Coronavirus, parenti dei detenuti in protesta fuori da Rebibbia: caricati e portati via dalla polizia
Presi di peso, trascinati e infilati a forza all’interno del pulmino della Questura. Sono otto i fermati di fronte al carcere romano di Rebibbia nella mattina di giovedì 16 aprile. E’ il bilancio del presidio di protesta voluto ed organizzato da figli, mogli e nipoti dei detenuti, ancora “in attesa di risposte”. Il tutto avvenuto davanti a quel cancello del penitenziario utilizzato da loro stessi per la consegna dei pacchi o per i colloqui, sospesi da quando è iniziata l’emergenza Coronavirus.
I familiari dei detenuti, prima di presentarsi di fronte a Rebibbia, avevano tentato la strada delle istituzioni con una lettera inviata alle autorità qualche giorno fa. “Non è una pasqua comune , – si legge nella missiva -, ormai è ben chiaro a tutti che questo dannato virus trova terreno fertile in luoghi affollati e chiusi, il dramma di ciò che è accaduto all’interno delle residenze per anziani è agli occhi di tutti. Sappiamo che bisognerebbe fare uscire circa diecimila detenuti per raggiungere la capienza massima all’interno degli istituti di pena – continua la lettera dei famigliari -, questo è quello cui auspichiamo. Ciò che più speriamo è che si prenda in considerazione con serietà la situazione all’interno delle carceri e che, grazie alla Pasqua, prevalga un sentimento di compassione rispetto a quello di vendetta”.
da Romatoday