Una laureanda, che sta scrivendo la sua tesi sulla pena dell’ergastolo, mi ha chiesto di descrivere come trascorrevo le giornate in carcere. Non è facile rispondere a questa, apparentemente, semplice domanda perché un ergastolano, più che vivere, sopravvive e sopravvivere non è come vivere. Molto dipende anche dal girone infernale in cui sei assegnato (regime di tortura del 41 bis, Alta Sicurezza Uno, Due o Tre, Media Sicurezza). Spesso dipende pure dagli umori del Direttore e delle guardie di turno. Per questo si dice che ogni carcere è uno Stato a sé, perché quello che è proibito a Napoli è consentito a Milano, e viceversa, perché ogni istituto ha un suo regolamento interno.
Per rispondere a questa domanda sono andato a sbirciare nel mio diario carcerario – mi devo decidere a strapparlo perché quando lo leggo mi riporta al passato – e le ho passato questi brani, che rendo pubblici perché credo che più persone conoscono l’inferno delle nostre “Patrie Galere” e più probabilità ci sono di riuscire in futuro a migliorarle.
“Questo mese sembra che non finisca mai. In carcere è difficile far passare il tempo. I giorni sono così tutti uguali che il tempo passa solo se lo vuole lui. E tu non puoi fare altro che guardarlo trascorrere.”
“Anche questa giornata è giunta alla fine. Ora inizia il peggio. Incomincia la “Notte da ergastolano”. L’altra notte ho parlato per ore con la mia ombra. Poi lei si è addormentata ed io sono rimasto sveglio. A parlare da solo, come i pazzi.”
“Oggi una pigra stanchezza s’è impadronita di me. E non ho fatto nulla per tutto il giorno. Non solo, ma non ho pensato neppure a nulla per l’intera giornata. Ho fatto solo il morto. Ho fatto semplicemente l’ergastolano.”
“Una giornata da cani! Durante la perquisizione, alla guardia è caduto il barattolo dello zucchero e mi sono trovato tutta la cella piena di zucchero per terra. E come se non bastasse, la stessa guardia mi ha portato via un fornellino che avevo da due anni e che usavo per riscaldarmi d’inverno. Poi al pomeriggio mi si è rotta la televisione. Piccole cose, ma nella cattività del carcere basta poco per rompere l’equilibrio che con fatica ti costruisci addosso.”
“Oggi è stata una giornata terribile: un compagno della nostra sezione ha tentato d’impiccarsi. Per fortuna si è salvato. La guardia della sezione è intervenuta in tempo. È stata molto brava. Aveva con sé un coltello e ha tagliato subito il lenzuolo. Il compagno è stato portato subito all’ospedale. Il dottore ci ha detto che si salverà.”
“Oggi ho completato un altro capitolo del mio nuovo libro e mi è volata la giornata. Più che scrivere per passare il tempo, scrivo per vivere, perché la vita è tutta fuori, qui dentro non c’è nulla. Quasi tutti in carcere sopravvivono, sono veramente pochi quelli che dentro l’Assassino dei Sogni riescono a vivere. Se non avessi l’amore di tante persone che mi vogliono bene, non penso proprio che ci riuscirei neppure io.”
“Finalmente è sera. Oggi la giornata è durata un’eternità. Il tempo in carcere non passa mai. Forse perché, a differenza di fuori, il tempo dentro l’Assassino dei Sogni è tempo perso, vuoto e senza amore. A volte per gli uomini ombra la tristezza è l’unica cosa che ci ricorda che siamo vivi. E poi il prigioniero che si adatta al carcere smette di essere un prigioniero libero.”
“Ci sono alcune volte che penso di essere ancora vivo. E questo è il momento più brutto della giornata. Soffro di meno quando penso da uomo morto. Per alcuni uomini ombra la libertà è così irraggiungibile che hanno smesso di sognarla. Il mio cuore invece continua a sognarla, forse per farmi soffrire di più.”
“Da un paio di giorni la temperatura si è abbassata. Il cielo è nuvoloso. Il mio umore è grigio. E oggi pensavo che la malinconia per un uomo ombra è l’amante più dolce e fedele, più di qualsiasi donna. Il ventuno di questo mese entro nel ventitreesimo anno di carcere e sto pensando che per tutti nulla è certo. E tutto può cambiare. Solo per gli uomini ombra il destino è già segnato. E non è facile cambiare il destino solo con la speranza.”
“Oggi ho trascorso una giornata serena pensando ai miei figli, alla mia compagna e ai miei due nipotini. Ci sono alcuni giorni che con la testa vivo una vita immaginaria. Ma talmente vera che a tratti mi sembra di viverla davvero. Il mio presente ha così poco da offrirmi che spesso passo tutta la giornata a pensare al mio passato. Un uomo ombra non può fare altro che aggrapparsi ai ricordi per attenuare la sua sofferenza, che non fanno scomparire il dolore ma almeno lo rendono sopportabile.”
“Questa mattina mi sono svegliato con l’impressione di non essermi neppure addormentato. E per tutto il giorno mi ha colpito una strana malinconia. A volte il dolore di esistere senza speranza è così grande che cerco di vivere e morire alla giornata. Ogni giorno mi tocca inventarmi e pensare come trascorrere la giornata. E vivendo in pochi metri quadri, con delle sbarre dietro e un cancello davanti, non è facile. Per fortuna ho dei libri da leggere e la penna per scrivere.”
“É stata una giornata tristissima. In carcere le persone vivono a stretto contatto, come le sardine, perché si è costretti a stare vicini, molto più vicino di quanto sarebbe naturale. E tuttavia ognuno è solo con la propria solitudine nel cuore. Ci deve essere per forza qualcosa di sbagliato dentro di me, perché continuo a fare sera e a fare mattina per nulla. Ho pensato che forse domani andrà un po’ meglio, ma subito quel sadico del mio cuore mi ha ricordato che in carcere nulla va mai un po’ meglio.”
“Oggi era una bella giornata e sono andato al campo sportivo. In carcere si cammina sempre sull’asfalto o sul cemento e quando vado al campo e cammino piacevolmente sull’erba i miei piedi gridano di felicità.”
Carmelo Musumeci