Nel pomeriggio di ieri un attivista dei centri sociali napoletani e’ stato vittima di un vero e proprio agguato premeditato. Un gruppo di 9 persone, dopo aver pedinato il giovane attivista, lo hanno aggredito all’interno della Metropolitana nei pressi di Via Diocleziano. In nove contro uno, armati di bastoni e coltelli con cui hanno minacciato di ferire il giovane.I 9 sono riconducibili per il loro abbigliamento e per le espressioni usate nell’aggressione come appartenenti a gruppi neo fascisti di estrema destra.Un clima assolutamente intollerabile si sta consumando in questa citta’. Poco meno di una settimana fa infatti l’aggressione di 10 teste rasate contro una ragazza Piazza Bellini colpevole di aver difeso un amico gay, ora un vero e proprio agguato premeditato con la spirale di violenza che si innalza sempre di piu’.Non e’ possibile consentire ai fascisti di girare armati in citta’ per seminare violenza gratuita e bestialita’.Il giovane attivista e’ stato medicato all’Ospedale San Paolo dove gli sono stati refertati 5 giorni di prognosi, per i colpi di bastone ricevuti alla testa.Ci chiediamo oggi cosa hanno da dire le istituzioni di questa citta’, a cominciare dal sindaco Iervolino e dal Presidente della Regione Bassolino, davanti a quello che avviene da settimane. Aggressioni, raid, agguati sotto casa, e’ possibile oggi immaginare una citta’ dove questi individui possono sentirsi autorizzati ad esprimere le loro lugubri litanie fasciste in questo modo ? L’omofobia, il razzismo, il sessismo, la barbarie che questi individui seminano in citta’ non è piu’ tollerabile. Siamo curiosi di ascoltare poi le parole del neo presidente della Provincia di Napoli Cesaro, la cui voce risulta cosi’ difficile da ascoltare, date le sue rarissime uscite pubbliche. Cosa ha da dire Cesaro rispetto a quello che accade a Napoli con la violenza dei neofascisti che hanno anche sostenuto la sua candidatura visto l’appoggio de La Destra alla sua coalizione. In ogni caso non aspetteremo le voci di chi sembra essere distante dalla realta’ metropolitana che vede questa citta’ registrare la barbarie di questi piccoli gruppi, dai numeri esigui, non attenderemo ancora la sconcertante passivita’ di chi dovrebbe essere chiamato a gestire la convivenza civile in questa citta’. Pochi mesi fa la Questura di Napoli lanciava schiamazzi sul pericolo di un ritorno alla violenza tra estrema destra ed estrema sinistra, riferendosi ad episodi di antifascismo fatti alla luce del sole e pubblicamente, con cui i movimenti di questa città determinavano la cacciata dei fascisti dai contesti sociali degli studenti e del dibattito politico in citta’. A seguito di quelle urla per episodi che nulla hanno a che vedere con gli agguati premeditati e con lo squadrismo, diversi attivisti dei centri sociali e dell’Onda sono stati messi sotto processo con accuse gravi ed infamanti. Oggi invece dopo Piazza Bellini, dopo l’agguato fascista a Via Diocleziano, dopo l’incendio della auto di un attivista dei centri sociali solo qualche mese fa, nulla sembra preoccupare lor signori.Come detto non aspetteremo. Da oggi riteniamo indispensabile un meccanismo di autodifesa militante contro fascisti, razzisti, sessisti, e contro la loro barbarie. Autodifesa significa capacita’ di denuncia dell’attivita’ dei fascisti, significa costruire un indignazione popolare che ricacci nelle fogne questi balordi, significa espellere dai consessi sociali queste bestie. Nei nostri metodi non saremo mai infami fascisti. Non lo saremo perche’ mai e’ stato e mai sara’ che uno scontro possa andare sul livello di 9 contro 1. Loro sono le bestie, noi no.Nei nostri metodi non saremo mai infami fascisti. Non lo saremo perche’ non tendiamo agguati sotto casa di nessuno. Loro sono le bestie, noi no.Nei nostri metodi non saremo mai infami fascisti. Non lo saremo perche’ non incendiamo le macchine dei fascisti, non attacchiamo le loro case. Loro sono le bestie, noi no.Ma la nostra rabbia e la nostra autodifesa sara’ sempre di massa e sempre di carattere politico e pubblico, perche’ davanti alla barbarie, rivendichiamo di essere altro, ed e’ questa diversita’ che dovra’ schiacciarli.
Centri sociali napoletani.
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