Violenza sessuale compiuta su un minorenne approfittando delle divisa dell’Arma. Un’accusa infamante che potrebbe costare la stessa uniforme e gli anni di servizio a un carabiniere in forza al comando provinciale di Prato. E nei guai sarebbe finito anche il capopattuglia, un sottufficiale, che assieme al militare indagato aveva fermato il minorenne con un amico su uno scooter durante un controllo di routine in una strada della periferia pratese.
I due ragazzi, entrambi di 17 anni, quando erano stati fermati e controllati, avrebbero mostrato chiari segni di nervosismo. Era scattata quindi la perquisizione personale, da cui sarebbero saltati fuori due pezzetti di hashish, una modica quantità, sufficiente però a portare alla segnalazione dei due giovanissimi alla prefettura di Prato quali assuntori di stupefacenti.
Un «marchio» che il conducente dello scooter e l’amico avrebbero voluto certo evitare. Cosa che è riuscita. Tanto che di quel controllo non esisterebbe né un verbale né una denuncia né gli atti di sequestro della droga. Proprio la mancata segnalazione all’autorità sarebbe diventata l’«esca» tra il carabiniere e uno dei due minorenni. Nei giorni immediatamente successivi a quel controllo «fantasma», infatti il militare avrebbe invitato nella sua abitazione il ragazzo per una prestazione sessuale ottenuta facendo leva sul timore della denuncia per il possesso dell’hashish. Ma c’è di più. Il carabiniere, trentenne, che vive da solo in un appartamento in un paese in provincia di Pistoia, a circa 35 chilometri di distanza da Prato, avrebbe filmato l’incontro con il proprio telefonino e poi riversato il video nel suo personal computer.
Sono stati i familiari della giovane vittima ad accorgersi che qualcosa nei comportamenti del figlio non quadrava e a raccogliere le sue confidenze: da genitori attenti sono andati al comando carabinieri per chiedere spiegazioni e denunciare l’accaduto. E’ partita così l’indagine che, considerata la minore età del ragazzo e l’entità dei reati, è stata aperta d’ufficio. Riserbo assoluto da parte della procura di Pistoia le cui indagini sulla presunta violenza sarebbero a livello embrionale. Il telefonino e il pc del carabiniere trentenne sono stati inviati ai Ris per i necessari accertamenti, mentre il militare è stato sospeso dal servizio. In malattia invece il capopattuglia, la cui responsabilità sarebbe minore e relativa ai mancati atti di segnalazione e sequestro di droga nell’episodio del controllo su strada, su cui indagherebbe la procura di Prato.
fonte: Elena Duranti la Nazione
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mario
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