La polizia è uguale dappertutto, qui nell’Occidente liberista. Mentre tutti guardano con stupore agli Stati Uniti, dimenticano che qui da noi, sotto le nostre case, avvengono cose simili. Con qualche morto in meno, certo, per ragioni storiche e normative (da noi non c’è la libera circolazione delle armi, per esempio), ma vige la stessa “cultura” sbirresca. Che poi si riduce al volgare “qui comandiamo noi”.
Con la fine del lockdown e la ripresa, almeno in parte, della normale vita sociale, si pensava che anche certe “stese” di polizia (memorabile il bagnante solitario su una spiaggia braccato manco fosse Totò Riina redivivo) rientrassero tra gli aneddoti irripetibili.
Invece no. Ieri sera una quantità indescrivibile di agenti si è infilata in una delle vie più frequentate della “movida” napoletana, tra via Mezzocannone e piazza Bellini. Per chi non conosce Napoli, siamo in piena zona universitaria, come San Lorenzo a Roma o piazza Verdi a Bologna.
Ma i poliziotti puntano dritti su tre giovani attivisti del centro sociale “Mezzocannone occupato”. Due hanno con sé i documenti, il terzo li ha dimenticati a casa. Tanto basta per dare il via a un delirio esagitato che trasforma quella che avrebbe dovuto essere una banale “opera di dissuasione dagli assembramenti” – il coronavirus gira ancora, anche se al Sud meno che altrove – in una scena simil-Minneapolis.
Il video chiarisce al di là di ogni dubbio che gli agenti sono “schizzati” e rischiano di far esplodere una rivolta per pura incapacità a capire dove stanno e perché, soprattutto, ci stanno.
I tre ragazzi fermati senza motivi sono stati poi addirittura trasferiti in carcere nella notte. In un comunicato sulla propria pagina facebook il gruppo “Mezzocannone Occupato” annuncia: “Quanto accaduto al centro storico di Napoli ci racconta ancora una volta di un episodio di violenza ingiustificata da parte delle forze dell’ordine, a farne le spese sono stati tre giovani ragazzi che non avevano colpa alcuna se non quella di stare bevendo una birra in una piazza della loro città. Stamattina saremo per le strade del centro storico per volantinare e per raccontare a tutta la città quanto accaduto! Diciamo basta agli abusi in divisa!”.
Il questore Alessandro Giuliano, indifferente alla realtà e alle prove documentali, dirama una nota che in altri tempi sarebbe stata definiti una “favola nera”: “Gli operatori delle Volanti hanno gestito la situazione con equilibrio, a fronte di un inaccettabile comportamento aggressivo e minaccioso di decine di persone. Verranno svolte indagini per individuare i responsabili di queste condotte”. Promettendo insomma, se non verrà sostituito rapidamente, di far diventare Napoli teatro di una caccia al giovane in uscita serale.
Il centro sociale ‘Mezzocannone occupato’ riferisce su fb: “Tre nostri attivisti sono stati bloccati ingiustificatamente a Piazza Bellini. Segue il video che documenta gli abusi perpetrati dalle forze dell’ordine. Chiediamo a tutte e tutti di raggiungerci fuori la Questura per dire basta a qualsiasi forma di abuso in divisa”.
In alcuni video si sentono le urla di diversi presenti che chiedono di sapere il perché dell’azione delle cosiddette forze dell’ordine le quali fanno salire sulle auto alcune persone per condurle in Questura.
Si sente anche la voce di una giornalista che chiede con insistenza di conoscere i motivi dell’azione della polizia. Nessuna risposta, solo il “comportamento” che potete vedere…
Il racconto a Radio Onda d’Urto di Andrea di Mezzocannone Occupato Ascolta o scarica
Pietro, Diego e Fabiano sono stati portati a Poggioreale nonostante non abbiano fatto assolutamente nulla di grave.
Servirà una presa di parola forte, collettiva e plurale perché dietro questi assurdi arresti si cela la costruzione di una svolta autoritaria, militare e repressiva che qualcuno vorrebbe imporre alla nostra città.
La libertà di Pietro, Diego e Fabiano è la libertà di ognuno di noi.
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COMUNICATO MEZZOCANNONE OCCUPATO NAPOLI
APPUNTAMENTO LUNEDI 15 GIUGNO ALLE 19,30 A PIAZZA BELLINI, PER RICOSTRUIRE INSIEME LA VERITÀ SUI FATTI DI IERI SERA, PER SMENTIRE LE BUFALE DELLA STAMPA CHE IGNORA VOLONTARIAMENTE I VIDEO CHE STANNO GIRANDO E CHE RACCONTANO DI UN ABUSO IN PIENA REGOLA E SOPRATTUTTO PER RISPEDIRE AL MITTENTE OGNI ACCUSA E MISTIFICAZIONE.
Ieri sera a Piazza Bellini tre ragazzi, che sono anche tre attivisti storici di Insurgencia, sono stati fermati (e successivamente arrestati e portati in carcere) durante uno dei pattugliamenti delle forze dell’ordine nelle zone più affollate del centro storico. La colpa? Ancora ora, risulta incomprensibile.
Pare che la follia cui stiamo assistendo sia iniziata perché qualcuno, tra i controllati, non portava con sé il documento di identità, cosa che – ricordiamolo visto il numero di assurdità che siamo costretti a leggere in queste ore – non costituisce di per sé reato (in Italia è obbligatorio solo esplicitare le proprie generalità, non esibire immediatamente una loro certificazione). Questo pretesto ha dato la stura al solito atteggiamento provocatorio delle forze dell’ordine, di cui abbiamo avuto tante prove in questi mesi: complice lo stato d’emergenza sanitario, l’applicazione delle misure di prevenzione è stata spesso il pretesto per degli abusi ingiusitificabili (dal rider arrestato a Milano perché impossibilitato a tornare a casa, al giornalista messo in quarantena per il suo racconto del lockdown, all’infermiere multato per aver svolto prestazioni mediche di domenica).
La pubblica sicurezza, lo diciamo da settimane, non può diventare una retorica buona per trasformare la gestione dell’ordine in una pratica da far west. Crediamo che atteggiamenti arbitrari come quelli di ieri sera – che hanno il solo scopo di alimentare quelle narrazioni che vogliono gettare le responsabilità dell’attuale crisi sui cittadini – vadano stroncati sul nascere.
Da mesi tutti gli abitanti di Napoli fanno sacrifici immensi per tutelare la salute propria e quella dei propri cari: ora che, timidamente, la città riprende a respirare, non può essere soffocata dagli arbitri di una legge marziale non scritta, che diffonde il terrore tra la popolazione e revoca, in modo insensato, la libertà di chi, secondo qualcuno, si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Le forze dell’ordine, cioè, non possono diventare la mano militare di quelle forze reazionarie che vedono nell’emergenza sanitaria un’occasione per blindare la città di Napoli, impedendo ogni forma di socialità, di incontro, di vita in comune. Cosa che poi nel dibattito pubblico viene ridotta alla ridicola polemica sulla movida, anzi sulla “malamovida”, che cela in realtà l’interesse di una certa borghesia della Napoli bene, la stessa che ha avuto magari posto di potere durante le gestioni criminali dell’emergenza rifiuti dell’era Bassolino, la stessa che oggi organizzata in fantomatici comitati civici, in molto casi usa le proprie posizioni di potere per imporre le priorità nella gestione dell’ordine pubblico, con l’intento esplicito di svuotare le strade della città, imponendo ordine e disciplina in nome di un’idea repressiva di sicurezza.
Pretendiamo che i tre ragazzi arrestati vengano immediatamente rilasciati, e soprattutto pretendiamo che si scriva la parola fine alla stagione della strategia del terrore che qualcuno pensa sia arrivato il momento di aprire nella nostra città.
Stop abusi in divisa, libertà di movimento e diritto per tutte e tutti a vivere la nostra città.
Aggiornamenti:
A centinaia si sono ritrovati ieri sera, 15 giugno 2020, in piazza Bellini per partecipare al corteo contro gli abusi in divisa e per chiedere la liberazione dei compagni dei cs Insurgenica e MezzoCannone Occupato fermati domenica sera dalla polizia in piazza Bellini, durante uno dei cosiddetti controlli antimovida.
Pietro, Diego e Fabiano sono stati rilasciati poi in serata: dovranno scontare gli arresti domiciliari in attesa del processo che si terrà domani, mercoledì 17. Vietate a loro le comunicazioni con l’esterno, social compresi.
Radio Onda d’Urto ne parla con Davide, compagno del mezzocannone occupato . Ascolta o scarica