Milano: Clandestino salva un uomo dal suicidio e scappa
È stato lì a guardare un po’ , mentre i medici soccorrevano l’ uomo che lui aveva appena salvato. Poi s’ è allontanato, uscendo dal cortile, perché sapeva che avrebbe rischiato una denuncia per l’ espulsione. Mohammed H., 23 anni, non ha il permesso di soggiorno. Nel tardo pomeriggio dello scorso 12 agosto ha visto un uomo che penzolava da un balcone del secondo piano in un palazzo di via Inama, alla periferia Est di Milano. Il ragazzo s’ è arrampicato e lo ha afferrato, ha tenuto su il corpo per allentare la stretta del cappio alla gola, fino a che un inquilino del palazzo è riuscito a salire anche lui e tagliare la corda. Mohammed ha rischiato di cadere, ha appoggiato il corpo sul balcone, è sceso e dopo un po’ nessuno l’ ha più visto. La sua storia in Italia è iniziata nel 2000, era un «minore non accompagnato» ed è entrato in comunità, ha studiato e lavorato, preso il diploma da elettricista e ottenuto un contratto, ha imparato l’ italiano e fatto il volontario in una fondazione religiosa di Milano. Ha fatto uno sbaglio «e lo sto ancora pagando», racconta. Lo sbaglio è stato un tentato furto d’ auto, in una «brutta serata del 2006». Venne arrestato e condannato, ma a causa di quella condanna, due anni dopo, non gli è stato rinnovato il permesso di soggiorno. Per questo oggi è un irregolare, e un irregolare deve nascondersi anche quando aiuta un uomo. Mohammed però è anche un «riabilitato», secondo una recente decisione del Tribunale di sorveglianza. Il giudice ha studiato una relazione della polizia che racconta nei particolari l’ esistenza di un ragazzo che lavora, frequenta amici e qualche familiare, paga ogni mese l’ affitto di una casa popolare, e quindi è «degno di riabilitazione». «So di aver sbagliato una volta – spiega Mohammed -, non lo nascondo, ma so anche i sacrifici che ho fatto per vivere in Italia». L’ uomo che ha tentato il suicidio ha 55 anni. È uscito dal coma venerdì scorso.
fonte: Corriere della Sera
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Leggi rigidissime per compiacersene, escalation di punizioni, richiesta di stare alle leggi e leggi difficili da rispettare, sbattute di mostro in prima pagina:quando ci sono pregiudizi, se sei fuori dalle norme una volta lo sei per sempre. E’ come la vecchia favola, non mi ricordo se di La Fontaine, dove si condannava un ladro non perchè aveva fatto qualcosa di male ma perchè “era un ladro” e non poteva che aver fatto qualcosa di male, sulla base della presunzione. Ovvio che tutto ciò non vale per individui sufficientemente potenti da riuscire a proporre il proprio discutibile stile di vita come modello di realizzazione. Vale per Pinco Pallino e per Mohammed (che magari si fanno la guerra tra loro perchè Pinco è italiano e Mohammed no)… Sarò anche qualunquista a dire così, ma il divario fra chi è un comune mortale e chi non lo è, in tutto l’ Occidente, sta diventando insopportabile