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Pisa: Continuano le ordinanze del Sindaco Filippeschi (PD) contro i rom

L’anniversario della Dichiarazione dei Diritti Umani (10dicembre), la giornata internazionale dei migranti (18 dicembre), il periodo di Natale: il Sindaco Filippeschi ha scelto queste ricorrenze per lanciare l’ordinanza contro le “baraccopoli”. È una scelta poco felice: perché lo sgombero generalizzato dei campi, previsto dall’ordinanza, rappresenta una violazione dei diritti umani senza precedenti nella nostra città. Decine di famiglie – con donne ebambini – verranno allontanate dalle loro abitazioni precarie e messe in mezzo a una strada, senza alcuna prospettiva. Si ricalca, in questo modo, la politica delle amministrazioni di centro-destra e dello stesso governo Berlusconi. Una politica duramente sanzionata dagli organismi internazionali – dal Parlamento Europeo fino all’ONU – che per di più non ha ottenuto alcun risultato: ovunque, gli sgomberi non allontanano davvero i campi, ma li “spostano” da un quartiere all’altro. Si alimentano sofferenze ed esclusioni sociali, e si spendono inutilmente soldi pubblici (perché ogni sgombero ha un costo). A chi giova tuttoquesto? Il Sindaco ha parlato di un fenomeno – quello delle baraccopoli -«notevolmente accentuato negli ultimi anni». In realtà, non c’è nessun incremento numerico nei campi: le stesse comunità rumene –in crescita nel 2007, con l’ingresso del loro paese in Europa –sono rimaste stabili, circa 150 persone. Non sarebbe difficile varare politiche sociali per 150 persone: difficile e costoso è invece sbattere 150 persone in mezzo a una strada. Certo, non piace a nessuno vivere in un campo: ed è vero che «la precarietà degli accampamenti costituisce un grave rischio per i loro stessi abitanti». Ma lo sgombero forzato, senza soluzioni alternative, peggiora la situazione, rende più precarie le condizioni igieniche, impedisce la scolarizzazione dei bambini. L’ordinanza è motivata dal fatto che – citiamo testualmente -«molteplici sono le segnalazioni di cittadini sui fenomeni di piccola criminalità connessi ai campi». Suona improprio il richiamo alla criminalità, visto che a Pisa i reati sono diminuiti del 5% nel giro di un anno (il dato viene dalle forze dell’ordine). E il Sindaco, così attento alla legalità, dovrebbe ricordare che le segnalazioni dei cittadini non sono reati: i reati li accerta la magistratura, e in ogni caso coinvolgono chi li ha commessi, e non i parenti, gli amici,i vicini di casa o di baracca. Criminalizzare interi gruppi etnici non ha nulla a che fare con la “sicurezza”: semmai, alimenta paure e nuove esclusioni, come ha ricordato autorevolmente il Censis. E chi sono poi questi «cittadini» che invocherebbero gli sgomberi? Meno di un mese fa, un “appello pisano contro il razzismo”, firmato da uomini e donne autorevoli rappresentanti del mondo della cultura e di quello della fede, ha avuto quasi mille adesioni in meno di una settimana. Il 22 novembre, duemila persone hanno sfilato per le strade di Pisa, chiedendo al Sindaco di non emanare queste ordinanze. E in estate, centinaia di persone hanno depositato le proprie impronte contro i provvedimenti anti-rom del Governo Berlusconi. Non sono«cittadini» anche queste persone? L’impressione è che, ancora una volta, si sia ascoltata solo una parte di questa città.
Africa Insieme
Associazione Mezclar
Laboratorio delle disobbedienze Rebeldia
BODY
Partito della Rifondazione Comunista -Sinistra Europea Federazione di Pisa

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