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Sit in in 24 città contro il Ddl sicurezza: «Riduce i diritti di tutti»

Mohideen Nowfer del Focsi distribuisce volantini contro il razzismo strisciante che porta anche alla morte, come è accaduto per Jerry Masslo del Sud Africa e per tanti altri migranti. E in piazza ieri erano presenti gli esponenti dell’Arci della Cgil, di associazioni come Lunaria, esponenti politici di Rifondazione, persino alcune organizzazioni cattoliche per protestare contro il Ddl vergogna (il disegno di legge 733/08, ndr) che – denunciano i promotori dei sit in che si sono tenuti ieri in 24 città d’Italia – «dietro il pretesto di contrastare l’immigrazione clandestina, colpisce tutti gli immigrati, soprattutto coloro che vivono e lavorano regolarmente nel nostro paese». I motivi sono presto detti. A spiegarli i protagonisti del sit in ieri a Montecitorio. Denuncia Piero Soldini della Cgil: «Istituire una tassa di 200 euro per ottenere il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno, ostacolare il ricongiungimento familiare, tagliare le risorse per i corsi d’italiano, restringere l’assistenza sanitaria non sono norme che riguardano la sicurezza; se mai sono provvedimenti solo discriminatori. Per questo siamo qui. Per una battaglia che porteremo avanti anche se, ora, chiediamo di bloccare almeno quei provvedimenti più dannosi e non solo per i migranti». Così è per quella norma della Bossi-Fini che prevede che, dopo sei mesi senza un contratto, il lavoratore immigrato perda il proprio permesso di soggiorno. Inoltre la richiesta è anche quella di regolarizzare tutti gli immigrati, provvedimento che porterebbe nelle casse dello Stato, in base alla Cgil, oltre 2 miliardi di euro che servirebbero inoltre per garantire gli ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori italiani. L’Arci concorda. Così gli esponenti di associazioni come Lunaria. Grazia Naletto è chiara: «Chiediamo una politica diversa che porti davvero all’integrazione e non questa che, in un clima di crisi, rischia di trasformarsi in puro razzismo». Shukri Said, attrice, è in piazza in veste di segretaria dell’associazione “Migrare” una specie di osservatorio che si occupa di temi quali l’integrazione, il razzismo, il mondo dei migranti in Italia. «Questo provvedimento – sottolinea – ha un’attinenza spiccata con la volontà di discriminare le comunità di origini straniere in Italia. In linea di principio ciò è assolutamente intollerabile». Di vero razzismo parlano tutti gli esponenti presenti al sit in. Roberta Fantozzi, segretaria dell’area Welfare di Rifondazione, non usa altri mezzi termini: «Abbiamo aderito e con convinzione a questo presidio innanzitutto per avviare un percorso di lotta che si svilupperà a gennaio. E’ evidente che queste leggi contengono in sé un’unica parola d’ordine: chi deve pagare questa crisi sono gli immigrati». E non ci può essere nulla di più “razzista” di questo.

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