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Eina zwei polizei. Infiltrazioni neonazi in polizia e esercito

nazi tedesco

Un gadget in vendita nel webshop di UNITER

Eins… Zwei… Polizei[1]

Un avvocato del foro di Francoforte, la capogruppo dei “Linken” al consiglio regionale dell’Assia, una cabarettista di origini turche: queste sono solo alcune delle vittime di minacce, spesso tramite lettere minatorie, a opera di neonazisti che si firmano NSU[2] 2.0. La particolarità di questi casi è data dal fatto che, poco prima dell’arrivo delle lettere, i nominativi di queste persone sono state oggetto di ricerche sui computer della polizia di Francoforte e Wiesbaden. Evidentemente ci sono dei poliziotti che quantomeno supportano i neonazisti in queste campagne intimidatorie. La cosa sta andando avanti da circa due[3] anni e finora le indagini per identificare i responsabili sono andate a vuoto. La cosa sorprende poco, visto che il sistema tedesco, nel caso d’indagine sulla polizia, non prevede che queste vengano fatte da un’altra istituzione[4]: lo spirito di corpo vince (quasi) sempre.

Drei… Vier… Grenadier

Nell’esercito la situazione non è certo migliore. La ministra della difesa Kramp Karrenbauer ha minacciato di sciogliere definitivamente il KSK, il corpo d’élite dell’esercito, qualora questo non riesca a epurarsi dai neonazisti. Non dovrebbe essere facilissimo: nel 2003 fu il comandante stesso del KSK a essere congedato con disonore per palese antisemitismo. Nel 2017 divenne di pubblico dominio una festa in cui una compagnia aveva finito col cantare inni nazisti e col fare il saluto al Führer (in Germania un reato). La faccenda venne minimizzata dai responsabili militari e politici come una bravata da ubriachi e non ci furono conseguenze ne’ disciplinari, ne’ penali. Quel che ha fatto traboccare il vaso lo scorso marzo è stato il ritrovamento, durante una perquisizione a casa di un militare del KSK, di diverse migliaia di proiettili e di due chili di esplosivo. Quel che è peggio è che ora è saltato fuori il fatto che alle polveriere del KSK mancano 85.000 proiettili e 62 chili di esplosivo. Il servizio segreto militare (Militärischer Abwehr Dienst – M.A.D.), responsabile delle indagini in questo caso, ha anch’esso dei problemi visto che alcuni dei militari del KSK sono stati informati da qualche talpa delle indagini in corso. Comunque sia, stando al capo dei servizi segreti militari “Non ci troviamo di fronte a un ‘esercito parallelo’, ma certo a una rete di contatti, possiamo dire un network di militari con tendenze neo-naziste”.

‘Esercito parallelo’: non e’ la prima volta che si usa questa definizione. Questa è iniziata a circolare nel 2017, quando sono venute alla luce le attività di Nordkreuz un gruppo di prepper[5] che si prende molto sul serio. In attesa del “giorno X” hanno cominciato a mettere da parte non solo cibo, alcolici e sigarette, ma anche munizioni, esplosivi, sacchi per cadaveri, calce viva, nonché delle liste con 24522 nomi e indirizzi di politici, attivisti di sinistra, punk, artisti. E guarda caso tra questi zelanti prepper ci sono ex membri del KSK, poliziotti, spesso membri delle squadre speciali, avvocati. In più sono molto ben collegati: uno dei promotori dei canali chat da loro utilizzati è uno dei fondatori di UNITER, un’associazione di ex membri delle squadre speciali di esercito e polizia, molto potente (nel 2019 UNITER ha offerto training tattico militare alle forze di sicurezza filippine di quello sceriffo di Duterte), con collegamenti alla massoneria, manco a dirlo. Per curiosità alcuni membri dell’UNITER, in forza alla polizia del Brandenburgo, sono indagati per una serie di ricerche sospette fatte sui computer della polizia. Una pura coincidenza. Come anche il fatto che qualche talpa dei servizi segreti militari pare abbia informato qualche indagato sulle indagini in corso…

Fünf… Sechs… alte Hex

E c’è di più. Bisogna premettere che nel sistema tedesco tutti i reati collegati al terrorismo sono di pertinenza della procura federale, dei reati comuni, invece, si occupano le procure dei singoli Länder. Durante una perquisizione in casa di Marko G., poliziotto in forza ai corpi d’élite del Land Meclenburgo nonché uno degli amministratori della chat di Nordkreuz, viene trovata una mitraglietta UZI e 50.000 proiettili di fattura speciale.  Queste munizioni, in grado di trapassare i giubbotti antiproiettile, non si trovano normalmente in commercio, ne’ sono comuni sul mercato nero, ma sono esclusivamente in uso nei corpi speciali di esercito (KSK) e polizia (SEK). Un controllo dei numeri di serie dimostrò che i proiettili provenivano da diverse caserme dell’SEK e del KSK, sparse in giro per la Germania, per cui Marko G. doveva aver avuto una rete di complici per sottrarre le munizioni dai vari arsenali. La procura del Meclenburgo a questo punto trasmise il fascicolo alla procura federale. Questa, contro ogni aspettativa, ha rimandato tutto indietro: non vede gli estremi per un’indagine di terrorismo. Questa decisione diventa ancora più incomprensibile se si considera che la procura federale stessa si sta invece occupando del caso della lista con i 24.522 nomi trovata in casa di un altro membro del gruppo, queste indagini sono ancora in corso. L’ingarbuglio giuridico non finisce certo qui.

Fonti giornalistiche hanno dimostrato che fin dal 2015 c’erano stati contatti tra elementi di  Nordkreuz e Franco A. Si tratta di un personaggio ben noto ai media tedeschi, il primo militare con tendenze neo-naziste a essere arrestato per aver progettato degli attentati terroristici. Era in servizio, manco a dirlo, presso un corpo d’élite, una compagnia franco tedesca primo nucleo di un progetto di difesa europeo. Le sue ottime conoscenze del francese gli permisero nel 2016 di spacciarsi come profugo siriano ed essere registrato come tale. A inizio del 2017 si reca a Vienna, va all’aeroporto e nasconde una pistola in un bagno per handicappati, ma quando torna per recuperare l’arma viene arrestato. Quella sera a Vienna era in programma “il ballo degli accademici”, un evento mondano della destra conservatrice austriaca puntualmente accompagnato da manifestazioni di protesta della sinistra. Gli inquirenti pensano che Franco A. avesse intenzione di fare un attentato in una delle due situazioni: la responsabilità sarebbe stata data ai profughi, questo spiegherebbe il fatto che si fece registrare come profugo. E considerando i contatti ora provati con Nordkreuz si potrebbe immaginare che tutta l’operazione fosse finalizzata a fare in modo che il giorno X divenisse qualcosa di concreto… La procura federale ha inizialmente preso in mano il fascicolo Franco A., ma a questo ha posto eccezione il tribunale dell’Assia, adducendo come motivo le scarse probabilità di arrivare a una condanna per terrorismo. Le indagini sono quindi finora ferme, in attesa che la Corte Costituzionale (cui ha fatto ricorso la procura federale) si pronunci sul caso. Franco A. è dunque a piede libero, così come lo sono tutti i personaggi del complesso Nordkreuz.            Non si hanno neanche notizie di provvedimenti disciplinari o trasferimenti, i personaggi coinvolti sono ancora tutti al loro posto. L’unico ad aver avuto delle conseguenze, finora, è Marko G.: processato semplicemente per detenzione illecita di armi, è stato condannato a 21 mesi col beneficio della condizionale. La procura del Meclenburgo ha fatto ricorso[6].

Sieben… Acht… Gute Nacht!

Cambio di scena. Berlino, la settimana scorsa: la procuratrice capo di Berlino avoca a sé il fascicolo riguardante una serie di azioni di neonazisti che da alcuni anni avvengono a Neukölln[7] visto che non è successo molto finora. In una intercettazione si sente uno degli imputati dire di essere tranquillo visto che il procuratore incaricato è “cieco sull’occhio destro”. Questa espressione descrive la situazione a puntino.

Si può tranquillamente affermare che, fin dalla nascita della Repubblica Federale Tedesca nel 1949, i politici tedeschi (la CDU in particolare), la polizia, i servizi segreti e anche buona parte dei media sono “ciechi sull’occhio destro”, minimizzano i rigurgiti neonazisti come casi isolati perpetrati da lupi solitari. Bisogna dire che, almeno per una parte dei media e dell’opinione pubblica, qualcosa ha cominciato a cambiare quando è venuto alla luce il caso NSU[8] e una conferma è venuta con l’omicidio di Walter Luebcke[9]. Siccome il mestiere del politico impone ovunque nel mondo di cavalcare le onde prodotte dall’opinione pubblica, anche Horst Seehofer, il ministro degli interni ultraconservatore della CSU, amico di Orban, ha dovuto ammettere che il rischio maggiore per lo stato tedesco viene da destra. Quanto poi questa affermazione sia sinceramente sentita lo si può dedurre dal seguente episodio[10]. Nell’ultimo rapporto[11] pubblicato dalla commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI)[12] il governo tedesco viene invitato a fare una ricerca sulle tendenze razziste nella polizia per via racial profiling che questa troppo spesso pratica. Sull’onda di Black Lives Matter, la proposta è stata accolta positivamente da quasi tutta la società civile, incassando il plauso finanche del sindacato di polizia. Ma il 6 luglio scorso un portavoce del ministero dell’Interno porta una doccia fredda dichiarando: “Non incaricheremo nessuno di fare una ricerca come quella proposta dalla commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza.” Fantastica la motivazione: “Il racial profiling è vietato in Germania, particolarmente per la polizia federale. I controlli personali devono assolutamente avvenire senza forme di discriminazione. Le leggi federali e gli ordini esecutivi non lo permettono in nessun modo. Eventuali casi sono assolute eccezioni.” Pronta la risposta di Kühnert della SPD: “Stando così le cose possiamo subito cominciare a smantellare gli autovelox: anche superare i limiti di velocità è vietato!”

Mario Vando

Note:

[1]Filastrocca in voga tra i bambini tedeschi: „ Uno… due… polizia, tre… quattro… granatiere, cinque … sei… vecchia strega…, sette… otto… buona notte!”

[2]https://it.wikipedia.org/wiki/Nationalsozialistischer_Untergrund

[3]https://www.tagesschau.de/faktenfinder/inland/polizei-einstellungen-101.html

[4]In Italia, per es. sarebbero i Carabinieri o la Guardia di Finanza a indagare sulla Polizia.

[5]https://it.wikipedia.org/wiki/Survivalismo

[6]Purtroppo questo dettagliato documentario al momento si trova solo in tedesco: https://www.zdf.de/dokumentation/zdfinfo-doku/rechte-verschwoerer-angriff-von-innen–100.html

[7]Quartiere di Berlino con moltissimi immigrati tra gli abitanti.

[8]https://it.wikipedia.org/wiki/Nationalsozialistischer_Untergrund

[9]https://www.agi.it/estero/omicidio_luebcke_neonazisti-5678607/news/2019-06-18/

[10]https://www.tagesschau.de/inland/racial-profiling-studie-101.html

[11]https://rm.coe.int/ecri-report-on-germany-sixth-monitoring-cycle-/16809ce4be

[12]https://www.coe.int/en/web/european-commission-against-racism-and-intolerance/