Termoli (CB): Caso Zainal: chiusa l’inchiesta contro i tre vigili urbani.
- gennaio 15, 2009
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Nello stesso giorno in cui si diffonde la notizia che a Parma quattro Vigili Urbani sono stati arrestati per il caso del giovane ghanese aggredito e picchiato brutalmente il 29 settembre scorso, arriva anche un importante aggiornamento relativo alla vicenda termolese, ovvero l’ambulante bengalese trascinato lungo Corso Nazionale la sera del 23 agosto scorso. Una vicenda che, come quella di Parma, coinvolge la Polizia Municipale: la Procura della Repubblica di Larino ha infatti chiuso l’inchiesta e starebbe per notificare ai tre agenti in servizio nella città adriatica l’avviso di conclusione delle indagini, atto che anticipa la richiesta di rinvio a giudizio. Salvatore De Gregorio, Antonio Russi e Giuseppe Esposto erano stati iscritti nel registro degli indagati per “violenza privata” poco tempo dopo l’episodio, accaduto la sera della Sagra del Pesce in pieno centro. Un episodio che aveva fatto molto rumore, varcato nel giro di poche ore i confini geografici molisani e approdando, anche attraverso le fotografie scattate con i telefoni cellulari da alcuni passanti, sulle prime pagine dei principali quotidiani nazionali e perfino delle reti televisive. Proprio quelle immagini, oltre ad alcune segnalazioni e denunce di cittadini scandalizzati dalla scena, avevano spinto la Procura ad avviare le indagini per accertare come sono andati realmente i fatti. L’involontario protagonista del caso, Abdul Zainal, ha raccontato alla polizia giudiziaria di essere stato colpito da un calcio alla pancia sferrato da uno dei tre Vigili, di essere caduto e di essere stato trascinato per decine di metri fino alla Fiat Stilo di servizio parcheggiata in via Sannitica, sul retro del Municipio. Gli agenti, nelle relazioni scritte inviate per fornire la loro versione, sostengono al contrario di non aver né maltrattato né brutalizzato il venditore ambulante bengalese. Nei mesi scorsi gli inquirenti hanno acquisito diverso materiale: prima di tutto le fotografie, che mostrano il cittadino bengalese steso a terra mentre viene bloccato dagli agenti e poi chino accanto al portabagagli dell’auto di servizio, immobilizzato da due persone in divisa. Ci sarebbe, a supportare il racconto dei testimoni che sono stati ascoltati per molti giorni, anche un filmato girato con il cellulare. La Procura ha acquisito naturalmente la relazione della Municipale di Termoli e in particolare dei tre agenti coinvolti, oltre ai verbali di quel sabato sera e dei giorni successivi, compresa la dichiarazione sottoscritta la notte tra lunedì e martedì dal bengalese e diffusa dal Comune il giorno successivo come “dichiarazione spontanea”, con la quale il cittadino del Bangladesh avrebbe asserito, nero su bianco, di non essere stato «né strattonato né malmenato dagli agenti di Polizia Municipale, e gli stessi non mi hanno messo di forza nel portabagagli dell’auto di servizio, anzi preciso che sono stato accompagnato negli uffici di Polizia stando seduto sul sedile posteriore dell’auto di servizio». Una dichiarazione smentita dallo stesso Zainal, il quale, in una intervista prima e poi durante un interrogatorio, ha raccontato una storia molto diversa («Mi hanno dato un calcio alla pancia e fatto male al collo e in altre parti e trascinato a terra») e ha negato di saper leggere e scrivere: «Ho firmato un foglio davanti a un Vigile ma non so cosa c’è scritto perché non so né leggere né scrivere». Le parole di Abdul hanno gettato un forte dubbio sulla dichiarazione che il Comune di Termoli ha definito “spontanea”, nella quale si legge che il giovane ambulante (che al momento non era assistito da un avvocato) avrebbe scagionato da qualsiasi accusa gli agenti e rinunciato a qualsiasi azione risarcitoria. De Gregorio, Russi ed Esposto, unici indagati nella vicenda, da parte loro non hanno mai cambiato versione: «L’uomo è scivolato sulla strada mentre cercava di fuggire dai controlli. Alla richiesta di esibizione dei documenti, Zainal ha risposto di non averli con sé, e ha cominciato a urlare e chiedere aiuto. Numerose persone sono state attirate dalle urla del venditore ambulante, si sono avvicinate agli agenti di Polizia Municipale e hanno inveito contro di loro, prendendo le difese dell’uomo fermato». L’ambulante era stato fermato per “resistenza a pubblico ufficiale” e portato nella caserma dei Vigili a bordo della Stilo di servizio. Quell’accusa sarebbe tuttavia stata archiviata dalla Procura al termine del lavoro d’indagine. Accanto alla violenza privata , invece, esisterebbe un secondo capo di imputazione a carico degli agenti: l’abuso d’ufficio. Sia per la storia – che un eventuale processo dovrà chiarire – relativa alla dichiarazione “spontanea” di Zainal, sia per i comportamenti e gli atti prodotti in seguito sulla base di un presunto decreto di espulsione a carico dell’ambulante. Decreto che tuttavia non risulta: il bengalese, arrestato e condannato in passato per estorsione, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e associazione per delinquere, era uscito di prigione grazie all’indulto, e dopo la scarcerazione era stata avviata una procedura di espulsione che però non si è mai conclusa. L’indagine in ogni caso è stata chiusa e, dopo la notifica degli avvisi di conclusione, arriverà la richiesta di rinvio a giudizio per i tre vigili urbani in servizio a Termoli. Sarà poi il Gup, nell’udienza preliminare, a decidere, sulla base delle prove, se gli agenti dovranno essere processati o se, al contrario, la loro posizione dovrà essere archiviata.
fonte: primonumero
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