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Milano: Senza tetto ucciso a calci da poliziotti

Si chiamava Giuseppe Turrisi, era originario di Agrigento, aveva 58 anni e qualche precedente penale per fatti di poco conto, l’uomo che sarebbe stato ucciso a calci da due giovani agenti della Polfer di Milano. Era un abituale frequentatore della Stazione Centrale e del dormitorio di via Ortles. Dall’autopsia risulta che sarebbe morto per un’emorragia interna provocata dallo spappolamento della milza perforata da una costola. Per il pm, Isidoro Palma, e’ la prova che i fatti si sarebbero svolti in modo assai diverso rispetto a quanto raccontato dai due agenti. Nella loro annotazione di servizio, i due riportano che, intorno alle 20 del 6 settembre dell’anno scorso, si erano avvicinati a Turrisi e ad altre persone che stavano discutendo vibratamente davanti alla stazione, dal lato di piazza 4 novembre, vicino a un cestino dei rifiuti dove erano posate diverse bottiglie di vino. La scena e’ ripresa dalle telecamere. Poi, il filmato mostra lo scioglimento del gruppetto. Resta solo Turrisi, ubriaco, come dimostreranno gli esami tossicologici sul suo cadavere, che viene portato negli uffici del Commissariato in Stazione Centrale dove gli agenti, questo riportano nelle relazione, vogliono incriminarlo per ubriachezza molesta. Sempre stando al loro racconto, il senzatetto avrebbe tirato fuori un taglierino e i due poliziotti si sarebbero difesi. Turrisi avrebbe poi detto di sentirsi male perche’ cardiopatico e gli agenti avrebbero chiamato un’ambulanza sulla quale, di li’ a pochi minuti, l’uomo e’ morto. Ben diversa la ricostruzione della Procura accolta dal gip Marina Zelante che ha disposto gli arresti con l’accusa di omicidio volontario col dolo eventuale. Il taglierino e’ stato effettivamente trovato, ma, è la tesi del pm, non sarebbe stato utilizzato. Sarebbe stato invece un violento pestaggio a suon di calci e pugni a far morire Turrisi a bordo dell’ambulanza, effettivamente chiamata dagli agenti. Nessuna telecamera ha documentato l’aggressione ipotizzata dalla Procura.