Rovereto: chi ha ucciso Stefano Frapporti? Tanto il carcere quanto il proibizionismo!
- luglio 30, 2009
- in carcere, vittime della fini-giovanardi
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E’ in fondo poco importante discernere se la responsabilità ultima sia dei Carabinieri – che molto probabilmente l’hanno pestato – spingendo l’uomo al suicidio, piuttosto che la paura di una perdita di onorabilità e continuazione di una vita normale. Quello che conta, è che una persona di 48 anni possa morire (in carcere!) per il semplice possesso di un po’ di fumo. Stefano Frapporti, muratore con una mano persa dopo un brutto incidente sul lavoro. Pare che sia stato fermato dai carabinieri mentre andava in bicicletta. Lo avrebbero perquisito, gli avrebbero trovato dell’hashish. A questo punto l’uomo è stato arrestato, dapprima condotto in caserma e poi al carcere di Rovereto dove gli è stata anche negata la possibilità di telefonare alla sorella che avrebbe potuto tranquillizzarlo. Circa due ore dopo si è tolto la vita con il cordoncino della tuta da ginnastica che indossava. In risposta della morte di Stefano una trentina di solidali e amici ha bloccato oggi per ore alcune vie della città. Su uno striscione la scritta: “Stefano è stato ucciso. Carabinieri e carcere assassini”. Dopo le strade, per circa venti minuti sono stati bloccati due treni in stazione e poi di nuovo un corteo spontaneo ha chiuso corso Rosmini (il viale principale di Rovereto) con materiale vario recuperato nei cantieri a fianco. Polizia e carabinieri, in assetto anti-sommossa – sono rimasti in disparte senza intervenire.
fonte: InfoAut
“Documenti, foto, testimonianze, approfondimenti su GIORNALE SENTIRE
a questa pagina:http://www.giornalesentire.it/2009/agosto/1231/ilcasofrapporti.html
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http://www.giornalesentire.it/2009/agosto/1247/roveretomanifestaperstefano.html
Vivo a Rovereto.
La vicenda appare molto peggio di come è descritta nel post. Su internet era possibile reperire il verbale dei Carabinieri che lo hanno fermato. La storia fa acqua da tutte le parti. Lo hanno fermato due agenti in borghese mentre andava in bicicletta sul marciapiede “ad alta velocità” perchè era sospetto e sembrava poter avere della droga (48 anni incensurato). lo hanno perquisito e non gli hanno trovato nulla. Lui avrebbe spontaneamente detto che aveva del fumo a casa. Così gli hanno trovato 35 grammi di fumo in un cassetto (pesati al milligrammo nel verbale compilato poco dopo)….e dopo poche ore dal fermo in strada (circa 6) era morto impiccato in cella con la corda dei pantaloni (che notoriamente viene tolta non appena si entra in carcere). Che ne dite? A me è venuto in mente subito Federico Aldrovandi.
nn posso credere ke si possa essere cosi miserabili l unica parola ke mi viene e vergognatevi assasini!!!!
nn posso credere ke si possa essere cosi miserabili l unica parola ke mi viene e vergognatevi assasini!!!!
Forse abbiamo tragicamente varcato il limite, e non ce ne siamo ancora accorti. Forse non resterebbe che fare come la “mamme de mayo” argentine che silenziosamente (severamente) presidiarono per decenni l’omonma piazza per chiedere giustizia. Il problema più esasperante è dover annotare che anche la stampa più libera non riesce a dire fuori dai denti la verità: le carceri scoppiano di detenuti che hanno avuto questioni (grandi e piccole) con droghe leggere, fermo restando che non ci si dovrebbe finire neanche per quelle pesanti. La responsabilità delle leggi vigenti è pesantissima, perché mette di fatto, nelle mani della polizia, chiunque venga colto in possesso di una pur modica quantità di fumo, o sorpreso a coltivare una pianta di canapa. Bisogna trovare il modo di sfondare questo muro di gomma e costringere l’opinione pubblica a vedere quello che sta succedendo, spogliare le bugie. Dopo il Messico in sudamerica, in Europa Inghilterra, Portogallo, oltre alla storica Olanda, stanno sperimentando nuovi approcci alla questione droga, verificata anche il (censurato) fallimeto planetario della “guerra santa”. In attesa di riferenti all’altezza del compito, un saluto colmo di indignazione e speranza!
gli hanno trovato 1 etto di hashish in casa e l’auopsia non ha presentato alcun segno sul corpo, rilevando la presenza di cannabis nel sangue. Bisogna informarsi prima di giudicare altrimenti si corre il rischio di generalizzare