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Aversa (Caserta): Un “imprenditore dell’accoglienza” spara a un migrante

In un centro di accoglienza, a Gricignano d’Aversa in provincia di Caserta, un italiano – Carmine Della Gatta, a detta del giornale Il Mattino “imprenditore figlio di imprenditori”, chiamati i Berlusconi del paese – ha esploso colpi di pistola nei confronti di un giovane diciannovenne gambiano Bobb Alagiee riducendolo in fin di vita.

Notte di terrore al Centro Temporaneo di Accoglienza “La Vela” a Gricignano di Aversa, in provincia di Caserta.

Vittima un 18enne cittadino del Gambia, B.A., gravemente ferito da un colpo di pistola sparato da uno dei soci della struttura, il 43enne Carmine Della Gatta.

Gli accertamenti dei militari dell’Arma hanno consentito, anche grazie alle dichiarazioni rese da un testimone, di individuare, identificare e sottoporre a fermo il feritore. Il giovane è stato soccorso da alcuni passanti e trasportato da personale del 118 presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale San Giuseppe Moscati di Aversa e trasferito al Cardarelli di Napoli dove si trova in rianimazione e in prognosi riservata per le sue gravi condizioni. I motivi del gesto sono riconducibili ad alcune manifestazioni di protesta inscenate dal ragazzo. La successiva perquisizione nell’abitazione del fermato da parte dei carabinieri, ha permesso di rinvenire e sottoporre a sequestro 4 fucili e 2 pistole.

Dal 2011 la Campagna LasciateCIEntrare e l’Associazione Garibaldi 101 di Napoli hanno più volte denunciato il ricorso alle armi di numerosi gestori dei centri d’accoglienza sul territorio campano allo scopo di intimorire e terrorizzare i migranti ospiti. Modalità mafiose, oltre che totalmente fuorilegge.

Yasmine Accardo, Referente dei territori della Campagna: “L’ennesima tragedia annunciata. Le nostre denunce sono state più volte ignorate. Alcune addirittura archiviate. Le vittime non parlano per il timore di connivenze o la paura di non essere tutelati a seguito della loro denuncia. In molti casi, i migranti ci raccontano di continue minacce. A volte solo verbali, a volte con le armi”. E prosegue: “La situazione nei centri è disastrosa. Gli ospiti non solo si sentono trattati come animali, senza alcun rispetto, ma vivono continuamente nella paura per la loro incolumità. E l’ultimo episodio non ne è che la dimostrazione. I centri di “malaccoglienza” si stanno moltiplicando sul nostro territorio. Luoghi dove ciò che importa è il solo tornaconto economico, a scapito dell’accoglienza e della tutela dei richiedenti asilo e rifugiati. E la malaccoglienza uccide”

Al momento sono oltre 150mila i richiedenti sistemati in palestre, ristoranti, alberghi, improvvisati in fretta da cooperative e associazioni, emergenza dopo emergenza, senza controlli sugli standard minimi di accoglienza. E di sicurezza. Una realtà parallela, nata e sviluppatasi nel corso degli anni, dove nel rimpallo Ministero dell’Interno-Prefetture, si è scelto di continuare nella corsa alla ricerca di posti da riempire, favorendo così la speculazione privata, nelle cui pieghe si annida sempre il pericolo delle infiltrazioni criminali. E mortali.

da MaiPiùCie