Steve Maia Caniço è scomparso da dieci giorni, da quando la polizia ha caricato brutalmente la festa della musica. Polizia sempre più violenta in Francia
La polizia carica brutalmente la festa della musica con migliaia di giovani sulla banchina e ne scaraventa 14 in acqua. Da dieci giorni uno di loro è sparito. E’ accaduto a Nantes (Loire-Atlantique) sul molo Wilson, ai confini dell’isola di Nantes. Il sound system era installato vicino a certi capannoni dismessi.
Gli amici di Steve Maia Caniço, sono ancora lì, a presidiare la zona, a sfilare in corteo, a denunciare la violenza crescente della polizia francese. 24 anni, animatore extrascolastico, Caniço è scomparso durante il festival musicale nella notte tra il 21 e il 22 giugno. Una festa libera su una lunga striscia di cemento costellata di erbacce, larga circa venti metri. La banchina è delimitata dalla fangosa Loira da un lato, una fila di imponenti rocce dall’altra, che delimita una strada deserta.
Il blitz alle 4:30 di circa venti poliziotti, per mettere fine ai festeggiamenti con una carica particolarmente violenta, come mostra un video artigianale che circola nei media alternativi di Nantes. «Un lettore ci ha inviato alcuni frammenti di immagini catturati sul posto. Vediamo la polizia piombare con i cani e sparare granate su persone che partecipano a una festa e per nulla aggressivi. Vediamo anche la polizia infuriata, non ci sono stati scontri ma come se la polizia si dovesse sfogare», si legge su sito nantes-revoltee.com che chiede anche la liberazione delle persone arrestate e la fine dell’impunità.
«Ma cosa è potuto succedere nella testa di colui che ha ordinato questa carica, su una piattaforma senza barriere, nel bel mezzo della notte? Non è ancora noto, ma una cosa è certa: questo episodio di violenza della polizia aggiunge alla lunga, alla lista infinita di misfatti poliziotti animato da tali sentimenti di odio e di impunità che non esitare a mettere in pericolo vite, ferire, mutilare, uccidere», scrive Julien Salingue, sul sito dell’Npa.
Sono state sparate una dozzina di granate, oltre a circa trenta lacrimogeni e una dozzina di proiettili di LBD. La Francia da anni si interroga sulla pericolosità di un’arma cosiddetta non letale, frutto delle ricerche dei governi per arginare le proteste di piazza e gettonatissima contro i gilets jaunes. Spara palle di materiale gommoso e si chiama LBD, “lanciatore di palle di difesa” (“lanceur de balles de défens”) più noto come flash-ball al centro di diversi casi di ferimenti e abusi anche oltralpe sport preferito di chi indossa una divisa contro gente che fa festa e magari, come a Nantes, era anche di sinistra. L’associazione Désarmons-les parla di un totale di un centinaio di feriti gravi, in maggioranza per colpa degli LBD, di cui 15 ridotti in condizioni di disabilità.
Almeno quattordici persone sono cadute in acqua quella notte. Caniço non si trova da allora. Il suo telefono ha smesso di funzionare per l’ultima volta alle 3:16 in questa zona, secondo le autorità. Morgane, un’amica, dice che Steve ha paura dell’acqua e non sa nuotare. Caniço è una persona ritenuta socievole e sensibile, strano non sentirlo per così tanti giorni: «La musica è la sua vita. Era felice di partire il prossimo fine settimana in un festival in Olanda».
I genitori di Steve ne hanno denunciato la scomparsa il 23 alla stazione di polizia di Nantes. Il caso è arrivato in poche ore a Place Beauvau, sede del ministero degli Interni, e Christophe Castaner ha annunciato di aver messo sotto doppia inchiesta, amministrativa e giudiziaria, quell’ispettorato, su proposta del prefetto della Loira Atlantica. Deve valutare se le «forze impegnate erano legittime e proporzionate». Inoltre, come riferisce il sito di inchiesta Mediapart, Castaner, braccio violento di Macron, ha adottato dei toni stranamente cauti rispondendo il 26 a un’interrogazione parlamentare di La France Insoumise rinunciando al suo piglio aggressivo di ogni volta che riferisce delle violenze dei suoi uomini. Così, giovedì, l’ufficio del pubblico ministero della Corte d’appello di Rennes ha annunciato in una dichiarazione l’apertura di un’indagine giudiziaria, affermando che «le indagini stanno ora continuando sotto l’autorità di un istruttore magistrato».
Quella notte, c’erano migliaia di persone a vagare al culmine della serata su un molo senza ringhiera. I sound system avevano la tacita autorizzazione fino alla 4 del mattino. Le responsabilità sono ancora poco chiare e indefinite. Il sindaco di Nantes se la cava dicendo che l’evento sonoro «non è stato permesso ma non è vietato neanche, vista la natura eccezionale del festival musicale». Da anni i sound system sono stati relegati in questa zona disabitata e quella sera era la festa internazionale della musica. Due guardie giurate erano presenti tutta la notte e una canoa pattugliava l’isola.
La carica, secondo le testimonianze, sarebbe stata innescata da una ventina di agenti con i cani e quattro o cinque blindati. Un quarto d’ora di inferno. Qualcuno è stato gettato nel fiume che in quel punto è alto 7-8 metri, qualcun altro l’ha fatto per sfuggire alle botte, qualcuno è risalito con le sue gambe oppure aiutato dai pompieri. Solo all’alba la scoperta che Caniço non si trova, forse era andato a riposarsi proprio nel capannone abbandonato dove la polizia si sarebbe esibita nella mattanza. Intanto l’ansia dei suoi parenti e amici cresce da sabato scorso. «Rivendichiamo il diritto di protestare, ma anche di festeggiare senza rischiare di essere colpiti dalla polizia. Perché rifiutiamo la governance autoritaria di Macron. Perché la strada è nostra», dicono i movimenti e l’estrema sinistra che si batte contro la repressione di questa fase politica.
Il Comitato contro la repressione e per le libertà civili, composto da oltre 40 sindacati, associazioni e politici denuncia la furia contro i militanti e proprio ieri sera ha dato vita a una manifestazione davanti alla Prefettura di Polizia di Parigi e alle Prefetture in tutta la Francia a sostegno Gael Quirante e altri lavoratori delle poste di Hauts-de-Seine, colpiti da più procedure disciplinari e giudiziari dopo 15 mesi di sciopero. Altri ferrovieri aderenti a Cgt e Sud sono stati licenziati per aver denunciato la repressione.
Intanto nella stessa regione, l’Assemblea dei feriti della polizia durante le manifestazioni contro la loi travail e dei gilet jaunes, ha denunciato, insieme al loro avvocato, Stéphane Vallée, storie di sostanziale impunità degli agenti in diversi casi di almeno 17 persone ferite gravemente i cui dossier non riescono a marciare in tribunale.
Spulciando in rete si apprende che la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha respinto il 18 dicembre scorso, una richiesta urgente dei manifestanti feriti da LBD per vietarne l’uso in Francia. In un video pubblicato dal programma Envoyé Special, si vede un manifestante con le mani in aria, in segno di resa, ricevere in pieno petto un proiettile di gomma. Ogni anno, intanto, aumenta il ricorso all’LBD da parte delle forze dell’ordine: 2.500 colpi sparati nel 2017, 1.705 nel 2016 (+66% rispetto al 2015). Nonostante i feriti, il Ministero dell’Interno francese si appresta ad acquistarne altri 1.280 esemplari nei prossimi 4 anni.
Checchino Antonini
da Popoff