Aprilia. Denunce di massa contro la mobilitazione No Turbogas
- dicembre 16, 2008
- in lotte sociali
- Edit
Interruzione di pubblico servizio, violazione di domicilio, violenza privata, danneggiamento e istigazione a delinquere potrebbero essere le pesanti e inusitate motivazioni delle denunce annunciate nei confronti di ben 350 cittadini di Aprilia [Latina]. Il condizionale è d’obbligo perché la notizia è delle agenzie di stampa di oggi mentre nulla, finora, è stato notificato ai diretti interessati. Le «terribili violenze» sarebbero state commesse ieri, durante la manifestazione pacifica organizzata dalla Rete no turbogas di Aprilia, che ha visto ancora una volta la straordinaria partecipazione di cinquemila cittadini, con famiglie e bambini in prima fila. «La comunità è scesa in piazza pacificamente, con la forza del buon senso e della buona ragione – dice la Rete – E ha manifestato con la determinazione di chi conosce i rischi delle emissioni prodotte dalla centrale per la salute, l’ambiente, la qualità della vita e l’economia locale». A sfilare insieme ai cittadini c’erano i sindaci e i rappresentanti dei comuni di Aprilia, Ardea, Anzio, Nettuno e Lanuvio. Nessuno invece da Pontinia [Latina], ma solo perché cittadini e amministratori partecipavano, in contemporanea, a una analoga manifestazione organizzata dalla Rete civica. La protesta, anche nel caso di Pontinia [distante solo pochi chilometri da Aprilia], è contro il progetto di realizzare anche là una centrale turbogas, stavolta proposta da Acea Electrolabel. Per tornare alla incredibile vicenda di Aprilia, la manifestazione di ieri e il sostegno di migliaia di cittadini hanno «permesso alla presidente della Rete, la professoressa Rita Leli, di ottenere l’impegno del ministro per lo sviluppo economico Claudio Scajola a tenere un incontro tra una delegazione no turbogas e i funzionari del governo. Un incontro – dice la Rete no turbogas – ottenuto grazie anche all’attività del prefetto di Latina Bruno Frattasi, che ha dimostrato di comprendere le istanze e l’esasperazione dei cittadini e ritenuto necessario affrontare la vertenza turbogas di Aprilia in un vertice presso il ministero che sarà meglio definito nelle prossime settimane, dove la Rete chiederà al governo di rivedere i propri piani energetici e studiare un’alternativa sostenibile all’impianto turbogas». E’ in questo contesto più che dialogante che ieri il corteo, partito dal centro storico apriliano, ha spontaneamente inscenato due pacifiche e simboliche invasioni: blocco della via Pontina in entrambi i sensi di marcia e occupazione del presidio no turbogas a Campo di Carne, sgomberato nelle scorse settimane dopo l’intervento massiccio della forza pubblica. «Invasioni messe in atto non da frange estreme di manifestanti ma da comuni cittadini, che le hanno tenute per brevissimo tempo e subito interrotte con grande senso di responsabilità, senza alcun intervento di forza», raccontano quelli della Rete, che certamente non si aspettavano di leggere sulla stampa delle incombenti denunce a carico di centinaia di persone. Una risposta giudicata scandalosa e inammissibile da Ivano Peduzzi e Anna Pizzo, rispettivamente capogruppo e consigliera regionale di Rifondazione: «Ieri, di fronte a tanta partecipazione, le forze dell’ordine, invece del dialogo, hanno preferito ricorrere a metodi repressivi denunciando 350 manifestanti che protestavano pacificamente per difendere il proprio territorio e il diritto alla salute. E’ necessario – dicono Peduzzi e Pizzo – che il consiglio regionale si esprima quanto prima sul Piano energetico regionale ribadendo l’inutilità degli impianti turbogas di Aprilia e Pontinia». Intanto, la Rete di Aprilia ha fissato per giovedì 18 alle 21 l’assemblea cittadina, per decidere le prossime pacifiche azioni e mobilitazioni, in risposta anche alla mano dura del governo, materializzata stavolta non con le botte ma con l’intimidazione di una annunciata denuncia di massa mai vista.
Share this: