornata sui suoi passi per evitare sanzioni. Alcuni membri del direttivo del Barça si sono dimessi per protesta.

Secondo il dipartimento della salute catalano al momenti si contano 761 persone ferite di queste 128 hanno dovuto ricorrere alle cure ospedaliere e due versano in gravi condizioni

l presidente del governo spagnolo Mariano Rajoy ha annunciato in conferenza stampa che non è avvenuto alcun Referendum (“è stata solo una messinscena”), e ha rivendicato l’operato repressivo delle forze di polizia. Difatti il bilancio della giornata, al momento, parla solo di: 92 seggi chiusi, 320 seggi attaccati, 3 arresti, 761 feriti di cui 128 in ospedale e due in gravi condizioni. In Catalogna oggi c’è stata una messinscena.

Il governo catalano, dal canto suo, ha calcolato che si sono mobilitate circa 3 milioni di persone, anche se non corrispondano al numero esatto dei voti (a causa della repressione). L’affluenza è stimata attorno al 57 %. Non sarà possibile avere dati certi prima delle 22, quando probabilmente arriveranno i primi risultati dello scrutinio.

Da evidenziare che nessuno sta tornando a casa: sono ancora migliaia le persone che difendono i seggi e attendono di conoscere i risultati.

La solidarietà internazionalista ha mobilitato quasi 5mila persone a Madrid e almeno 3mila a Valencia.

(diretta da Prometeo)

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(seguiranno aggiornamenti)