Più scuro della mezzanotte. I neofascisti di CasaPound e l’onda nera d’Europa
- febbraio 03, 2018
- in antifascismo
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Chi ha detto che più scuro della mezzanotte non può venire? L’onda nera d’Europa non risparmia l’Italia.
Ogni tempo ha il suo fascismo, anche il Terzo millennio. CasaPound Italia, movimento neofascista, partecipa alle elezioni del 4 marzo con candidati in tutti i collegi d’Italia. I sondaggi? Quelli commissionati da Libero li danno al 2-3%, mentre Euromedia Research e l’istituto Bidimedia attestano percentuali tra lo 0,5 e lo 0,6%. Poi, ci sono i risultati delle ultime amministrative quando, nei Comuni dove si è presentata, CasaPound ha ottenuto una media del 2,1% eleggendo due consiglieri a Lucca (con quasi l’8%), uno nel grossetano, a Campagnatico, e un altro a Todi (dove è appena sotto il 5%). Da novembre 2017, poi, la Tartaruga ha il suo primo sindaco a Trenzano, nel bresciano, dopo che Andrea Bianchi si è convertito al neofascismo lasciandosi alle spalle il passato in Forza Italia e Popolo delle libertà; e il suo record a Ostia con il 9,1% e l’elezione di Luca Marsella che ha già ottenuto la sua prima vittoria: è stata approvata la mozione di CasaPound per chiudere il centro d’accoglienza all’Infernetto e utilizzare la struttura come centro per i malati di Alzheimer.
Madrina vip a parte, Nina Moric è ormai il volto pop dei neofascisti, l’organizzazione sta registrando un’evidente crescita in popolarità: dalle cento sezioni aperte in tutta Italia all’intensificazione delle attività sociali del suo rivolo di associazioni, al boom sui social network con oltre 235mila like su facebook. Complice una sovraesposizione mediatica, inaugurata da un Enrico Mentana raggiunto di corsa da Corrado Formigli, Lucia Annunziata e i principali media italiani. Tv incluse, dove a tutte le ore del giorno e della notte, persino in prima serata, il candidato premier Simone Di Stefano è l’ospite esotico di turno. I “ragazzi di CasaPound” – così spesso vengono presentati in tv – riusciranno a sfondare il 3%? Il brutto risveglio di settembre 2017, quando l’Europa ha visto entrare i 94 deputati di estrema destra di Afd nel Bundestag, val bene la domanda.
Breve storia della Tartaruga crociata
Né di destra né di sinistra, neofascisti. Le origini di CasaPound risalgono alla seconda metà degli anni 90 con le serate al pub Cutty Sark di Roma e la fondazione degli Zetazeroalfa, band nata nel 1997, che ne produce la colonna sonora. Nel 2002, il 12 luglio, la prima occupazione – che non porta ancora il nome di CasaPound ma di Casa Montag – in via Tiberina 801, nella Capitale. È la prima di una serie di “Occupazioni non conformi (Onc)” di edifici disabitati: “La pratica esclusiva della sinistra è pugnalata a morte”, esultano. Successivamente, Casa Montag sarà abbandonata dal gruppo originario e passerà tra le mani di diverse compagini politiche. Intanto, il gruppetto originario si dedica al colpaccio: il 26 dicembre 2003 occupa lo stabile di via Napoleone III, al numero 8, nel quartiere Esquilino di Roma. Un’Occupazione a Scopo Abitativo (Osa), che prenderà il nome del poeta Ezra Pound nonostante la figlia del poeta abbia espressamente protestato: “Mio padre non abita a CasaPound”. Tra un’occupazione, una distruzione (il Cutty Sark viene semidevastato da una bomba piazzata da anonimi) e uno sgombero, nel 2005 CasaPound partecipa per la prima volta alle elezioni.
Chi sono i “ragazzi di CasaPound”
L’ultima è dello scorso 27 gennaio quando, davanti all’istituto alberghiero Colombatto di Torino, i militanti di Blocco Studentesco hanno aggredito gli studenti che protestavano contro il loro volantinaggio fuori dalla loro scuola. Blocco studentesco è l’organizzazione studentesca di CasaPound che ha fatto un grosso investimento nei licei e negli istituti del Paese. I piccoli fascisti del Terzo Millennio, al grido di “Giovinezza al potere!” si autodefiniscono “un movimento rivoluzionario di rottura con quella che è la scuola di oggi, la scuola-azienda dove le idee sono proibite, dove gli studenti non contano nulla, dove a farla da padroni sono i professori nostalgici del ’68 e i presidi-manager”. E così collezionano consenso e spadroneggiano per i corridoi delle nostre scuole, alle ultime elezioni studentesche i giovani neofascisti hanno incassato 56mila preferenze, 200 eletti e 3 consulte provinciali: Ascoli, Fermo e Viterbo.
L’aggressione del Blocco studentesco – che trovate tra le notizie come “scontri” o “maxi rissa” – è l’ultima in ordine cronologico delle centinaia di aggressioni fasciste consultabili nella mappa di “Infoantifa Ecn” che, nell’anonimato, monitora e raccoglie notizie, denunce e segnalazioni: 133 dal 2014 a oggi, e più della metà sono state commesse da CasaPound Italia. Bengalesi pestati, irruzioni a incontri con il mondo Rom, aggressioni squadriste, porte di circoli date alle fiamme, minacce sui social. I “ragazzi di CasaPound” – come si ostina a dipingerli il mainstream – hanno qualche cattiva abitudine. Lo stesso Simone Di Stefano il 16 dicembre 2013 fu condannato a tre mesi di reclusione per furto aggravato e al pagamento di una multa di 100 euro per il furto della bandiera europea del 14 dicembre durante un blitz nella sede Ue a Roma.
I candidati non potevano certo essere da meno. Nel collegio napoletano per la Camera dei Deputati si punta su Emmanuela Florino, figlia dell’ex senatore Msi Michele Florino, e Giuseppe Savuto, ritenuto nel 2013 dai magistrati uno dei capi dell’ala militare di CasaPound. Andrea Palladino, sulle pagine de L’Espresso ricostruisce le vicende giudiziarie dei due. Ma di picchiatori ce ne sono altri, come Filippo Castaldini da Trento, condannato a maggio 2017 a seguito dell’aggressione ad alcuni militanti di sinistra; e come Francesco Amato, responsabile Sport di CasaPound, condannato l’11 dicembre 2017 a 3 anni e 7 mesi per resistenza aggravata e lesioni durante gli scontri con la polizia a Casale San Nicola del 17 luglio 2015.
Dai picchiatori all’avvocato di Licio Gelli, passando per gli amici degli Spada.
Chi manderebbe CasaPound in Parlamento.
Nazionalisti, xenofobi, antieuropeisti. Neri, nerissimi. CasaPound non si nasconde affatto e schiera tra i capolista picchiatori a processo per associazione sovversiva, un quasi piduista, gli “amici del clan Spada”. Qualche esempio della sfacciataggine della Tartaruga:
Augusto Sinagra, capolista nel Lazio, è stato avvocato difensore dell’ei fu “venerabile” della P2 Licio Gelli, la loggia massonica che negli anni 70 cospirava un golpe fascista di stampo sudamericano in Italia. Sinagra risulta iscritto alla P2 con tessera 2234 ma non ha fatto in tempo a entrarci perché prima della sua iniziazione le liste vennero sequestrate. Oggi è docente di diritto delle Comunità europee alla Sapienza di Roma, ma nella sua carriera di avvocato ha rappresentato e difeso il governo turco nel caso Ocalan e alcuni colonnelli vicini al dittatore argentino Jorge Rafael Videla, incluso il torturatore Jorge Antonio Olivera scarcerato nel 2000 dalla Corte d’Appello di Roma grazie alla presentazione di un certificato rivelatosi poi falso.
Ancora nel Lazio CasaPound schiera Carlotta Chiaraluce, la candidata non eletta al Campidoglio che registrò l’impressionante 9% a Ostia. La sua amicizia, e quella del suo compagno Luca Marsella, con Roberto Spada non sono un mistero. Spada, che è a processo per l’aggressione ai giornalisti di Nemo Daniele Piervincenzi e il film-maker Edoardo Anselmi, è stato arrestato a fine gennaio insieme ad altri 31 del suo clan per associazione mafiosa. Il suo endorsement per CasaPound su facebook e le conversazioni pubbliche con Marsella e Chiaraluce non sono più visibili, l’Autorità giudiziaria ha chiuso i profili social di Spada.
Infine gli ex delle altre destre: Fratelli d’Italia, Lega Nord, Movimento sociale. Da Fratelli d’Italia, CasaPound accoglie il “poliziotto anti immigrati” Daniele Contucci e l’ex consigliera provinciale di Milano Roberta Capotosti, nota per il saluto romano durante la commemorazione dei “ragazzi di Salò” nel 2014. Ma c’è anche qualche scontento della Lega Nord, l’ex sindaco di Cividate al Piano e l’ex consigliere comunale e provinciale di Frosinone. E ancora l’ex sottosegretario e volto storico dell’Msi Filippo Berselli e l’imprenditore Maurizio Rossi, sinonimo di Alleanza Nazionale, noto per aver fatto erigere una statua di Mussolini in un piazzale acquistato dalla sua ditta di pneumatici.
L’onda nera in Europa. Da Alba Dorata al Fn, passando per la Afd
“La Forenza non resterà certo impressa nella memoria di tutti noi, nonostante un curriculum da “guerrigliera” comunista che va dalle ricerche sugli studi gramsciani e le teorie femministe, alla lunga militanza in Rifondazione. Alzi la mano chi aveva sentito nominare l’eurodeputata”. Il tono è quello sfottente con il tipico sottofondo minaccioso di littoria memoria. I “ragazzi di CasaPound” attaccano l’eurodeputata Eleonora Forenza dalle pagine di Primato nazionale perché ha inviato una lettera al presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani per chiedere la revoca del permesso all’incontro organizzato da Alba Dorata e CasaPound il primo febbraio: “Mentre si avvicinano le elezioni nazionali in Italia potremmo vedere il candidato premier di un partito apertamente fascista come Casapound Italia, prendere la parola in Parlamento per diffondere la propaganda fascista, omofobica e razzista come fa ogni giorno in Italia. Pensiamo che il Parlamento europeo non possa permettere che ciò accada”, scrive Forenza nella lettera sottoscritta da cento eurodeputate ed eurodeputati. Ma il presidente Tajani non ha nemmeno risposto, mentre su facebook si è scatenata la gara all’insulto dei militanti contro Forenza. E l’eurodeputato di Alba Dorata Eleftherios Synadinos ha potuto così ricevere Simone Di Stefano a Bruxelles e, insieme al “formidabile alleato” (parole di Di Stefano), dire No all’Euro e all’Europa. Del resto, la Tartaruga ha scelto come suo economista di riferimento Marco Mori (candidato capolista in Liguria), euroscettico di ferro e dai toni costantemente sopra le righe, che giusto un paio d’anni fa flirtava con il Movimento 5 stelle.
Nazionalismo e sovranità nazionale sono l’asse portante di Cpi, salvo poi nutrirsi economicamente dalla “multinazionale nera” europea, il network di affari e politica che ha nel Fn di Marine Le Pen il suo centro. Ristoranti, società di comunicazione, catene di abbigliamento come la Prevert, la cui pubblicità non a caso impera sul sito del Primato nazionale. Insomma, l’onda nera avanza in tutta Europa, ecco un percorso a ritroso degli exploit più evidenti:
- Austria, ottobre 2017. Fpo, la destra oltranzista di Heinz-Christian Strache alle politiche raggiunge il 27,4%, superando i socialdemocratici e attestandosi come secondo partito in Austria.
- Germania, settembre 2017. Alternative fuer Deutschland (Adf) è terzo partito con oltre il 13%, e fa il suo ingresso per la prima volta nel Bundestag con 94 deputati (su 630).
- Francia, aprile 2017. La leader del Front National Marine Le Pen arriva al ballottaggio con Emmanuel Macron, con il 21,53%. Alle legislative francesi di giugno ha poi raggiunto il 13,2% conquistando 8 seggi in Parlamento (contro i 2 della passata legislatura).
- Olanda, marzo 2017. Il Partito per la Libertà di Geert Wilders, anti-Ue e anti immigrati, arriva secondo dietro il Vvd del premier Mark Rutte e col 13,1%, ottiene 20 seggi (5 in più rispetto al 2012).
- Grecia, settembre 2015. Alba Dorata è la terza forza politica con il 7%, 18 neonazisti siedono nel Parlamento ellenico.
- Ungheria, aprile 2014. Jobbik si attesta al 20% ed è ancora oggi il partito di estrema destra più rappresentato in un parlamento europeo. Alle imminenti elezioni del 2018 puntano a prendere il posto del premier Viktor Orban (destra nazionalista e anti-immigrazione).
Tiziana Barillà da il salto