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Bologna: nuovo sgombero per il laboratorio Crash

La giornata del 26 novembre l’intera città di Bologna si è svegliata alle prime luci dell’alba un po’ più povera. Alle 6.30 la polizia, su mandato della magistratura, mette i sigilli al laboratorio Crash, uno spazio sociale di autorganizzazione e autogestione dal basso di bisogni e desideri.Se la magistratura si è assunta questa responsabilità politica di bloccare le attività del laboratorio Crash, ugualmente responsabili di questo azzeramento, almeno temporaneo, di un percorso di costruzione dal basso di libertà sono gli amministratori della città che in questi anni si sono sistematicamente sottratti al confronto con chi ha posto l’esigenza di trovare uno spazio adeguato per un’esperienza di autogestione e autorganizzazione.Dopo l’aggressione di Piazza della Mercanzia, dopo l’ordinanza sul Pratello, lo sgombero del laboratorio Crash rappresenta un ulteriore passaggio verso una città vetrina in cui la merce possa esercitare il suo dominio incontrastato.Bologna ha bisogno di nuovi spazi, nuove idee, nuove occupazioni.Migliaia di persone da anni delegano agli spazi sociali già esistenti il proprio bisogno di libertà e non colgono la possibilità di aprire nuovi percorsi di autorganizzazione e autogestione. In prima persona è necessario che tutti si mettano in gioco. Di luoghi dimessi e abbandonati la città è piena. Ridare senso al vuoto in cui sono stati relegati si può fare, fa bene ed è anche bello. Da qui occorre ripartire: non può essere la paura della repressione a farci abbassare la bandiera dell’immaginazione.Ritroviamo la forza per urlare nuovamente tutti insieme: NO PASARAN
Xm24