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Omicidio Cucchi: Spunta un altro testimone.

Un altro detenuto ha confermato davanti ai pubblici ministeri le percosse che la mattina del 16 ottobre scorso Stefano Cucchi avrebbe subito nelle celle di sicurezza del Palazzo di giustizia di piazzale Clodio. Il nuovo teste, di nazionalità italiana, ha riferito di aver sentito il pianto del giovane “pestato a sangue”. La sua testimonianza suffraga quella del detenuto gambiano che domani sarà sentito dal gip in sede di incidente probatorio. Le dichiarazioni fatte dal detenuto italiano che si trovava in cella e che ha sentito soltanto i lamenti di Stefano Cucchi hanno indotto i pubblici ministeri Vincenzo Barba e Francesca Loy a chiedere un altro incidente probatorio. La richiesta per il momento è ancora all’esame del gip. In caso di accoglimento, ci sarà una nuova udienza per dare anche a questa testimonianza il valore di prova. I nuovi particolari sono emersi alla vigilia dell’incidente probatorio che domani si svolgerà in tribunale davanti al giudice delle indagini preliminari Luigi Fiasconaro. Domani il cittadino del Gambia S.Y., in carcere per detenzione di stupefacenti, dovrà confermare di aver visto il 16 ottobre scorso, nelle celle di sicurezza di piazzale Clodio, il pestaggio di Cucchi da parte di tre guardie carcerarie ora indagate per omicidio preterintenzionale. Il supertestimone sarà chiamato a confermare il racconto fatto ai pm, ormai diventato il principale atto di accusa nei confronti dei tre presunti aggressori. Il gambiano dice di aver notato dallo spioncino della sua cella di sicurezza alcuni agenti prendere a calci e pugni Cucchi, dopo averlo scaraventato in terra e trascinato nella cella, e di aver successivamente sentito lamenti e altri rumori del presunto pestaggio. La storia del supertestimone ha suscitato numerose polemiche nei giorni scorsi, soprattutto dopo la decisione di avviare nei suoi confronti il programma di protezione. Troppo a rischio la sua detenzione a Regina Coeli, troppo rischioso un suo trasferimento in un altro carcere. Quindi, è stato deciso di mandarlo ai domiciliari in una comunità per tossicodipendenti vicino Roma.
L’inchiesta giudiziaria sulla morte di Cucchi non è l’unico passaggio di questa storia: c’è in corso un’istruttoria della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’efficienza del servizio sanitario nazionale presieduta dal senatore Ignazio Marino, che nei giorni scorsi hanno effettuato sopralluoghi e sentito medici e infermieri. Nel frattempo i tre medici dell’ospedale romano Pertini indagati per omicidio colposo per aver omesso le dovute cure sanitarie a Cucchi sono stati spostati in un altro reparto.
fonte: La Repubblica