Menu

Discriminati dalla nascita

La xenofobia non risparmia nemmeno i neonati. Un comma delle disposizioni in materia di sicurezza impedirà il riconoscimento dei figli di immigrati irregolari.

E’ un po’ nascosto, quasi a vergognarsi, e ne avrebbe tutte le ragioni. E’ il comma 1, lett. f dell’ art. 45,del disegno di legge “Disposizioni in materia di sicurezza”, approvato dal Senato e attualmente all’esame della Camera (C. 2180). Una frasetta che introduce l’obbligo per il cittadino straniero di esibire il permesso di soggiorno in sede di richiesta di provvedimenti riguardanti gli atti di stato civile, tra i quali sono anche gli atti di nascita. Serve a modificare l’art. 6 comma 2 del D. Lgs. 286/1998, e ad eliminare l’eccezione attualmente prevista in base a cui il cittadino straniero è esonerato dall’obbligo di presentare il documento di soggiorno per i provvedimenti riguardanti gli atti di stato civile. Sembra una roba da poco ma non lo è per nulla. Se approvato, questo comma impedirà all’ufficiale dello stato civile di ricevere la dichiarazione di nascita né di riconoscimento del figlio naturale da parte di genitori stranieri privi di permesso di soggiorno. Se la norma verrà approvata, gli immigrati irregolari, se avranno un figlio, sarà invisibile, senza diritti, senza assistenza. Le conseguenze enormi. Questa norma potrebbe far sì che i bambini nati in ospedale non vengano consegnati ai genitori privi di permesso di soggiorno, essendo a quest’ultimi impedito il riconoscimento del figlio, e che in tali casi venga aperto un procedimento per la dichiarazione dello stato d’abbandono. Questi bambini, dunque, potranno essere separati dai loro genitori, in violazione del diritto fondamentale di ogni minore a crescere nella propria famiglia (ad eccezione dei casi in cui ciò sia contrario all’interesse del minore), sancito dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e dalla legislazione italiana.
I minori che non saranno registrati alla nascita resteranno privi di qualsiasi documento e totalmente sconosciuti alle istituzioni: bambini invisibili, senza identità, e dunque esposti a ogni violazione di quei diritti fondamentali che sono universalmente riconosciuti a ogni minore. Senza un documento da cui risulti il rapporto di filiazione, molti di questi bambini non potranno acquisire la cittadinanza dei genitori e diventeranno dunque apolidi di fatto. Per tutta la vita incontreranno ostacoli nel rapportarsi con qualsiasi istituzione. Proprio a causa della loro invisibilità, saranno assai più facilmente vittime di abusi, di sfruttamento e della tratta di esseri umani. Non solo, cosa decideranno di fare le donne prive di permesso di soggiorno, temendo che il figlio venga loro tolto? E’ probabile che decidaranno di non partorire in ospedale. Mettendo a rischio la salute sia del bambino e della madre, con un conseguente aumento delle morti di parto e delle morti alla nascita. Nasceranno cittadini senza diritti, ma anche senza doveri, generando odio e disagio. In soldoni indirizzandoli, dalla nascita, al di fuori della legge. Per altro, questo comma appare appare incostituzionale sotto diversi profili perchè viola il dovere per la Repubblica di proteggere la maternità, l’infanzia e la gioventù (art. 31, comma 2 Cost.) e sfavorisce il diritto-dovere costituzionale dei genitori di mantenere i figli (art. 30, comma 1 Cost.). In secondo luogo viola il divieto costituzionale di privare della capacità giuridica e del nome una persona per motivi politici (art. 22 Cost.) ed è noto che la dottrina si riferisce alle privazioni per qualsiasi motivo di interesse politico dello Stato. E’ inoltre in aperto contrasto con la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre 1989. E’ l’ennesima norma stupida, figlia solo della demagogia, della peggiore demagogia quella della persecuzione verso altri esseri umani, considerati come nemici. I provvedimenti del governo in materia di immigrazione sono infatti costantemente punitivi in disprezzo ad ogni forma di convivenza. Una persecuzione che parte dalla culla e arriva alla tomba. I ricongiungimenti familiari con i genitori resi pressochè impossibili, medici ridotti a informatori della polizia, neonati a cui si nega il più elementare dei diritti. A questo si aggiungano i continui attacchi alla vita quotidiana degli immigrati regolari. Un anno e mezzo per un permesso di soggiorno che costa caro e che si intende far pagare sempre di più. E che quando ti arriva, spesso non è più valido. Poi norme vessatorie, centri di identificazione e di espulsione in cui si è privati dei diritti più elementari. Norme figlie di un accanimento irragionevole perchè non porta nessun vantaggio nemmeno ai cittadini italiani, anzi. Il mancato ricongiungimento familiare lascia l’immigrato solo, fuori da una rete che gli faciliterebbe l’integrazione e sarebbe il primo stimolo a non cadere nella criminalità. Si preferisce un immigrato inserito nella propria famiglia che pensi a sfamare genitori e figli, o un immigrato solo, senza sostegno che più facilmente potrà cadere nel disagio e quindi nella rete della criminalita? Il ricongiungimento familiare ha una funzione sociale importante, ma questo governo cerca di renderlo sempre più complicato. Si vuole impedire che i medici curino i clandestini? Bene, chi è malato e ha paura di farsi curare perchè rischia la denuncia resterà malato, non si curerà e diffondera malattie. Un’ottima prospettiva. Infine, si vuole un neonato privato dei propri diritti, gettato da subito fuori dalla società. Anche questo che vantaggi può dare? Perchè chi ha emanato queste norme non si preoccupa di queste conseguenze? Da cosa è spinto? I diritti umani, sono quelli connaturati all’esistenza stessa dell’uomo, se si priva qualcuno di quei diritti, evidentemente è perchè non li si considera umani. Privandoli di questi diritti, cosa diventano? Ma sopratutto, noi, cittadini italiani, cosa siamo diventati?

Roberto Morgantini