Tre anni di carcere per chi contesta
- luglio 12, 2013
- in emergenza, lotte sociali, misure repressive
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La proposta di legge del PdL è arrivata alla Camera. Dovrà servire a zittire le contestazioni in piazza o negli eventi pubblici. Messa allo studio dopo la contestazione di Berlusconi a Brescia, potrebbe tornare utile a tutti gli esponenti del partito unico.
Due giorni fa alla Camera, è approdata una proposta di legge presentata dal PdL. Primo firmatario l’on. Ignazio Abrignani. La proposta di legge prevede pene piuttosto pesanti per chiunque disturbi una manifestazione politica.
“Chiunque con qualsiasi mezzo impedisce o turba una riunione politica, sia pubblica che privata, è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 1.000 a 2.500 euro – recita letteralmente il testo, il quale aggiunge significativamente che “se la riunione è di propaganda elettorale la multa è raddoppiata”.
E’ prevista inoltre un’aggravante, con la “reclusione da due a cinque anni” qualora che il contestatore sia un pubblico ufficiale. E’ dallo scorso maggio, infatti, che il parlamentare del PdL Abrignani lavora a questa proposta di legge.
Tutto era cominciato subito dopo la manifestazione del Pdl a Brescia del 12 maggio, quando Berlusconi fu duramente contestato da una piazza che si era ritrovata spontaneamente e durante la quale c’erano stati forti momenti di tensione fra i fedelissimi del Cavaliere e i suoi “contestatori”.
Dopo Brescia, Berlusconi aveva deciso di annullare la sua partecipazione ai comizi pubblici. Subito dopo, il capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta era partito alla carica sulle pagine de”Il Giornale” denunciando che “Se non si interviene subito, il virus delle contestazioni sistematiche sarà legittimato e diverrà endemico, così da indurre a rinunciare a incontri pubblici di chi è sgradito a qualcuno”.
Ovviamente il deputato del PdL estensore della proposta di legge premette di non volere azzerare il dissenso: “Si tratta di assicurare la libertà di manifestare, garantita dalla Costituzione”. Quindi, una legge che preveda il carcere per chi manifesta “contro qualcuno” serve e garantire la “libertà di manifestare” di qualcun altro. Un assioma in linea con la cultura liberale “di destra” che oggi tende sempre più a convergere con la cultura liberale “di sinistra” nel partito unico.
Federico Rucco da contropiano
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