Venerdì 4 maggio, nella Repubblica di San Marino, accade un grave episodio di razzismo, caricato di una buona dose di pregiudizio. Dopo la denuncia di aggressione da parte di una donna di 45 anni sammarinese, che ha raccontato di essere stata aggredita “da una persona di colore che voleva portale via la borsa”, nei pressi del bocciodromo di Borgo Maggiore, si sono registrati una serie di inquietanti atti di razzismo e di discriminazione. Già nella serata di venerdì, un gruppo di una decina di persone, insieme al marito della signora “aggredita”, pur non conoscendo minimamente l’identità dell’aggressore né la sua provenienza (tanto che la denuncia è stata sporta contro ignoti, ndr) ha pensato bene di farsi giustizia da sé, recandosi presso la Casa di Accoglienza San Michele, dove risiedono anche due ragazzi provenienti dal Gambia (probabilmente identificati in quel luogo perché neri e dunque “riconoscibili”).
“Dove sono i negri, dove sono i negri”, hanno cominciato a gridare, attorno alle 22, davanti all’ingresso della Casa. Gli operatori hanno riferito che i toni usati da queste persone erano aggressivi e minacciosi, e pretendevano di vedere i due ragazzi per “verificare” se tra loro ci fosse il presunto aggressore. Anche se fortemente turbati dalle minacce razziste, e benché non fossero minimamente tenuti a farlo, i due ragazzi, che stavano già dormendo, sono usciti davanti alla porta. Una volta fuori, il gruppo li ha guardati per bene, per poi affermare, dopo un “riconoscimento” piuttosto sommario, che non si trattava dell’aggressore in nessuno dei casi. «Non voleva essere un’azione razzista e non sono andato lì con modi arroganti», si difende, Fabrizio Albani, il marito della donna.
Nel frattempo, tramite i social, è stato alimentato un clima d’odio piuttosto allarmante.
In conseguenza di questo “clima di sospetto”, si è verificato un secondo episodio l’indomani, nel piazzale dove ha sede la società Antincendio Sammarinese. Un piccolo gruppo di lavoratori, che si trovava lì per un corso sulla sicurezza, è stato preso di mira e fotografato perché composto da “persone di colore”, mentre in pausa pranzo stavano consumando un panino. A scattare le foto, tre persone probabilmente arrivate a bordo di un’auto lasciata lì vicino. Ne è scaturita dapprima un’accesa discussione, poi una rissa, fortunatamente senza feriti.
Jader Tosi, amministratore unico dell’azienda e consigliere comunale di Civico 10, ha chiamato le forze dell’ordine, ed ha poi sporto denuncia contro ignoti in gendarmeria insieme al suo socio. “Si respira una caccia all’uomo con fomentatori razzisti che non esitano a fare commenti vergognosi e indegni per la nostra Repubblica”, ha dichiarato l’imprenditore, in difesa dei suoi dipendenti. Le immagini scattate e “rubate” sono poi finite, come spesso accade, in rete, prima su un blog e poi sui social, con i conseguenti commenti razzisti.
Tuttavia, poca è stata l’attenzione della stampa locale, che ha sottovalutato la gravità degli atti razzisti compiuti in un territorio non esteso e in tempi così ravvicinati.