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«Siamo tutti clandestini» A Pisa corteo contro il sindaco securitario

Più di 5.000 persone hanno partecipato alla manifestazione antirazzista che si è tenuta ieri pomeriggio a Pisa. Un grande successo di “critica” e di “pubblico”, che rilancia in città la battaglia contro la politica “securitaria” dell’amministrazione di centrosinistra. Il corteo si è snodato, anche se con un po’ di ritardo, da piazza Sant’Antonio, per poi finire il suo percorso in piazza dei Miracoli, luogo simbolico dove i migranti di solito tentano di vendere le loro cose e contro i quali vigili e polizia, altrettanto regolarmente, si scatenano in nome della lotta al commercio abusivo. Lo slogan più urlato, “siamo tutti clandestini”. Durante il corteo, decine di sacche pieni di catacce sono state depositate davanti alla sede del Comune in piazza XX Settembre in segno di protesta contro la ventilata ordinanza antiborsoni. Tra le altre cose, in Toscana si vuole fare un Cpt. Ad ospitarlo dovrebbe essere la provincia di Firenze, nella località di Sant’Angelo a Lepore. Proprio nella mattinata di ieri a Firenze c’è stata una mobilitazione contro la sua costruzione. I lavori, in una vecchia area militare, sono già partiti, e in primavera potrebbero avere un ulteriore sviluppo. I comuni del circondario sono contrari. Nel cartello promotore del corteo di Pisa, Prc, Verdi Pdci, il sindacalismo di base (Cobas) e tutta la galassia delle associazioni, dei centri sociali (Rebeldia) e delle esperienze di lotta degli studenti e dei ricercatori. Già nei giorni scorsi era uscito un lungo “appello pisano” firmato da docenti universitari, compreso il teologo Roberto Filippini della diocesi della città, e professionisti vari, in cui si parlava di un «netto mutamento di clima». L’appello dei manifestanti esprimeva «profondo disagio e disaccordo» con le recenti scelte dell’amministrazione, e giudicava le ordinanze «misure vessatorie nei confronti di persone provenienti da altri paesi». L’«ordinanza antiborsoni» consentirebbe alla Polizia Municipale di multare chiunque sosti con valige, fagotti e borse di grosse dimensioni in prossimità di monumenti storici. Gli sgomberi dei campi Rom avvenuti nelle scorse settimane rappresentano una vera e propria svolta rispetto al passato: la precedente amministrazione, infatti, aveva promosso un programma di accoglienza e inserimento abitativo, denominato «Città Sottili», grazie al quale, agli abitanti dei campi erano state assegnate delle vere e proprie case. L’ordinanza anti-borsoni e gli sgomberi fanno parte di un programma più ampio, un vero e proprio «Patto per la Sicurezza» (simile a quelli di Roma e Milano) che la Giunta vorrebbe stipulare con la Prefettura e la Questura. Su questo «patto» il Sindaco ha avuto il via libera dal consiglio comunale, con i voti sia della maggioranza (Pd, IdV, Socialisti e Liste Civiche), sia dell’opposizione di centro destra.