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Il VII Reparto mobile di Bologna contro la vigilanza democratica e l’attuazione della Costituzione!

Solidarietà con Rosalba e la redazione del sito Vigilanza Democratica sotto processo presso il Tribunale di Milano perché lottano contro l’impunità e gli abusi delle forze dell’ordine, per la difesa dell’articolo 21 della Costituzione e l’introduzione di un effettivo reato di tortura!

Il 5 febbraio, presso il Tribunale di Milano, si apre il processo per “diffamazione” contro la compagna Rosalba della redazione di Vigilanza Democratica [Vigilanza Democratica] e militante del Partito dei CARC, “colpevole” di lottare per l’attuazione della Costituzione, contro gli abusi di polizia e l’impunità. In particolare sono perseguiti perché lottano per lo scioglimento di uno dei reparti speciali che nel corso degli ultimi quindici anni circa (ossia dal G8 di Genova in poi) si è “distinto” per la sua violenza nei confronti di liberi cittadini, godendo spesso di coperture ad alto livello e assoluzioni nelle aule di tribunale.

Il procedimento contro Rosalba è stato avviato con la denuncia sporta proprio da un agente del VII Reparto mobile: Vladimiro Rulli. Costui si è “risentito” perché il sito Vigilanza Democratica (intestato a Rosalba) il 22 gennaio 2013 ha “osato” denunciare apertamente i crimini del suddetto reparto con un pubblico Appello alla società civile “Cosa deve ancora accadere perché il VII Reparto mobile di Bologna venga smantellato?”, con cui chiamava tutti coloro che vogliono attuare la Costituzione a prendere posizione, a mobilitarsi e a sostenere la campagna per lo scioglimento del reparto e per l’introduzione del codice identificativo per gli agenti in servizio e del reato di tortura nel codice penale. Insomma, a prendere posizione per mettere fine alla storia di un reparto che negli anni è stato artefice di violenza indiscriminata, come documenta il dossier prodotto da Vigilanza Democratica Copwatching controllare i controllori (guarda qui), godendo di protezioni ad alti livelli.

Vladimiro Rulli assieme ad altri sette agenti del VII Reparto mobile (Luca Iodice, Antonio Tota, Massimo Coppola, Michele Granieri, Bartolomeo Nemolato, Ivano Pangione e Giuseppe Valente) è stato processato presso il Tribunale di Verona per il pestaggio di Paolo Scaroni, l’ultras del Brescia 1911 che il 24 settembre 2005 nella stazione di Porta Nuova ha rischiato di essere ucciso nel corso di cariche ingiustificate contro i tifosi in rientro dalla trasferta. Oggi Paolo è totalmente invalido a causa del pestaggio subito. I poliziotti, invece, sono stati tutti assolti (alcuni per “insufficienza di prove” e altri perché “il fatto non sussiste”). Nessuno ha preso in mano il manganello quel giorno, nessuno ha reso Paolo invalido quel giorno! Il pestaggio di Paolo è rimasto impunito, senza alcun colpevole e lui non sa neanche se potrà avviare una causa per il risarcimento del danno (qui il comunicato degli ultras Brescia 1911).

Ma effettivamente quale poteva essere l’esito del processo di Verona dato che la prova principale che inchiodava i colpevoli, ovvero il video con registrate le cariche della polizia nei confronti degli ultras, ha subito un taglio di dieci minuti… esattamente quelli in cui Paolo veniva massacrato?

Ebbene ora Vladimiro Rulli, dato che “giustizia è stata fatta”, ha denunciato per “diffamazione” Rosalba e Vigilanza Democratica per la battaglia di democrazia condotta e porta la compagna come imputata davanti ad un giudice: insomma, oltre al danno la… ritorsione!

L’attacco a Rosalba e l’accanimento verso Vigilanza Democratica ha radici profonde nello Stato. Questa ritorsione proviene direttamente dal VII Reparto mobile (Vladimiro Rulli esegue ordini) e da quell’insieme di apparati repressivi dello “Stato profondo” che si sono legati al dito la battaglia condotta dal 2009 al 2013 contro il procedimento orchestrato dal PM Morena Plazzi di Bologna nei confronti di quattro compagni del Partito dei CARC, dell’Associazione Solidarietà Proletaria e del Sindacato Lavoratori in Lotta-per il sindacato di classe a seguito della realizzazione da parte del (nuovo)Partito comunista italiano del sito “Caccia allo sbirro”.

Questo sito è stato creato per rendere noti volti e nomi di agenti delle forze dell’ordine che commettono abusi e violenze, che si infiltrano nei movimenti politici e sociali per fare il “lavoro sporco” (spiare, provocare, intimidire, creare false prove, ecc.), che svolgono azioni completamente illegali (come avvenuto con la strategia della tensione e il sequestro di Abu Omar, per fare solo degli esempi), per spezzare l’anonimato e contrastare l’impunità cui spesso si accompagnano promozioni e scatti di carriera (come avvenuto con il G8 di Genova). In sintesi: il sito è funzionale all’applicazione della Costituzione e alla tutela dei cittadini. Il sito “Caccia allo sbirro” è stato oggetto di una dura campagna da parte di forze di destra e sindacati di polizia e, anche, di attacchi da parte di hacker. La compagna Rosalba era tra gli imputati in questo processo e, come gli altri tre imputati, anche lei è stata assolta dopo una lunga battaglia giudiziaria e politica (vedi comunicato di assoluzione). E’ nel corso di questa lotta che venne creato il sito Vigilanza Democratica e avviata la battaglia per lo scioglimento del VII Reparto mobile. Un filo nero, nero abuso, nero violenza, nero sopraffazione, nero ritorsione, nero fascismo, nero eversione collega quindi il processo per il sito “Caccia allo sbirro” con quello che il 5 febbraio inizierà contro Rosalba e la redazione di Vigilanza Democratica.

Non staremo in silenzio davanti a questa ritorsione poliziesca e affronteremo questo processo lottando, passando da accusati in accusatori, con il preciso obiettivo di rivoltarlo contro chi ne è artefice e contro chi ne è mandante, per rafforzare la lotta contro l’impunità e gli abusi da parte delle forze dell’ordine!

Chiamiamo a prendere posizione pubblica contro questo attacco tutti i candidati alle elezioni politiche e alle elezioni regionali della Lombardia, tutte le forze politiche, democratiche e progressiste presenti nel paese che hanno a cuore l’applicazione della Costituzione, che si battono per “la verità e la giustizia”, contro la repressione, gli abusi di polizia e l’impunità.

Lanciamo l’appello ad esprimere solidarietà con Rosalba e con la redazione di Vigilanza Democratica:

– partecipando al presidio di solidarietà e lotta che si terrà il 5 febbraio h. 11.30 davanti al Tribunale di Milano in occasione della prima udienza del processo. Seguiranno altre iniziative su cui terremo aggiornati;

– prendendo posizione pubblicamente con comunicati o inviando all’indirizzo carc@riseup.net foto con cartelloni con su scritto: Io sto con Rosalba e con chi applica la Costituzione. Basta abusi e impunità!”,

– inviando un contributo per le spese legali sulla Postepay n. 5333 1710 0024 1535 intestata a Gemmi Renzo. Ogni contributo, anche piccolo, è importante per portare avanti la battaglia e vincere.

La solidarietà è un’arma, usiamola!
Il 5 febbraio h. 11.30 tutti al tribunale di Milano!