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Testimonianze: Sentenza Diaz: il commento di una delle vittime del pestaggio, il beneventano Christian Mirra.

Mi é stato chiesto di scrivere cosa ne penso dei risultati del processo, e di raccontare di nuovo il mio pestaggio nella Diaz. Non intendo soffermarmi qui sul racconto di ció che mi accadde nella scuola; ho realizzato un fumetto sulla mia esperienza, sono un illustratore e non credo di poterla descrivere meglio di cosí. D’altra parte ormai la storia é nota: la polizia penetró nella scuola durante la notte, e cominció immediatamente un pestaggio brutale e indiscriminato. Ci furono 93 arresti di cui 70 feriti, 3 in fin di vita. Io all’epoca avevo 24 anni. Fui tra quelli finiti direttamente all’ospedale, e mi tocca dire “per fortuna”, perché sennó sarei passato anche per Bolzaneto… soprattutto, per fortuna é stato dimostrato che la polizia aveva messo le famose molotov nella scuola per incastrarci; sennó sarei potuto finire in galera per un minimo di 8 anni. Ora il processo ai poliziotti coinvolti nell’assalto é terminato con l’assoluzione di tutti i dirigenti, e con pene assai lievi per i capisquadra (i “pesci piccoli”) i cui sottoposti avevano operato il pestaggio. Pure tra i condannati, si sa che tra condoni e prescrizioni nessuno finirá in galera. Ho letto parecchio sulla sentenza, e le reazioni vanno dalle grida di “Vergogna!” di chi si aspettava che i dirigenti fossero condannati, e le dichiarazioni di “Giustizia fatta” di chi, come i membri del governo, ha fretta di chiudere con questa storia. A questo proposito, vorrei dire innanzitutto che le motivazioni della sentenza non sono ancora state pubblicate, e quindi é prematuro emettere giudizi sia di accusa ai giudici, sia di assoluzione dell’operato della polizia. Prendiamo ad esempio la sentenza su Bolzaneto: anche lí pochi poliziotti sono stati condannati, ma le motivazioni, pubblicate nei giorni scorsi, dicono chiaramente che, sebbene le torture ai detenuti siano state dimostrate, e le condanne sono state lievi perché in Italia non esiste il reato di tortura, e perché le responsabilitá dei singoli poliziotti sono state difficili da dimostrare a causa dell’omertá della P.S. Quindi io prima di prendermela con i giudici aspetterei almeno di leggere le loro motivazioni. Ma a prescindere dalla sentenza, c’é parecchio da gridare Vergogna: sia ai poliziotti imputati, per il loro comportamento alla Diaz e durante il processo, sia ai governi succedutisi in questi anni, destra o sinistra che siano, che nel frattempo hanno sempre difeso a spada tratta la polizia e hanno promosso gli imputati ai vertici della sicurezza. Ci tengo a precisare che quando parlo di polizia non faccio di tutta l´erba un fascio, e non vorrei offendere l´operato di migliaia di poliziotti onesti assimilandoli alle belve che assaltarono la Diaz. Ma mi pare ridicolo il discorso delle `poche mele marce` , ovvero dire che qualche poca testa calda ha operato le violenze e il resto della polizia é sana. Come fa la polizia ad essere sana se le mele marce sono proprio quelli che la dirigono! Francesco Gratteri, imputato al processo Diaz, capo dello Sco, nel 2007 è divenuto capo del Dipartimento nazionale anticrimine. Il suo vice all’epoca del G8, Gilberto Caldarozzi, imputato Diaz, gli è succeduto come direttore dello Sco. Giovanni Luperi, imputato Diaz, nel 2001 vice capo dell’Ucigos, è dal 2007 capo del dipartimento analisi dell’ex Sisde. Spartaco Mortola, imputato Diaz, già capo della Digos di Genova, è vice questore vicario di Torino. E l’elenco continua. Gratteri, Luperi, Caldarozzi, …. sono questi i bei tipi che oggi dirigono la polizia italiana. Gli stessi bei tipi ripresi mentre candidamente si scambiavano una busta azzurra con dentro due bottiglie molotov davanti la scuola. Gli stessi che si sono continuamente avvalsi della facoltá di non rispondere al processo, che sono stati intercettati mentre concordavano le loro versioni. Luperi é stato anche ripreso mentre sfigurava con un calcio in faccia con rincorsa un ragazzino di 14 anni bloccato a terra da altri poliziotti. Ecco, sí, mettiamo uno come lui a capo dei servizi segreti… Sappiamo per certo che un macello come quello della Diaz é avvenuto mentre questi dirigenti erano presenti, e che hanno avuto tra le mani le prove fasulle con cui volevano incastrarci. Allora mettiamo che sia vero ció che dicono: che non sapevano nulla e non hanno visto nulla. Allora forse sono innocenti… ma come minimo, non saranno un bel po’ incompetenti? Tutti assolti si puó forse capire, ma perché promossi? Questi bei tipi continueranno a fare carriera. Non ci sono segni che neppure chi é stato condannato (come Canterini, che ora é vicequestore) sará sospeso dal servizio. E grazie al loro esempio, i poliziotti violenti sapranno di poter torturare e uccidere… perché no, tanto a loro lo Stato in Italia non li tocca! Sette anni fa, quando il G.I.P. invalidó il mio arresto, pensai: nonostante tutto, l’Italia é ancora una Democrazia. E poi, quando fu dimostrato il montaggio delle molotov, e le accuse contro di noi furono archiviate, di nuovo pensai: l’Italia é ancora una democrazia. E oggi …. in fondo possiamo metterla cosí: queste e peggiori cose accadono nel mondo, e se l’Italia non fosse una democrazia sarei semplicemente desaparecido, come accadeva nell’Argentina di Videla. Nessuno avrebbe piú sentito parlare di quelli della Diaz perché saremmo tutti morti, e sepolti non solo sottoterra, ma anche dai media. Peró resta difficile dire quanto resti di democratico in un paese dove i cittadini abbiano ragione di temere i propri poliziotti….

Christian Mirra