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Ergastolo, pena inumana. E’ giunto il tempo di abolirla

Solidarietà di Rifondazione agli ergastolani in sciopero della fame
L’ergastolo è una pena inumana, che toglie all’uomo la speranza, che confligge in modo inconciliabile con il principio costituzionale della umanità e della finalità rieducativa della pena. L’ergastolo è una pena premoderna che addirittura il codice penale francese del 1791, che pur prevedeva la pena di morte, lo aveva abolito.Del resto, anche autorevoli personalità della nostra storia repubblicana, da Togliatti a Moro, da Ingrao a Dossetti, si sono espressi a favore dell’abolizione del fine pena: mai, perché tale pena contrasta con il principio “personalista” della nostra carta costituzionale, secondo il quale la persona è il fine ultimo del nostro ordinamento e la dignità umana non può essere calpestata: mai.Per queste ragioni anche quest’anno Rifondazione sostiene attivamente la campagna Mai dire mai, indetta dagli ergastolani di tutta Italia per chiedere l’abolizione della pena perpetua e dei circuiti penitenziari di massima sicurezza. Una campagna iniziata con la presentazione di circa 750 ricorsi alla Corte europea dei diritti dell’uomo e che oggi prosegue con uno sciopero della fame degli ergastolani e che continuerà fino a marzo 2009 con uno sciopero a staffetta su base regionale che coinvolgerà anche cittadini liberi solidali con la mobilitazione. Una campagna che ha già dato vita ad una prima pubblicazione “Mai dire mai. Il risveglio dei dannati”, nella quale gli stessi ergastolani raccontano e valutano la prima parte della loro lotta.Oggi sono circa 1.500 gli ergastolani in Italia, reclusi in una cinquantina di istituti differenti. Circa 25 sono donne, quasi tutte concentrate in sezioni di massima sicurezza.Solo una metà degli ergastolani reclusi nelle nostre carceri, secondo i dati di Liberarsi, ha accesso a qualche misura alternativa alla detenzione.Dunque i dati smentiscono il mito secondo il quale l’ergastolo in concreto non esiste. Basta accedere al sito “www.informacarcere.it” per scoprire che esistono ergastolani che patiscono la loro pena da più di 40 anni. Rifondazione ha da sempre sostenuto l’abolizione dell’ergastolo sia con la presentazione di disegni di legge sia con la promozione di pubblici eventi di sensibilizzazione. L’anno scorso lanciammo una lettera aperta al mondo dello spettacolo che raccolse decine e decine di adesioni, da Mario Monicelli ad Ascanio Celestini, dal compianto Sandro Curzi a Erri De Luca.Eppure, l’Italia continua ad essere uno dei pochi paesi in Europa dove continua ad esistere, in concreto, la pena dell’ergastolo. Così come non esiste ancora un Garante nazionale delle persone private della libertà personale e, per altro verso, non esiste ancora un reato di tortura. Tre tristi primati di quella che una volta era considerata culla del diritto e oggi sta diventando sempre più baratro dei diritti umani. La nostra solidarietà agli ergastolani che, come ha ricordato l’Associazione Antigone, hanno dimostrato di credere nei diritti dell’uomo e nella giurisdizione, al punto di servirsene, ben più di quanto non facciano molti funzionari dello Stato.
Giovanni Russo Spena, Gennaro Santoro