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Milano: Gli operai dell’innse difendono il posto di lavoro…. e la polizia continua a picchiarli !

Domani è previsto uno sciopero della Fiom di due ore in tutte le aziende metalmeccaniche del Milanese in solidarietà con i lavoratori della Innse Press. Lo ha annunciato Giorgio Cremaschi, della segretaria nazionale della Fiom, spiegando che già oggi si stabilirà un presidio permanente davanti allo stabilimento di via Rubattino cui parteciperà anche il leader nazionale del sindacato dei metalmeccanici, Gianni Rinaldini.E’ la principale novità di una giornata che, dopo gli scontri di ieri, e momenti di tensione fra operai e carabinieri nel primo pomeriggio, è stata caratterizzata dall’allargarsi della solidarietà ai lavoratori in lotta.I leader nazionali del Pd interpellano sugli scontri di ieri Roberto Maroni. Pierluigi Bersani, ha telefonato al ministro dell’Interno per invitarlo ad affrontare il problema Innse, l’azienda milanese sgomberata ieri dalle forse dell’ordine. “Ho telefono al ministro Maroni – ha spiegato Bersani – chiedendogli che quando un problema è così acuto bisogna fermare le macchine e discutere. Avendo fatto il ministro dell’industria posso dire che ogni volta che si smantella un’attività produttiva è un pezzo di noi che se ne va e non solo di quegli operai”. ”Nella vicenda Innse, dove il presidio degli operai e’ stato forzato domenica dal blitz delle forze dell’ordine – afferma Paolo Ferrero, segretario del Prc- il ministero dell’Interno si trova nella condizione di porre la forza pubblica (oltre centro tra poliziotti e carabinieri, per complessive decine di migliaia di euro al giorno) al servizio degli interessi privati di uno speculatore. Per questo – aggiunge – chiediamo a Maroni di fermarsi subito e ritirare la forza pubblica, in modo da permettere la riapertura e il buon esito del tavolo di mediazione in prefettura. Non sia il ministero degli interni a garantire lo smantellamento degli impianti dell’azienda affinche’ la proprieta’ possa fare la propria speculazione’. Ma anche dalla Regione arriva la sollecitata solidarietà. E in una nota si ribadisce che “la Regione si è spesa da mesi e ben al di là delle sue competenze per cercare una soluzione e un acquirente”. “C’è stato chi – prosegue la nota – si era detto in un primo tempo interessato ad acquisire la Innse, ma poi si è tirato indietro”. Oggi dirigenti di Regione Lombardia hanno incontrato una delegazione di lavoratori della ditta e partecipano ora all’incontro in prefettura con le altre istituzioni. “Dopo lo sforzo messo in atto dalla sola Regione in questi mesi – conclude il comunicato – notiamo che l’intervento delle forze dell’ordine e il sequestro dei macchinari è stato disposto dalla prefettura in ottemperanza a una decisione della magistratura. Notiamo ancora che la magistratura questa mattina avrebbe potuto anche decidere di sospendere lo sgombero, ma non lo ha fatto”. A Palazzo di Giustizia il giudice della sesta sezione civile del tribunale di Milano, Salvatore Di Blasi, ha fatto alle parti una proposta conciliativa, che ora verrà vagliata in vista di un eventuale accordo e ha riconvocato i legali delle due società e lo stesso Genta, presente in aula, martedì della prossima settimana.Ma è dal fronte sindacale che arrivano le contestazioni più dure. “Abbiamo presentato una denuncia all’ispettorato del lavoro – ha detto il leader della Fiom Cremaschi – perchè non sappiamo chi sono quei lavoratori nè con quale contratto e a quali condizioni stanno lavorando”. E’ forte anche la polemica per la presenza di agenti, sensibilmente aumentata soprattutto nell’ultima ora. “E’ una cosa vergognosa – ha commentato Cremaschi – si sta difendendo con strumenti costosissimi dello Stato. Saremmo curiosi di sapere con quanti soldi è stato organizzato questo G8 per impedire a 49 lavoratori di avere il loro lavoro. Maroni dovrà spiegare perchè ha mandato questo schieramento spropositato, perchè – ha concluso alludendo a quanto accaduto qualche anno fa, quando l’attuale proprietario fu presentato alle istituzioni locali dal viceministro alle Infrastrutture – non può essere solo per l’antica amicizia tra Genta e Castelli”. Per i sindacati si tratta, comunque, di un pericoloso passo indietro (“i problemi del lavoro si risolvono con la polizia”, ha sottolineato Cremaschi), ma anche di una “miopia delle istituzioni”: “cosa succederà allora – ha domandato provocatoriamente il segretario della Fiom – quando con la crisi d’autunno ci saranno centinaia e forse migliaia di lavoratori che dovranno difendere il posto di lavoro? Maroni manderà allora quante centinaia di agenti delle forze dell’ordine per difendere le fabbriche?”.

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