Io mi sento cattivo perché spesso i buoni si sentono cattivi per cercare di diventare buoni. Invece i cattivi fingono di essere buoni per cercare di diventare ancora più cattivi. (Dal libro “Angelo SenzaDio” C. Musumeci)
Penso che l’attuale Ministro della Giustizia rimarrà nella storia perché sarà ricordato come colui che senza proporre nessun provvedimento di amnistia o indulto riuscirà a svuotare le carceri, e a riempire i cimiteri. Spero ovviamente di sbagliarmi.
Leggo: “Coronavirus, contagi a San Vittore, Pavia e Voghera. Il garante denuncia possibili maltrattamenti a Opera.” Credo, purtroppo, che siamo solo all’inizio. Il governo per l’emergenza coronavirus ha preso vari provvedimenti per tutte le fasce sociali, ma nulla per i detenuti e per gli operatori penitenziari e, come se non bastasse, alcune persone delle istituzioni si sono anche arrabbiate per le rivolte spontanee di migliaia di detenuti, che si sono sentiti in trappola come dei topi. Penso che per tornaconto e consenso politico questo governo abbia deciso di abbandonare al proprio destino sia i detenuti che le guardie carcerarie. Da quello che leggo in questi giorni, le uniche persone che stanno tentando di prendere provvedimenti sono i magistrati di sorveglianza, ma hanno le mani legate dalle leggi emergenziali. La cosa che non riesco a capire è perché le guardie non si ribellino, perché se scoppia una pandemia nelle carceri subiranno la stessa sorte dei detenuti. Se “fuori” devi stare ad un metro di distanza, “dentro” non è possibile, per questo le carceri devono essere subito svuotate, presto e il più possibile, come hanno fatto in Iran. Quello che sta avvenendo in questo periodo nelle carceri non è lontanamente paragonabile al passato della storia penitenziaria italiana. Ci sono detenuti che da moltissimi anni vivono con la proibizione di toccare un familiare, vedere oltre le sbarre il cielo, la luna e le stelle. Ci sono detenuti murati vivi che vengono puniti nello stesso tempo con tre regimi diversi, applicati in successione o contemporanea: l’isolamento diurno, lo stato di tortura del 41 bis e il regime di sorveglianza particolare del 14 bis. Ci sono detenuti che sono entrati a diciotto, diciannove, venti anni, sono invecchiati in prigione e probabilmente molti di loro moriranno in carcere di vecchiaia. Nelle nostre “Patrie Galere”, avvallato dalla scusa che ciò faccia parte della lotta alla criminalità organizzata, i detenuti vengono ormai annientati con una sofferenza sterminata e incommensurabile, vengono torturati nell’animo, negli affetti e nella dignità. Adesso però è ancora peggio perché i detenuti hanno un problema in più: la paura del coronavirus. Se ricominceranno le rivolte sappiate che è perche se fuori hanno paura, dentro ne hanno di più.
Ecco cosa mi ha scritto un detenuto del carcere di Voghera:
“Carmelo, come è possibile che nessuno faccia niente per noi… sì, è vero, abbiamo fatto dei reati e siamo carne da macello, ma non ci sono mascherine neppure per le guardie: c’è qualcosa che non va. Che cazzo di paese cosiddetto “democratico”. Complimenti buonisti di cuore, e poi saremmo noi i cattivi, eh!”
Carmelo Musumeci