Farmaci a base di marijuana. Malato di sclerosi multipla denunciato per spaccio
- luglio 07, 2010
- in vittime della fini-giovanardi
- Edit
«Mi hanno trattato come un criminale. Sarebbe bastata una ricerca su Google per scoprire la triste verità. Sono un malato di sclerosi multipla. Non uno spacciatore. Solo per questo nell’armadietto tengo un farmaco che contiene cannabis». Andrea Trisciuoglio, 32 anni, racconta con serenità e determinazione la scena vissuta due giorni fa. I Carabinieri si sono presentati a casa sua, a Foggia, con un mandato di perquisizione per detenzione di stupefacenti: «Pensi che prima di bussare alla porta hanno chiesto alla vicina. Forse temevano che scappassi. Io, che ho appena ripreso a camminare. In casa c’erano mia moglie e mio figlio di sedici mesi. Un trauma per tutti. La pace familiare turbata. No, non finisce qui. Perché non deve accadere ad altri».
Sembra un episodio di «Scherzi a parte». Invece è tutto vero. Trisciuoglio si cura con una medicina a base di cannabinoidi, il «Badiol», rimborsato dal servizio pubblico pugliese. Boccette con infiorescenze di canapa, contenente due principi attivi estratti dalla marijuana. I carabinieri ne hanno trovate due. Altre 8 ne avrebbero ritirate il giorno dopo. Niente da nascondere dunque. Tanto più che lui aveva dichiarato pubblicamente di usare la cannabis. «La prendo da circa un anno e mi ha fatto bene. Mi muovevo a fatica. Ora non ho spasmi, dolori e la rigidità tipiche di questa degenerazione del sistema nervoso. E già questo è sufficiente per affermare che la medicina è valida. A me basta aver riacquistato l’autonomia».
Consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni, ex agente immobiliare, Trisciuoglio percepisce una pensione di invalidità di 250 euro al mese. Il suo avvocato d’ufficio, Luigi Follieri, ex senatore del Partito Popolare, confida nell’archiviazione dell’inchiesta. Per ora sul suo capo pesa una denuncia in base all’articolo 73 del decreto 309-90, quello sulla detenzione a fine di spaccio di stupefacenti. Non risulta che altre persone abbiano ricevuto lo stesso trattamento. «Credo che in caso di patologie capaci di compromettere seriamente la qualità della vita la prescrizione di farmaci con cannabinoidi sia più che dovuta», commenta Francesco Schittulli, presidente della Lega italiana per la lotta ai tumori. «Un episodio ingiustificabile. Un’esibizione di arroganza e cecità», è sgomenta Maria Antonietta Coscioni, presidente dell’omonima associazione, in sciopero della fame da otto giorni per denunciare i problemi dei malati di Sla (sclerosi laterale amiotrofica).
Sembra un episodio di «Scherzi a parte». Invece è tutto vero. Trisciuoglio si cura con una medicina a base di cannabinoidi, il «Badiol», rimborsato dal servizio pubblico pugliese. Boccette con infiorescenze di canapa, contenente due principi attivi estratti dalla marijuana. I carabinieri ne hanno trovate due. Altre 8 ne avrebbero ritirate il giorno dopo. Niente da nascondere dunque. Tanto più che lui aveva dichiarato pubblicamente di usare la cannabis. «La prendo da circa un anno e mi ha fatto bene. Mi muovevo a fatica. Ora non ho spasmi, dolori e la rigidità tipiche di questa degenerazione del sistema nervoso. E già questo è sufficiente per affermare che la medicina è valida. A me basta aver riacquistato l’autonomia».
Consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni, ex agente immobiliare, Trisciuoglio percepisce una pensione di invalidità di 250 euro al mese. Il suo avvocato d’ufficio, Luigi Follieri, ex senatore del Partito Popolare, confida nell’archiviazione dell’inchiesta. Per ora sul suo capo pesa una denuncia in base all’articolo 73 del decreto 309-90, quello sulla detenzione a fine di spaccio di stupefacenti. Non risulta che altre persone abbiano ricevuto lo stesso trattamento. «Credo che in caso di patologie capaci di compromettere seriamente la qualità della vita la prescrizione di farmaci con cannabinoidi sia più che dovuta», commenta Francesco Schittulli, presidente della Lega italiana per la lotta ai tumori. «Un episodio ingiustificabile. Un’esibizione di arroganza e cecità», è sgomenta Maria Antonietta Coscioni, presidente dell’omonima associazione, in sciopero della fame da otto giorni per denunciare i problemi dei malati di Sla (sclerosi laterale amiotrofica).
fonte: Corriere della Sera
Share this:
sono della zona …
invece una signora di vico del gargano è stata assolta dal reato di coltivazione ….non riesco a trovare la pagina web della gazzetta di capitanata…sennò ve la segnalavo…