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Firenze: Rischiano il carcere i compagni che contestarono il PD

Potrebbe aggravarsi la posizione di quel gruppo di persone che il 7 settembre scorso inscenarono una contestazione durante la chiusura della Festa nazionale del partito democratico, alla Fortezza da Basso, mentre Concita de Gregorio intervistava il sindaco di Firenze Leonardo Domenici. Erano una dozzina, tra loro c’erano anche due minorenni. Entrarono nella sala dibattiti esponendo uno striscione contro i centri di permanenza temporanea con la scritta “I CPT SONO SEMPRE FASCISTI”. Intervennero subito le forze dell’ordine per allontanare i contestatori; sembrava non fosse successo niente di grave, ma in realtà 9 persone furono portate in questura e lì trattenute per alcune ore. Adesso le indagini stanno per concludersi e gli indagati rischiano un processo con accuse molto pesanti.Che è successo? Probabilmente il sindaco Domenici ha preso bene la contestazione che ha interrotto il suo discorso di chiusura di una festa nazionale come quella del PD dove sono passati tutti gli schieramenti.Nessun problema neanche per Bossi e Calderoli o per Gianfranco Fini perfino applauditi dal pubblico democratico. E invece la contestazione c’è stata solo quel giorno lì, quando a parlare era Domenici. Una contestazione blanda, di poche persone, nessun gruppo organizzato, qualche studente medio minorenne. E’ durata poco, la reazione delle forze non si è fatta attendere: via lo striscione, fuori i contestatori. Un po’ di parapiglia, qualche spintone e poi l’interrogatorio e le denunce per 9 di loro. Accuse pesanti: manifestazione non autorizzata, resistenza e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità, e almeno per uno al quale giorni fa è stata perquisita l’abitazione è scattata anche l’accusa di lesioni. Pure la la polizia ha pagato: il sindaco pare non abbia gradito che la situazione sia scappata di mano e qualcuno in questura è stato improvvisamente trasferito. Se ne saprà di più, forse, quando le indagini saranno concluse e ai malcapitati arriveranno le notifiche di rinvio a giudizio. Per uno striscione rischiano pene paesanti (dai 5 mesi ai 5 anni) ci ha detto il loro avvocato Sauro Poli che adesso attende di consultare i fascicoli per preparare la difesa.