Sciopero della fame e della sete per la liberazione della nave Open Arms e per bloccare i respingimenti in Libia
La situazione della Libia oggi è quella di un paese in guerra il cui territorio è diviso e controllato da diverse fazioni spesso in lotta tra loro.
E’ ormai noto a tutti che, per quasi tutte le persone (donne uomini e bambini) che scappano dalla guerra o dalla dittatura o dall’oppressione socioculturale del loro paese, la Libia è un vera e propria tappa obbligata,inferno in terra ,fatto di stupri,torture e carceri dalle condizioni disumane
Un esempio per tutti quello di Segen il ragazzo eritreo di 22 anni salvato dalla nave open arms e morto per le conseguenze della fame dopo lo sbarco a Pozzallo. Era stato 19 mesi in prigionia in Libia.
Ogni giorno che passa e che la nave open arms rimane sequestrata significa la sofferenza di decine di persone che vengono ricacciate in quell’inferno che chiamiamo Libia; picchiate maltrattate e torturate da criminali che chiamiamo guardiacoste libici o poliziotti libici,oppure la morte affogati in mare.
Tenere ancora ferma la open arms così coma la iuventa (bloccata da mesi a Trapani) ci rende responsabili di tutte queste vite martoriate o perdute. L’operato diella open arms così come quello di Iuventa è internazionalmente riconosciuto. Migliaia di vite sono state salvate grazie alla loro generosa professionalità.
Per queste ragioni…
Chiediamo che il salvataggio delle persone in mare sia effettuato solo da navi che rispettano la legge internazionale marittima e che possano condurre le persone che cercano rifugio in europa nel primo porto sicuro diaponibile.
Chiediamo che la nave open arms sia subito liberata e che il procuratore di Ragusa si renda conto dell’importanza del lavoro gratuito,professionale e umanitario di tutti i volontari dell’organizzazione Proactiva Open Arms,e che deliberi in tempi brevissimi ,per permettere che nessuna vita sia lasciata morire in mare e che nessuna vita sia costretta a perpetuatre l’orrore che si vive in territorio libico.
A seguire chiediamo che si rivaluti al più presto anche la posizione della nave Iuventa,bloccata da mesi a Trapani.
Consapevoli dell’urgenza del momento si inizierà un azione di pressione in forma di sciopero della fame il giorno 4 aprile dalle ore 9 30 ;sciopero della fame pubblico che diventerà sciopero della sete dal giorno 6 aprile ad oltranza.
Parallelamente ci sarà una alternanza di persone che parteciperanno in forma di staffetta.
I luoghi di questa azione saranno davanti alla procura di Ragusa durante la mattinata , in piazza a Ragusa il pomerggio e la sera.
Il giorno 7 e 8 aprile lo sciopero della fame e della sete si sposterà a Pozzallo per congiungersi ad altre iniziative per poi tornare nei luogi sopraindicati dal mattino del 9 aprile.
E’ il momento di fermare questa tragedia che si consuma in violazione di ogni sentimento di umanità e rispetto della dignità dell’essere umano.
Il governo italiano,il ministro degli interni Minniti devono prendere coscienza delle conseguenze della politica degli accordi con il governo Serraj e mettere fine a questa pagina obbrobriosa e vergognosa della storia dell’umanità, dell’europa e dell’Italia.
Per questa ragione l’azione dello sciopero della fame e della sete riporta simbolicamente in vita Segen ,ne mostra senza veli e pubblicamente il volto inquietante dell’oppressione e auspica che questa e tutte le altre tragedie finiscano subito e per sempre
Nicola Alessandro Arboscelli alias Irpo
Questo appello è un invito alla mobilitazione e un riassunto di quello che si sta cercando di mettere in campo in sicilia ….consapevoli dell’urgenza di una mobilitazione nazionale e si diciamolo…pure internazionale.
Qui invece cerco di fare il punto su quello che si sta mettendo in piedi in sicilia e alcune idee per potere agire coordianti e uniti a livello più ampio.
sappiamo che siamo in un momento difficile in cui ci sentiamo impotenti di fronte a un ‘onda di violenza istituzionale devastante.
per questa ragione la scelta di questa azione dello sciopero della fame e della sete in un momento in cui mi sento ,ci sentiamo imprigionati dal sentimento dell’oppressione.un oppressione che ci rende spesso immobili.
Un azione che nasce nel pieno dell’oppressione e vuole attivare e unirsi a moti di liberazione,a un processo di liberazione dalla paura e dall’isolamento per farci ritrovare la nostra vera essenza di popolo solidale.
Ora schematicamente riassumiamo i passi del nostro agire collettivo qui in terra di sicilia
-mercoledì 4 inizio dell’azione di sciopero della fame a Ragusa davanti al tribunale e in piazza…a sostegno, possibile staffette, controllo medico, volantinaggio e sensibilizzazione della popolazione, possibile presenza di personalità solidali, membri e portavoci di differenti asociazioni etc
-venerdì 6 inizio dello sciopero della sete e ipotesi su presidio bello tosto alla prefettura a palermo e catania se ci sono le condizioni per una buona riuscita….è possibile ipotizzare anche in altre provincie siciliane ma per ora sono ipotesi remote visto il livello attuale di vitalità…ma nulla è impossibile
-Sabato 6 domenica 7 Stiamo cercando di coordinarci per un presido di due giorni a pozzallo con manifestazione la domenica (probabilmente ma stiamo ancora confrontandoci) e volantinaggi e azioni di sensiilizzazione(anche artistiche e musicali se ci sono le persone) a Pozzallo il sabato e se ci sono forze su Modica e ….??
da lunedì9 è ancora aperto tutto ma la curva della pressione dovrebbe alzarsi (tralatro sarà il quarto giorno di sciopero della sete) …questo però si deve interfacciare con la reale disponibilità delle persone e le energie disponibili visto che è settimana lavorativa.
Passiamo alle idee per rafforzare e ampliare la mobilitazione.
-Presidi in settimana si possono fare in tutte le città di italia alle prefetture (si potrebbe coordinare e unire i presidi in vari giorni topici che sò venerdì e lunedì…con chi può solo venerdì e chi solo lunedì e chi ha le forze per entrambi i giorni ….Da lunedì si potrebbe pensare a presidi permanenti laddove ci siano le forze.
-pressione sulla procura con mail e lettere e tele fax …(avevo fatto già girare un appello con titolo “liberiamo la nave che salva dall’inferno libico”
-Tutte quelle realtà che gestiscono sprar e che sono genuine e solidali (ho in mente alcune cooperative vere sul territorio italiano) possono coinvolgere le persone richiedenti in forme di pressione blande o meno blande a seconda della motibìvazioe delle persone (molte sono state salvate dalla stess open arms …tutte sanno che vuol dire libia e eseere rispediti in quell’inferno.)
anche le realtà autoorganizzate meticce e migranti già consolidate sui territori e non più attaccabili dai vari decreti minniti e pratiche ricattatorie che ben conosciamo, possono metere in campo marce ,azioni,manifestazioni etc.
-Sempre nel campo richiedenti, un appello a chi come a napoli riesce a esercitare controllo sui cas e a favorire la creazione di collettivi coesi e attivi a pensare forme di protesta e pressione.
.-Qualsiasi altra azione di pressione efficace si può mettere in atto questa settimana e quelle a venire.
Altre idee sorgeranno nelle menti e nei cuori creativi e svegli dei molti che amano la libertà e la vita degna e gioiosa.
dobbiamo trovare un modo di condividere …molte persone in gamba con mailing list ,coordinamento in rete possono già pensare come condividere le proposte e le iniziative e come favorire processi di comunicazione e azione coordinata a distanza.
Presto verrà fuori l’evento,locandina del fine settimana a Pozzallo…ci tocca ancora incontrarci e sentirci per definire bene cosa faremo e poi qualcuno o vari si occupera di creare l’evento,appello,locandina .
Infine un appello a chi abbia contatti vivi di realtà attive fuoritalia a mettersi in contatto ,chiedere solidarietà ,coordinarsi,agire congiuntamente .
con affetto
Irpo