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L’Italia non rispetta il diritto alla salute

Lucia Ercoli, responsabile del «Servizio di medicina solidale e delle migrazioni» del Policlinico di Tor Vergata, denuncia che «le Asl hanno cominciato a rifiutarsi di curare le persone senza documenti regolari».
«I reparti più sollecitati», ha sottolineato Ercoli, «sono pediatria, ginecologia e ostetricia: ormai le donne hanno paura di andare a partorire nelle strutture pubbliche perché potrebbero essere denunciate. Se ciò avvenisse, avrebbero il permesso di rimanere in Italia soltanto sei mesi dopo il parto», per poi rischiare l’espulsione e forse la separazione dal figlio.
Circa il 40 per cento delle persone che si rivolgono al centro del Policlinico di Tor Vergata proviene dall’Africa [per la maggiorparte sono nigeriani], il 40 per cento dall’Europa orientale, molti sono rom.
«Il diritto alla salute è un diritto di tutti, ma a quanto pare in Italia non viene rispettato» denuncia il medico, ricordando che la struttura dove lavora è stata presa di mira, lo scorso mese di settembre, da manifestanti razzisti. «C’è un peggioramento della ‘cattiveria’ degli italiani nei confronti degli immigrati – ha aggiunto Ercoli – Non solo esiste ancora il mito che lo straniero viene a rubare il lavoro, ma da molti l’immigrato viene considerato un essere inferiore».
Presso un secondo sportello, aperto di recente nel quartiere di Tor Marancia, il personale del «Servizio di medicina solidale» ha dovuto organizzare distribuzioni di viveri per far fronte ai bisogni urgenti di centinaia di persone che non beneficiavano di alcun tipo di servizio sociale. «Povertà e fame – ha detto ancora alla Misna la dottoressa Ercoli – è questa la sorte di centinaia di persone nelle nostre città, sotto i nostri occhi, ma che leggi restrittive rendono sempre più invisibili».

fonte: www.misna.org