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Concorso morale. Una storia antifascista. #NicoLibero

Da ormai 3 mesi Nicolò si trova rinchiuso nel carcere delle Vallette, a Torino, per aver partecipato alla manifestazione antifascista contro Casapound del 22 febbraio scorso nel capoluogo piemontese.

Dopo diverse richieste di scarcerazione, il GIP (giudice per le indagini preliminari) gli ha concesso i domiciliari, vincolandoli però all’assegnazione del braccialetto elettronico, che non essendo però disponibile al momento fa sì che Nico rimanga in carcere.

Questo accade perché i braccialetti elettronici vengono disposti come misure alternative al carcere ben sapendo che non sono disponibili in numero sufficiente, e molti detenuti si trovano in questa assurda situazione. Nicolò è accusato principalmente di reati in concorso, coi quali non gli vengono contestate azioni specifiche se non la sua semplice presenza al corteo antifascista.

Tutta l’operazione, orchestrata dalla Procura di Torino e richiesta a gran voce da tutti i partiti e dall’allora ministro degli interni Minniti, tuttora colpisce diversi altri antifascisti e antifasciste di Torino con firme, obblighi di dimora e arresti domiciliari.

La frettolosità e l’inconsistenza dell’apparato probatorio dell’accusa delinea un’inchiesta dal forte carattere punitivo, politico e strumentale. Un vero e proprio esempio di che cosa voglia dire realmente la giustizia in questo paese: uno strumento di controllo del conflitto sociale e un’arma in mano alla classe dirigente.

Difficile non accorgersi dell’ipocrisia di chi qualche mese fa invocava, agitando le manette, punizioni esemplari per gli antifascisti, e ora si scandalizza delle politiche razziste del governo giallo-verde paventando un imminente ritorno del ventennio.

Chiediamo a tutti i sinceri antifascisti e antifasciste di sottoscrivere e alimentare questa campagna per la liberazione di Nicolò e di tutti gli antifascisti sottoposti a misure cautelari.

Vi chiediamo di diffondere questo video di sottoscrivere e alimentare questa campagna per la liberazione di Nicolò e di tutti gli antifascisti sottoposti a misure cautelari.  di inviare foto con l’hashtag #NicoLibero e la scritta “L’antifascismo non si arresta”, e di mandare cartoline e lettere di solidarietà al carcere delle Vallette dove si trova rinchiuso Nicolò.

Per scrivergli:
Nicolò Mirandola
Casa circondariale Lorusso e Cutugno
Via Maria Adelaide Aglietta, 35
0149 – Torino”

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aggiornamento 2 luglio

nicolòLa mamma di Nicolò inizia ora lo sciopero della fame davanti al carcere delle Vallette. Invita tutti a partecipare alla staffetta per Nicolò, giovane antifascista in carcere perché non si è pentito davanti ai giudici di aver partecipato alla manifestazione contro Casapound. Inoltre, dall’11 giugno dovrebbe essere ai domiciliari, ma mancano i braccialetti elettronici. Come lui molti altri detenuti subiscono la stessa ingiusta sorte. Vi aspettiamo davanti al carcere!

Portiamo solidarietà a Luisella e a Nicolò!

“Care amiche, cari amici, da oggi inizio lo sciopero della fame. Da questa mattina mi trovate davanti al carcere delle vallette. Vorrei che questo mio gesto possa smuovere, portare luce, per Nicolò e per chi come lui si trova o si troverà imbrigliato in simili situazioni.”

Lo scrive su Facebook Luisella Piazza, madre di Nicolò, giovane antifascista torinese in carcere ormai da 3 mesi per essersi opposto a CasaPound nel capoluogo piemontese – insieme a centinaia di altri – il 22 febbraio scorso. Contro di lui non ci sono prove che riguardano condotte specifiche, è accusato di concorso morale, dunque, semplicemente di aver partecipato alla manifestazione. Ma soprattutto per Nicolò il giudice avrebbe disposto la scarcerazione che però al momento gli viene negata perchè non ci sono braccialetti elettronici disponibili.

Ai microfoni di Radio Onda d’Urto Luisella Piazza, la madre di Nicolò. Ascolta o scarica l’intervista