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denunce ad attivisti napoletani per le contestazioni a Roma contro la Bertolaso

Lo scorso 18 febbraio, a poche settimane dallo scoppio dello scandalo della “cricca” che vedeva scoperchiare con l’inchiesta di Perugia il mare di corruzione nella gestione dei grandi eventi, si teneva a Roma davanti a Palazzo Chigi un presidio contro la riforma della Protezione Civile in s.p.a. Il presidio fu convocato nell’ambito di una campagna nazionale contro la riforma della protezione civile in s.p.a. portata avanti da diversi comitati di base come la rete 3e32 di L’Aquila, il Presidio permanente contro la discarica di Chiaiano e Marano, la Rdb nazionale, i Vigili del Fuoco della Rdb, pezzi della Cgil, il popolo viola e tante altre realtà che lanciarono le mobilitazioni a partire da un convegno tenutosi a L’Aquila il 23 gennaio scorso.
La manifestazione come racconta la cronaca di quella giornata del portale Global Project, fu caratterizzata da diversi momenti di tensioni registrati sotto palazzo Chigi. Su tutti senza dubbio la contestazione al deputato del Pdl ed avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini che fu oggetto di dure contestazioni e fu costretto a rifugiarsi in una libreria nei pressi di Palazzo Chigi per sfuggire alle contestazioni verbali dei comitati.
Anche alcuni politici che transitarono per il presidio furono oggetto di critiche da parte dei presidianti come il caso di Di Pietro e Donadi del Idv accusati di venire a fare passerella.
Quella giornata servì oltre che a bloccare la riforma della protezione civile (la commissione stralciò l’articolo del decreto 195 che prevedeva la trasformazione della protezione civile in una s.p.a. in house) anche a denunciare la gestione dei grandi eventi come un sistema di corruzione strutturale che vedeva i soldi pubblici finire nelle tasche di funzionari dello stato e imprenditori loro amici.
Quelle stesse inchieste a mesi di distanza c’hanno raccontato anche di peggio !
Fu proprio lo striscione del Presidio permanente di Chiaiano esposto sulla staccionata davanti a Palazzo Chigi a stimolare l’ossessione degli agenti della Digos della Questura di Roma. Sullo striscione c’era scritto “Monnezza, appalti e ricostruzione – Un mare di corruzzione – Bertolaso Ladro in S.p.a.”. Gli agenti della Digos della Questura di Roma arrivarono ad impartire ordini ad un poliziotto del reparto mobile di posizionarsi in prossimità della parola “ladro” per impedire la visuale dell’intera frase dalle finestre del Palazzo…
Un’ossessesione vera e propria….!
Alla fine del presidio alcuni funzionari della Digos impedirono che lo striscione fosse portato via chiedendo una ingiustificabile indentificazione dei “proprietari” dello striscione.
Un gesto incomprensibile e soprattutto fuori da ogni logica di diritto. Il presidio era autorizzato, ed organizzazioni sindacali nazionali come la Rdb ne avevano chiesto ed ottenuto l’autorizzazione (quindi non c’e’ nessuna manifestazione non autorizzata). Alla fine una decina di attivisti furono identificati per poter portare via lo striscione.
Oggi arrivano 7 denunce per manifestazione non autorizzata da parte della Procura della Repubblica di Roma. Ad esserne destinatari attivisti del Presidio permanente di Chiaiano, del Laboratorio Insurgencia e dirigenti sindacali del Rdb.
Forse continua il conto aperto di Bertolaso nei nostri confronti, abbiamo ormai materiale a sufficienza per incontrarci nelle aule dei tribunali per diversi anni….
Fino ad ora immaginavamo solo al Tribunale di Napoli, oggi invece scopriamo che dovremo andare a difenderci da accuse inesistenti (siamo curisosi di leggere l’eventuale motivazione del rinvio a giudizio) anche a Roma.

Presidio permanente di Chiaiano e Marano
Laboratorio Occupato Insurgencia