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Per il G8 l’Italia richiude Schengen. La stessa scelta nel 2001

E ci sarà anche la sospensione degli accordi di Schengen «per un congruo periodo» tra le misure per garantire la sicurezza del G8 dell’Aquila. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, a margine di una conferenza stampa al Viminale. In mattinata il ministro ha presieduto una riunione del comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza dedicato all’evento previsto per il prossimo luglio. E’ stata definitiva una proposta di date per la sospensione di Schengen, ha spiegato Maroni, «che porterò in uno dei prossimi Consigli dei ministri e all’attenzione della commissione Europea». Anche nel 2001, l’Italia scelse di chiudere le frontiere a ridosso del vertice del G8, che si svolgeva a Genova. All’epoca, la chiusurà ridusse di poco l’accesso dei manifestanti (in alcuni valichi, e in particolare nel porto di Ancona, l’ordine di respingere gli accessi si risolse con cariche piuttosto dure) e finì per intralciare soprattutto l’arrivo e la partenza dei vacanzieri di tutt’Europa. Quella di ieri è stata la prima riunione operativa del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza dedicata al nuovo vertice del G8, spostato nella città dell’Aquila. E non è chiaro se, durante il vertice, si sia parlato oppure no dei pericoli che correrebbe la caserma Vincenzo Giudice, già scelta come se del vertice e probabile dimora del presidente Barak Obama durante i giorni del vertice. Stando all’articolo pubblicato su L’Espresso in edicola oggi, le sue fondamenta sarebbero state tirate su con una tecnica anomala «che non rispetta le norme e senza i calcoli necessari per verificarne la tenuta sotto sisma». La denuncia del pericolo sarebbe contenuta in un esposto dell’Ordine degli ingegneri di Roma inviato alla procura dell’Aquila nel novembre 2004 e quindi archiviato. E dopo 57 pagine si conclude dicendo: «L’incertezza statica è fondata e non assicura la pubblica incolumità». Dell’anomalia si sarebbe accorto uno dei collaboratori dello studio di Vittorio De Benedetti (autore e realizzatore del progetto), l’ingegner Sergio Andruzzi. «Il complesso B2 – scrive ancora l’Espresso – è stato realizzato, contrariamente a quanto scritto nel progetto e diversamente dal B1, senza che i pali di cement delle fondazioni siano collegate alla struttura. Non c’è continuità nella gettata di calcestruzzo tra i piloni e le nove camerate sovrastanti». Detta così, suona un po’ inquietante, anche se il sismologo Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale geologia e vulcanologia ha smorzato la polemica: «Usiamo il buonsenso. La caserma, vicina all’epicentro ha superato indenne un terremoto di magnitudo 5.8 che ha generato accelerazioni del suolo oltre il 60% dell’accelerazione di gravità, cioè valori notevolissimi. Quale verifica antisismica può essere più valida di questa? Quale collaudo migliore?». Il ministro degli interni Roberto Maroni, però, ieri sembrava soprattutto interessato a tranquillizzare sulla eventuale presenza di manifestanti, che potrebbero, però, prediligere Roma per organizzare una manifestazione alternativa al G8: «Ci sono problemi diversi, né maggiori né minori rispetto alla Maddalena: stiamo monitorando le reazioni degli antagonisti che avevano previsto di organizzare delle contro manifestazioni a L’Aquila, in modo da capire quello che potrà succedere». Alla riunione hanno partecipato il sottosegretario Alfredo Mantovano, i vertici delle forze di polizia, i direttori delle Agenzie informazioni e sicurezza, interna ed esterna, ed il capo di Stato Maggiore della difesa, Vincenzo Camporini. E il ministro ha, dice la nota conclusiva, «invitato i vertici delle forze dell’ordine a porre in essere tutte le sinergie necessarie per assicurare la massima efficacia dei dispositivi di prevenzione al fine di garantire il tranquillo svolgimento delle iniziative previste». Il dispositivo approvato ieri sarà presentato al consiglio dei ministri di oggi. Ed è qui che si capirà quanto è destinato a spendere il governo per il vertice spostato in fretta e furia dalla Maddalena all’Aquila. Da spendere (ma meno che per la Sardegna) ci sarà anche in tema di ordine pubblico. Il ministro ha promesso già ieri «risorse finanziarie ed umane adeguate».
fonte: il manifesto