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Maxiprocesso No Tav: criminalizzare, giocando sporco

Si è tenuta venerdi a Torino una nuova udienza del maxi processo che vede imputati 52 No Tav colpevoli di aver resistito nelle giornate in difesa della Libera Repubblica della Maddalena durante l’estate di due anni fa.
Anche questa volta l’udienza si è tenuta all’interno dell’aula bunker del carcere delle Vallette, una scelta assurda e contestata fin dall’inizio ma sulla quale Pm e Procura non sembrano voler sentire ragioni, a conferma dell’isteria e dell’allarmismo che sempre più si tenta di creare attorno alla questione No Tav e in particolare ai suoi risvolti giudiziari.
Questa mattina il presidente del Tribunale ha infatti letto un’ordinanza in cui veniva bollata come ‘impossibile’ la possibilità di trasferire il processo nelle aule del Palazzo di Giustizia, rifiutando dunque la richiesta che era stata fatta dagli avvocati della difesa, adducendo motivi di ordine pubblico e chiamando in causa atteggiamenti di pubblico ed imputati che a loro dire avrebbero infastidito le precedenti udienze. Il Pm Rinaudo si è addirittura spinto ad affermare che i testimoni dell’accusa sarebbero stati minacciati dai No Tav per giustificare la permanenza del processo tra le pareti dell’aula bunker.
Anche l’ingente presenza di forze dell’ordine schierate a presidiare l’udienza contribuiva ancora una volta ad alimentare questo clima di pesantezza ed intimidazione.
Tra le principali argomentazioni dell’udienza di oggi (durata 8 ore!), l’abusato tentativo (tutte le volte rispedito al mittente) di dividere notav “buoni” da no tav “cattivi”. Le prove presentate sono state organizzate attraverso il prelievo di pochi secondi di filmato da flussi d’immagine ben più ampi, tali da impedire la ricostruzione della dimensione più generale della giornata (e quindi, anche le violenze e i lacrimogeni tirati ad altezza uomo dalle forze dell’ordine), isolando i fatti dal loro contesto.

Il gioco sporco che Pm e Questura stanno portando avanti nella propria guerra ai No Tav si è palesato poi per altri due aspetti: la procura si è infatti rifiutata di comunicare alla difesa i testimoni che sarebbero stati sentiti quest’oggi in aula, una comunicazione solitamente normale tra le parti ma che nel caso dei No Tav viene puntualmente rifiutata (giusto oggi doveva essere sentito il capo della Digos, Petronzi…), impendendo così alla difesa di poter preparare per tempo il contro-interrogatorio dei testi.
Inoltre, i Pm sono ora in possesso di materiale difensivo del pool di avvocati, sequestrato ad hoc durante le perquisizioni per stalking a danno di alcuni No tav avvenute la scorsa settimana; un fatto evidentemente grave ma sul quale il Pubblico Ministero non ha ritenuto di dover dare spiegazioni.
Insomma, col procedere delle udienze si fa sempre più chiaro il tentativo di piegare il processo alle esigenze di criminalizzazione del movimento.

L’udienza del 12/07 salta causa sciopero, la prossima udienza (purtroppo definitivamente in aula bunker) è il 19/07 luglio, presumibilmente sempre alle 9:30. In concomitanza sarà convocato un presidio all’esterno dell’aula per contestare la scelta di mantenere le udienze all’interno del carcere delle Vallette.

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Quando diciamo che il clima è pesante, si veda anche questa allucinante vicenda accaduta a due giovannissimi studenti di Reggio emilia, che in valle non ci sono mai stati ma il semplice fatto di essere no tav li pregiudica: No Tav? Scatta l’aggravante