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62enne si toglie la vita nel carcere di Cagliari: è il secondo detenuto suicida in 5 giorni

Celeste Frau, 62 anni, condannato a 12 anni di carcere per una rapina commessa nel 2007, si è ucciso ieri nel carcere “Buoncammino” di Cagliari.
Frau, che di mestiere faceva il rottamaio, aveva diversi precedenti penali, ma non aveva mai dovuto confrontarsi con una condanna così pesante e, sconfortato dall’idea di dover trascorrere gli ultimi anni della sua vita in una galera, ha preferito darsi la morte.
Celeste Frau era in cella con altri tre detenuti. Che non vedendolo uscire dal bagno si sono allarmati. Quando si sono affacciati, hanno visto il suo corpo penzolare dalla finestra. Aveva annodato le lenzuola. Non ha lasciato un biglietto né, che risulti, ha mai manifestato con alcuno intenti suicidi.
La vittima era una vecchia conoscenza del direttore di Buoncammino, Gianfranco Pala. Che definisce la sua morte “imprevista ed imprevedibile”. Frau, riferisce Pala, “aveva passato buona parte della sua vita in galera e non era depresso. Aveva un ottimo rapporto con i detenuti e con gli agenti. Semmai aveva problemi cardiaci e per questo era seguito con particolare attenzione dai medici”. Aggiunge, Pala, che i compagni di cella sono rimasti molto colpiti.
Il suo avvocato, Erika Dessì si dice “affranta”. “Ero fermamente convinta della sua innocenza, ha commentato ieri. “Frau è stato condannato perché a casa sua sono stati trovati alcuni gioielli della rapina. Ma il suo telefono all’ora della rapina aveva agganciato una cella di Assemini, dove risiedeva. Dopo la pubblicazione della sentenza mi sarei battuta in cassazione per farlo assolvere”.
Sposato e padre di sei figli, Frau ha fatto parlare di sé non solo in relazione ad episodi di “cronaca nera”: nel 1994 è ancora detenuto a Cagliari, dove sconta una condanna di 2 anni e 6 mesi, quando suo figlio Stefano, 21enne, muore in un incidente stradale. Celeste chiede un permesso per partecipare ai funerali del figlio: il giudice glielo concede, ma dispone che ci vada in manette e scortato dai Carabinieri. L’uomo rifiuta il permesso e si appella alle autorità civili e religiose perché lo sostengano nella richiesta di dare l’ultimo saluto al figlio senza l’umiliazione delle manette.
L’Osservatore Romano si occupa del suo caso con un articolo dal titolo “Una giustizia senza cuore” e l’Ordine degli avvocati di Cagliari presenta un protesta formale in Tribunale, ma la decisione del giudice non cambia.
Con la morte di Celeste Frau salgono a 21 i detenuti morti negli ultimi 8 anni nel carcere di Cagliari: 11 si sono suicidati, 4 sono deceduti per malattia e per altri 6 è stata aperta un’inchiesta giudiziaria mirante all’accertamento delle cause della morte.
Per quanto riguarda i suicidi di detenuti “over 60”, con quello di Frau negli ultimi otto anni se ne contano 26, di cui 3 ultrasettantenni. Di certo le condizioni detentive, caratterizzate da un cronico sovraffollamento e dalla carenza di personale, anche sanitario, penalizzano in maniera particolare i detenuti anziani che avrebbero bisogno di spazi e assistenza adeguate (sono oltre 2.500 gli “over 60” e 450 di loro hanno più di 70 anni).
fonte: Ristretti Orizzonti